Etiopia 1937: le stragi di Rodolfo Graziani

di Francesco Mandarano. A seguire un link per ascoltare stasera tre relazioni. In coda link utili.

Il 19, 20 e 21 febbraio 1937 furono massacrati più di 30mila cittadini etiopi, quasi tutti civili: anziani, donne, bambini e mendicanti.

Venerdì 19 febbraio 2021 ricorre l’84° anniversario dell’azione patriottica compiuta da due giovani africani, di origine eritrea, ad Addis Abeba, in danno di Rodolfo Graziani, all’epoca vicerè e governatore dell’Etiopia. Contro di lui furono lanciate diverse bombe, ferendolo in modo non grave.

Graziani allora era il simbolo in Africa della brutalità degli italiani esercitata indiscriminatamente,

Questa data è “scordata” da quasi tutti gli Storici Italiani. Invece l’episodio del ferimento di Rodolfo Graziani, a opera della guerriglia etiope, merita una particolare attenzione. Prima di tutto è da sottolineare che le autorità italiane furono colte di sorpresa, durante una festa al palazzo del governatore. In secondo luogo occorre ricordare la successiva barbara reazione dei fascisti italiani al ferimento del loro capo, operata indiscriminatamente contro persone che certo non appartenevano alla Resistenza.

L’episodio fu tenuto sotto silenzio dal fascismo, in quanto dimostrava che la Resistenza Etiope era ancora forte a quasi un anno dalla “conquista” di Addis Abeba, avvenuta il 5 maggio 1936 ad opera del generale Pietro Badoglio. Per la verità una conquista della capitale etiope non c’è mai stata: gli eserciti del Negus si erano sbandati e non erano più in grado di difendere la città pertanto gli italiani entrarono senza combattere.

In concreto una conquista dell’Etiopia non vi fu. Nel maggio 1936 i fascisti controllavano appena un terzo del Paese africano. Soltanto la propaganda dell’attore tragi-comico Mussolini riuscì a convincere il popolo italiano che l’Etiopia era stata conquistata. La guerriglia etiope fu forte e numerosa, anche dopo il maggio 1936. Per schiacciare la rivolta Rodolfo Graziani, su ordine di Mussolini, usò contro i ribelli i gas velenosi, proibiti dalle convenzioni internazionali firmate in precedenza dall’Italia.

La reazione fascista al ferimento di Graziani è stata semplicemente bestiale; per alcuni giorni la capitale etiope venne messa a ferro e fuoco dai militari italiani e dalle camicie nere. Alla fine di questa “operazione” si contarono ad Addis Abeba e dintorni circa 30.000 morti, la stragrande maggioranza estranea a ogni attività resistenziale. Ma la caccia all’africano continuò in tutto il Paese per mesi. Fu emblematica la strage avvenuta fra il 20 ed 25 maggio 1937 nel monastero di Debrè Libanos (se cercate in rete sarà bene ricordare che il nome viene trascritto anche come Debra o Dobrà) dove vennero trucidate circa 3.000 persone fra sacerdoti, diaconi e semplici cittadini che si erano colà rifugiati onde sfuggire ai rastrellamenti dei fascisti italiani.

Così in Etiopia: altro che “Italiani Brava Gente!”

Questo comportamento non era consueto per il nostro Popolo ma faceva parte del clima – militaresco e in questo caso razzista – creato ad arte da Mussolini per fare degli italiani un “Popolo Guerresco” che sterminava i nemici, colpevoli o innocenti che fossero.

Noi antifascisti alla guerra preferiamo di gran lunga la Pace e ricordiamo ai fascisti di ieri ed ai neofascisti di oggi che si può fare “grande la Patria”, senza sparare alcun colpo di fucile, ma lavorando per dare cibo ai popoli e nella ricerca medico-scientifica per debellare le tante malattie. A tutti coloro che ancora oggi, guardano con ostilità chi viene dall’Africa in Italia, ricordiamo che i flussi migratori sono determinati da guerre, carestie e povertà, non dal desiderio di creare problemi all’Italia ed all’Europa. Se per secoli non ci fosse stato in Africa un colonialismo di rapina, non ci sarebbe tanta miseria in quelle terre spesso ricchissime ma depredate.

