Ercolano: il “mercato” fa una altra strage …
Lutto per Samuel diciotto anni padre di una bimba di 4 mesi e per Aurora e Sara sorelle gemelle di 26 anni.
di Vito Totire
Ancora una strage: tre giovani vite sacrificate alla “logica” del mercato capitalistico.
Le informazioni che circolano su questa ennesima strage parlano di deposito o forse di laboratorio “abusivo”, parlano di giovanissimi al “primo giorno di lavoro”, parlano di un deposito/laboratorio vicino ad una scuola materna/asilo: il massimo della deregulation e del rischio mortale diffuso nel territorio di una regione già martoriata da criminalità organizzata e discariche abusive di rifiuti anche tossico-nocivi.
Da decenni , dopo ogni strage causate da fuochi artificiali vengono fatte roboanti invocazioni e promesse di maggiori misure di sicurezza, ma le maggiori – anzi le migliori – misure di sicurezza tecnologicamente fattibili vanno messe in campo certamente prima dell’avvio della attività lavorativa e non il “giorno dopo”.
Le dichiarazioni del sindaco avallano e confermano la notizia di una attività produttiva “abusiva”, ma le fabbriche di fuochi artificiali sono saltate in aria anche se e quando formalmente “regolari”, come avvenne nella strage di Modugno (10 morti).
Se dunque dobbiamo esigere prevenzione e sicurezza dobbiamo essere consapevoli del fatto che in certi “casi” il rischio va eliminato alla fonte mettendo al bando merci nocive , inquinanti e mortifere. Merci “oscene”, ebbe a definirle Giorgio Nebbia.
Da decenni sosteniamo questa “linea” nella consapevolezza che allo stesso iceberg delle merci mortifere che includono i “botti” appartengono, in primis, le armi che stanno insanguinando il pianeta, e poi tante altre merci che dobbiamo mettere definitivamente al bando.
Da decenni noi, ma anche importanti gruppi e comitati di cittadini, cerchiamo di interloquire con i decisori politici per il divieto di fabbricazione, commercializzazione e uso di merci mortifere, ma abbiamo registrato un altrettanto mortifero silenzio punteggiato peraltro persino da giudizi positivi di certi assessori comunali che hanno spacciato l’uso di fuochi artificiali come “difesa della tradizione”. E questo nonostante i dati scientifici e le evidenze materiali dell’inquinamento dell’aria, del suolo e delle acque che queste merci producono.
E’ terribile che tre giovani, per il loro bisogno di lavoro, di reddito e di dignità, si siano trovati a morire “il primo giorno di lavoro”. Questo vuol dire che le problematiche sociali ed economiche di Napoli non si possono “risolvere” aumentando la repressione ma devono essere affrontate con una strategia che cambi la economia e che non sia asservita al profitto immediato (e apparente) che asseconda le dinamiche di mercato “costi quel che costi”.
Occorre dunque:
• Mettere al bando la produzione e l’uso di tutte le merci nocive e mortifere.
• ACCENTUARE LA CAMPAGNA IN VISTA DELLE COSIDDETTE FESTIVITA’ DI NATALE E CAPODANNO. Nel deposito di Ercolano si andava infatti accumulando la merce per le prossime festività, ancora troppo legate al modello delle tre F (feste, farina e forca).
• Garantire reddito alle persone che a seguito di queste scelte si vedranno precluse le loro fonti per la sussistenza sussistenza.
• Eliminare le merci mortifere e garantire la salubrità e la sicurezza per tutte le attività che producono beni socialmente utili.
Dichiariamo le nostre condoglianze ai familiari e amici delle povere e giovanissime vittime e poniamo una domanda ai ministri del governo in carica: state polemizzando immotivatamente con i magistrati che hanno ritenuto Egitto e Bangladesh paesi non sicuri ma vi siete posti la domanda se l’Italia sia un paese sicuro ?
Il presidente Mattarella decreterà il lutto nazionale ? Sarebbe necessario.
Vito Totire, medico del lavoro, portavoce RETE NAZIONALE LAVORO SICURO
Via Polese 30 40122 Bologna.
Bologna, 19.11.2024
Foto di Paolo Barbuto.
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