Esagerato?
risulta…
che il neuropoetastro
mezz’impiegato,
ogni tanto, a casaccio,
per proprio dileggio,
rilegga se stesso.
quando gli capitano
sotto il naso
quelle “cose turpi”
evocate
nel piccolo componimento
“Per campare” intitolato
‘sto mezzo poeta
mezzo impiegato
si chiede se non abbia,
a suo tempo, magari, esagerato.
probabilmente si riferiva
con quel grido d’allarme e di dolore
alla merda sanguinolenta
che tocca maneggiare
lavorando nel mondo finanziario,
e specificamente
in quello specializzato
nel cavar profitto
dai timori della gente d’incappare
in più o meno irrimediabili
intoppi,
disastri, tragedie, sfighe, sfortune.
poi succede
che il grande gruppo tedesco ma mondiale
ch’ha assorbito la ditta
dove sgobba il mezzo e mezzo
distribuisca alle maestranze
– poetastro dimezzato incluso –
un bel libro a colori, colle figure
e tutto quanto pei più limitati
(o pigri) tra gli impiegati…
per contare celebrando
l’ultrasecolare epopea aziendale.
così scopre, che al capitolo terzo
la merda vera (non è uno scherzo!)
la raccontano papale-papale:
il concerto
in onore del fresco fresco führer
tributato dall’orchestra
degli assicuratori disciplinati,
ben accordati,
entusiasti fascisti nazificati.
ma peggio:
l’amicizia nazi del boss della baracca
fin dai tempi delle allegre bicchierate
col Göring e il porco Adolfo.
e peggio ancora:
le polizze a copertura dei rischi
che (maniman) potessero mai correre
le baracche e le officine delle SS
nei lager.
seppur in poche pagine,
il peggio non finisce mai:
si ammettono pure
polizze infortuni e vita
sottoscritte e pagate,
prima d’andare nei campi,
dagli ebrei,
i cui premi, alla fine loro,
risultarono incassati
dal Nationalsozialistische
Deutsche Arbeiterpartei.
letto il lussuoso opuscolo
con più d’un crampo
e d’un impaccio,
pare che il mezzo impiegato,
sbronzo di ‘sta robaccia
ma lucido,
tra un singhiozzo e un rutto,
abbia bofonchiato:
“e io, qui in mezzo, che ci faccio?”.