Mai più guerre!

Mai più pandemie!

Mai più miserie su questa terra!

Partecipazione, Cultura, Libertà di Idee e di Movimenti, Benessere per i Popoli!

Francesco Mandarano (antifascista militante, Prato)

Francesco Mandarano è autore di un bel libro – «Onoriamo un traditore» – su Graziani del quale riparleremo presto in “bottega”. Attualmente il libro è esaurito ma chi ne desiderasse una copia in pdf può scrivere qui.


19 febbraio, ore 21: conferenza on line
19 febbraio 1937. Strage di etiopi in Addis Abeba. I massacri di Debre Libanos al link: https://youtu.be/MyGd2OwFARQ
Relatori: Giancarlo Restelli, Gloria Ratti, Carlo Antonio Barberini

Con l’adesione di Centro Buonarroti di Milano, Amministrazione comunale di Castellanza, Sempionenews, Anppia Varese e Casalpusterlengo, Cooperativa Achille Grandi di Agrate Brianza, La Sinistra Legnano in Comune, Eco Istituto della Valle del Ticino, Un’altra Storia; Anpi di Castellanza, Castano Primo, Bareggio, Olgiate Olona, Canegrate, Casalpusterlengo, Caronno Pertusella, Lonate Ceppino, Inveruno, San Giorgio su Legnano, Turbigo, Vanzaghello, Rescaldina e Coordinamento Anpi del Magentino; Istituto Calogero Marrone, sezione di Varese.

PER CHI VOLESE SAPERNE DI PIU’

Dell’attentato a Graziani e delle rappresaglie che segurono abbiamo scritto qui: Anche l’Etiopia ha il suo «Giorno del Ricordo» ma… però vedi anche Scor-data: 11 gennaio 1936, Debré Libanós: 80 anni dopo e Amazegna Washa: il massacro dei partigiani etiopi. Sulla questione dei gas usati dagli italiani vale ricordare che, pochi anni prima di morire, Indro Montanelli – di fronte all’evidenza dei documenti ritrovati dallo storico Angelo Del Boca e poi raccolti nel volume «I gas di Mussolini» – fece una pur tardiva autocritica, ammettendo di aver avuto torto e si scusò pubblicamente con Del Boca al quale per decenni aveva dato del bugiardo. Sulle infamie di Graziani rimandiamo in primo luogo a un testo proprio di Angelo Del Boca (Chi era davvero Rodolfo Graziani). Sulla vergogna del “sacrario” di Affile dedicato a lui, cioè a un riconosciuto criminale di guerra, cfr Giorgia Meloni e i fascismi dei giorni nostri (lì sono indicati altri link). Sul Graziani “libico” e sulla incredibile vicenda del film «Il leone del deserto» (bloccato in Italia da una subdola censura di Stato) abbiamo più volte scritto. Infine per chi tutto ignori di queste pagine buie… forse vale iniziare scaricando un testo di base Un e-book per conoscere il colonialismo italiano in Africa … e ripartire da lì.

MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

La redazione – abbastanza ballerina – della bottega

 

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

3 commenti

  • “Non resta che cominciare a pensarci, il 19 febbraio è vicino”, scrivevano Wu Ming il 20 gennaio scorso. Grazie a “La Bottega” che ci pensa:
    https://www.wumingfoundation.com/giap/2021/01/yekatit-12-febbraio-19-ricordiamo-i-crimini-del-colonialismo-italiano/

  • domenico stimolo

    19 febbraio Milano: eventi per anniversario della strage italiana a Addis Abeba – Etiopia

