Erri De Luca, il rinvio a giudizio e le spine
di Daniela Pia
Lo processeranno a gennaio 2015: salirà sul banco degli imputati
da uomo libero, senza infingimenti, senza maschere, spirito nobile, consapevole della sua dignità. A chi vorrebbe censurare la libertà di parola deve essere chiaro che se si intende processane uno per scoraggiarne cento, diverremo centomila, un milione. Questo Paese che ama criminalizzare il dissenso sappia che gli «Erri De Luca» sono tanti, siamo tanti. Non ci saranno prigioni che potranno contenerci. Sappia che saremo capaci di imbracciare armi alternative, da bravi pacifisti, a partire da questo giugno torpido e fiorito sino alle ferite del freddo fattosi Epifania.
Con i guanti prenderemo la mira e opporremo pale di fichi d’ india, splendide nella loro bellezza poetica, all’ottusa perseveranza dei difensori delle grandi inutili opere. Mentre nei nostri occhi permarrà la bellezza dei fiori diffonderemo spine sottili nei fianchi degli affaristi (cioè dei vampiri). Sapremo farci ponfi pruriginosi sul corpo in putrefazione di violentatori di valli, campagne, lagune e città in nome del dio danaro mascheratosi da progresso. Spine sottili noi siamo. Come spine vigileremo, venite a menarci, denunciateci. Rinviateci a giudizio, l’ordalia del fico d’ india si rovescerà su stature incapaci di dispensare buonumore a chi alla sbarra in piedi dirà «Vostro Onore» da uomo libero, anche se finisse dietro le sbarre. Ah! Se conoscessero la statura di Dio (Giudice dei Giudici) certi dispensatori di sentenze! Opterebbero forse per la carezza infinita delle pale del fico d’india, giudizio temporaneo capace di scolpirsi, quasi granitico, nella memoria.
tipo non svegliate il cane che dorme …. ?