Eroine quotidiane
Eroine quotidiane
di Charlotte Taft
tratto da: «Fighting for Women: Become a Super-Shero», 26.9.2012 per Reality Check; traduzione di Maria G. Di Rienzo.
«(…) In tempi come questi abbiamo bisogno di trovare la nostra eroina interiore. E’ cruciale che noi ci si aiuti l’un l’altra a trovare coraggio e la nostra visione del mondo, il mondo come vorremmo che fosse. Si può partire da questo e poi muoversi per capire cosa dobbiamo essere e fare perché quel mondo diventi reale. Non sto suggerendo il martirio: le donne ne hanno sicuramente avuto abbastanza. Sto suggerendo che ognuna di noi si ricordi di avere dentro di sé una… Supereroina. Di questa Supereroina facciamo esperienza quando:
Difendiamo ciò in cui crediamo nonostante quel che ci costa.
Parliamo a voce alta e rompiamo il silenzio creato da migliaia di anni di vergogna e stigmatizzazione gettate su tutto ciò che è femminile.
Incoraggiamo una seconda persona a lottare per se stessa e gli altri.
Ci permettiamo di immaginare come il mondo potrebbe essere, e poi agiamo come se fosse già così.
Usiamo umorismo, potere, intelligenza, lavoro in rete e fegato e rischi per dire “no” a tutte le cose che non ci nutrono come persone e per diventare proprio ora la donna che abbiamo sempre sognato di diventare».
Ciò tradotto, vi presento le mie eroine di oggi:
Sima Samar, medica afgana e attivista per i diritti umani, ha ricevuto il Right Livelihood Award (Premio Nobel Alternativo) il 27 settembre scorso, «per il suo lungo e coraggioso impegno a favore dei diritti umani, in special modo dei diritti delle donne, in una delle regioni più complesse e pericolose del mondo». Sima viene spesso chiamata “la dottoressa dei poveri” e “la maestra degli emarginati”. Dal 2004 presidente della Commissione indipendente afgana per i diritti umani (cosa che l’ha messa più volte in pericolo di vita) è fondatrice dell’associazione Shuhada che, a tutt’oggi, ha aperto più di 100 scuole e 15 fra cliniche e ospedali, concentrandosi particolarmente sulla salute e l’istruzione delle donne. Allora non è vero che la situazione è troppo disperata e non si può fare niente.
Daisy Goldsmith ha cominciato a giocare a calcio quando aveva 10 anni. Il suo sogno era diventare un arbitro e oggi che ne ha 16 è la persona più giovane al mondo a rivestire questo ruolo ufficialmente per la FIFA, dopo aver sostenuto e passato con successo gli esami relativi. Allora non è vero che l’unica cosa che una ragazza può sognare sono le comparsate da velina in televisione.
Mufaro Chakabuda arrivò in Canada dallo Zimbabwe a 19 anni, con pochi spiccioli in tasca e un’enorme voglia di cambiare il mondo. Ha lavorato, studiato, fatto volontariato a 360° gradi. Oggi è la presidente del Maritime Centre for African Dance (progetto che ha iniziato a partire da 20 dollari di fondi e da un bel po’ di fegato) e della casa editrice Chaks, ed è citata ovunque come imprenditrice di successo. Quando economicamente le cose sono cominciate ad andare bene, nel 2010, Mufaro ha fondato una ong per fornire borse di studio ai giovani e alle giovani dello Zimbabwe. L’immagine la mostra mentre insegna danza nel suo Centro. Allora non è vero che devi avere l’apparenza di uno stuzzicadenti per ballare ed essere splendida.
BREVE NOTA
Le traduzioni di Maria G. Di Rienzo sono riprese – come i suoi articoli – dal bellissimo blog lunanuvola.wordpress.com/. Il suo ultimo libro è “Voci dalla rete: come le donne stanno cambiando il mondo”: una mia recensione è qui alla data 2 luglio 2011. (db)