Europei di calcio?
Tre vignette di Giuliano Spagnul e qualche pensiero di corsa
Stasera si finisce. Cosa ricorderò io?
Gli ultrà inarrestabili. Le botte. I soldi. Gli sponsor. Le bugie. La retorica. Gli orribili inni nazionali, con l’eccezione di «La Marsigliese» che, si sa, ha un bel testo. Il diritto allo stadio che sostituisce il diritto allo studio.
Beh sì, gli islandesi – calciatori e tifosi – erano simpatici e un po’ alieni; il fiore nel pattume.
Questo è sport?
Come spesso accade, nell’epoca della censura e dell’autocensura, le vignette rivelano quello che “non si può dire”. Grazie a Giuliano.
Un finale? Si potrebbe parafrasare Leo Szilard, uno dei padri “pentiti” della bomba., ci provo. “Il quesito è: siamo liberi di dire [del calcio] tutto quello che pensiamo visto che non pensiamo quello che non siamo liberi di dire?”.
E se vi sembra che io abbia esagerato… provate a riandare alle cascate di idiozie e bugie che a ogni evento “sportivo” la grande informazione e i “tuttologi” – più che altro “nientologi” – ci riversano addosso. (db)