Ferlinghetti Ferlinghetti
«Poeti, uscite dai vostri armadi»: una riproposta di Sandro Sardella
il mito della controcultura americana .. quel sale in zucca
che fischia nelle orecchie .. Lui che nel Museo Beat di San
Francisco non ci mette piede perché non gli interessa “un
cimitero” .. con quel suo poetare colloquiale & libertario
.. accende lampadine “City Lights” .. e indispone crea invidie
ai “poetipoetipoeti” .. quelli che anche l’Alda Merini irritava
.. anzi .. ancora li irrita! … … lunga vitaaaaaaaaaaa …………
Manifesto Populista 1 (1976)
Poeti, uscite dai vostri armadi,
Aprite le vostre finestre, aprite le vostre porte,
Siete rimasti rintanati troppo a lungo
nei vostri mondi chiusi.
Scendete, scendete
dalle vostre Russian Hills e Telegraph Hills,
dalle vostre Beacon Hills e Chapel Hills,
dai vostri Mount Analogues e Montparnasses,
giù dalle vostre colline e montagne,
fuori dai tepee e dalle cupole.
Gli alberi cadono ancora
e non andremo più nei boschi.
Non è tempo ora di sedersi tra loro.
Mentre l’uomo brucia la sua stessa casa
per arrostire il maiale.
Non si intona più Hare Krishna
mentre Roma brucia.
San Francisco brucia,
la Mosca di Mayakovsky brucia
i combustibili fossili della vita.
La Notte e il Cavallo si avvicinano
mangiando luce, calore & energia,
e le nuvole indossano pantaloni.
Non è tempo ora per l’artista di nascondersi
sopra, oltre, dietro le scene,
indifferente, a limarsi le unghie,
a raffinarsi fuori dall’esistenza.
Non è tempo ora per i nostri piccoli giochi letterari,
non è tempo ora per le nostre paranoie & ipocondrie,
non è tempo ora per paura & disgusto,
è tempo ora solo per luce & amore.
Abbiamo visto le menti migliori della nostra generazione
distrutte dalla noia ai reading di poesia.
La poesia non è una società segreta,
Non è neppure un tempio.
Le parole & i canti segreti non funzionano più.
L’ora dell’om è finita,
è arrivato il tempo di piangere,
il tempo di piangere & gioire
per la fine vicina
della civiltà industriale
che è un male per la terra & l’Uomo.
È tempo ora di volgersi all’esterno
nella piena posizione del loto
con gli occhi spalancati,
E’ tempo ora di aprire le vostre bocche,
con un nuovo discorso aperto,
è tempo ora di comunicare con tutti gli esseri senzienti,
Tutti voi “Poeti delle Città”
appesi nei musei, incluso me stesso,
Tutti voi poeti del poeta che scrivete poesia sulla poesia,
Tutti voi poeti dalla lingua morta e decostruzionisti,
Tutti voi poeti da laboratori di poesia
nel cuore isolato dell’America,
Tutti voi Ezra Pound addomesticati,
Tutti voi poeti strani sballati sconvolti,
Tutti voi poeti Concreti pre-compressi,
Tutti voi poeti cunnilingui,
Tutti voi poeti da gabinetto a pagamento che
vi lamentate con i graffiti,
Tutti voi montatori da metropolitana che
non montate mai sulle betulle,
Tutti voi padroni della segheria haiku
nelle Siberie d’America,
Tutti voi irrealisti senza occhi,
Tutti voi iper-surrealisti che vi auto-occultate,
Tutti voi visionari da camera da letto
e agitatori politici da gabinetto,
Tutti voi poeti Groucho Marxisti
e Compagni della classe agiata
che oziate tutto il giorno
e parlate del proletariato operaio,
Tutti voi Cattolici anarchici della poesia,
Tutti voi Montanari Neri della poesia,
Tutti voi Bramini di Boston e bucolici di Bolinas,
Tutte voi madri-rifugio della poesia,
Tutti voi fratelli zen della poesia,
Tutti voi amanti suicidi della poesia,
Tutti voi professori capelloni della poesia,
Tutti voi recensori di poesia,
che bevete il sangue del poeta,
Tutti voi Poliziotti della Poesia –
Dove sono i figli selvaggi di Whitman,
dove le grandi voci che parlano chiaro
con un senso di dolcezza e sublimità,
dove la nuova grande visione,
la grande veduta mondiale,
l’alta canzone profetica,
della terra immensa
e di tutto ciò che canta in essa
E la nostra relazione con essa –
Poeti, scendete
lungo la strada del mondo ancora una volta
E aprite le vostre menti & i vostri occhi
con il vecchio piacere visivo,
Schiaritevi la gola e parlate ad alta voce,
La poesia è morta, lunga vita alla poesia
con gli occhi terribili e la forza del bisonte.
Non aspettate la Rivoluzione
o accadrà senza di voi,
Smettete di borbottare e parlate chiaro
con una nuova poesia spalancata
con una nuova “superficie pubblica” di sensualità comune,
con altri livelli soggettivi
o altri livelli sovversivi,
un diapason nell’orecchio interno
per colpire sotto la superficie.
Del vostro dolce IO ancora cantate
eppure esprimete “la parole en-masse” –
Poesia il vettore comune
per il trasporto pubblico
verso posti più alti
di quelli a cui possono portare altri veicoli.
La poesia ancora cade dai cieli
nelle nostre strade ancora aperte
Non hanno innalzato barricate, ancora,
le strade ancora animate di visi,
ancora uomini e donne belle camminano lì
ancora ovunque creature belle,
negli occhi di tutti il segreto di tutti
ancora sepolto lì,
Figli di Whitman che ancora dormite lì
Svegliatevi e cantate all’aria aperta.
(da: Lawrence Ferlinghetti : «Poesia come arte che insorge»
Ed. Giunti City Lights – 2009 – traduzione: Giada Diano)