    COMUNICATO – YEKATIT 12

    Il 19 febbraio cade l’anniversario della strage di Addis Abeba, quando nel 1937 furono sterminati migliaia di Etiopi per volontà del comandante in capo alle truppe di invasione Vicerè di Etiopia Rodolfo Graziani, criminale di guerra mai processato.
    Graziani ordinò il massacro per rispondere all’attentato subito il giorno stesso, peraltro non andato a segno, che causò 7 morti e circa 50 civili. La rappresaglia del Viceré uccise tra i 20 e i 30mila Etiopi. Inutile ricordare quanto illegale fosse l’occupazione italiana dell’unico stato africano riconosciuto dalla Società delle Nazioni, inutile ricordare quanto costò in termini di vite umane un’occupazione militare che si poneva nell’ottica coloniale di esportare la propria superiorità razziale in cambio delle risorse naturali e umane.
    Il colonialismo italiano è un nervo scoperto di cui ancora si fatica a parlare, a discutere apertamente, come se effettivamente la civiltà colonizzatrice avesse portato progresso alle terre invase, come se le famose strade costruite durante l’occupazione italiana non fossero in realtà lastricate col sudore e col sangue delle popolazioni indigene deportate: tutto questo è stato parte integrante della dittatura, la quale ha mostrato la più feroce delle sue facce mutilando, gasando, deportando e sottoponendo alle peggiori sevizie le popolazioni assoggettate.
    Se vogliamo porci come faro nella lotta antifascista e antirazzista non possiamo eludere dal nostro discorso e dalle nostre intenzioni la commemorazione delle vittime del fascismo e del razzismo anche al di fuori dell’Italia, partigiani e martiri antifascisti di altri paesi, in un’ottica di fratellanza sovranazionale e internazionale.

    Che cosa resta oggi di colonialismo e Resistenza?
    Resta moltissimo da entrambe le parti; resta il razzismo di una grande parte degli esponenti politici delle destre che utilizzano la questione delle migrazioni come spauracchio e arma di distrazione dalle responsabilità politiche che non hanno il coraggio e la capacità di affrontare, restano gli ostacoli istituzionali che la parte straniera degli italiani deve superare per avere riconosciuto il diritto ad una identità, al lavoro, all’istruzione, alla casa, principi basilari per una vita dignitosa sanciti dalla nostra Costituzione. Di contro c’è una parte di noi che Resiste a queste nuove forme di colonialismo creando reti di solidarietà che vanno oltre le frontiere, al di là di ogni improbabile giustificazione per arginare le conseguenze del rimosso coloniale tramutato in razzismo, in esclusione e morte.
    Chiamiamo a raccolta questa parte resistente della nostra società civile, la parte che rifiuta fermamente la normalità delle stragi dettate dalla disperazione, consapevoli di quello che la storia ci ha insegnato resistendo, perché ogni uomo vive sulla terra un’unica vita in un unico mondo e le frontiere e il razzismo non possono giustificare nessuna prevaricazione ai danni della vita umana.

    Le sezioni ANPI promotrici delle iniziative del 19 e del 20 febbraio 2021
    (ANPI Stadera, ANPI Crescenzago, ANPI 10 Agosto, ANPI Quarto Oggiaro…)

    https://www.facebook.com/events/484007809667137

    * YEKATIT 12 è l’obelisco innalzato nel 1955 in piazza Yekatit ad Adis Abeba per commemorare le vittime della strage, chiamato monumento alle vittime del fascismo

  • L’onda lunga della storia dei crimini del colonialismo italiano ha inizio dal 1889, aumentando in modo esponenziale con la guerra di Libia (1911-12). Il 19 febbraio 1937 gli italiani uccisero migliaia di etiopi residenti in città. Storie poco conosciute di deportati di sudditi coloniali, di confinati e dei loro figli.
    Ascolta la puntata in cui si e’ parlato di colonialismo italiano
    https://www.raiplayradio.it/audio/2021/02/PAGINA-3-Una-giornata-qualsiasi-4a933f05-cc99-4082-99d5-0c6028527f57.html
    La newsletter di Pagina3 (radio3Rai) suggerisce anche l’articolo da Giap, il blog di Wu Ming

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *