Fermare il processo di militarizzazione della Sicilia
Jamil El Sadi intervista Antonio Mazzeo (*).
Presentazione del fumetto “Sigonella. Le guerre alle porte di casa”.
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“Sigonella. Le guerre alle porte di casa”.
È il titolo del fumetto di Lelio Bonaccorso presentato ieri sera allo Spazio Averna dei Cantieri Culturali di Palermo dal co-autore Antonio Mazzeo all’interno del Canta e Cunta Festival. Docente, giornalista e saggista antimilitarista, Mazzeo quarant’anni denuncia il coinvolgimento dell’Italia – in modo particolare della Sicilia – nei vari teatri di guerra internazionali.
Da sempre forte oppositore delle grandi opere come la Tav, il Muos e il ponte sullo Stretto, utili a militarizzare il territorio, ieri sera ha presentato il suo ultimo lavoro.
Un fumetto, appunto, in grado di trasmettere anche i più giovani l’importanza della lotta antimilitarista. Soprattutto, in un periodo in cui la guerra in Ucraina si avvicina sempre più ad un’escalation di tipo nucleare. Per capire il tipo di progetto e la situazione attuale della militarizzazione della Sicilia e dell’Italia lo abbiamo raggiunto con i nostri microfoni a fine evento.
Antonio Mazzeo, oggi è importante dire “No alla guerra” anche con un fumetto, in particolare Sigonella. Perché?
Sì, è un fumetto realizzato con Lelio Bonaccorso per raccontare cos’è Sigonella. Spesso dimentichiamo che dalla base militare di Sigonella, negli ultimi 50 anni, sono state regolate le guerre che hanno sterminato milioni di persone nel mondo.
Penso alla guerra in Vietnam, a quella in Iraq, in Afghanistan ma anche alle guerre nel continente africano. In questo fumetto raccontiamo anche i voli dei pattugliatori e dei droni che quotidianamente decollano da questa base per raggiungere il Mar Nero con l’obiettivo di monitorare i movimenti della flotta russa per poi fornire le informazioni alle forze armate ucraine per il contrattacco.
La base di Sigonella è un problema reale e concreto per la Sicilia e l’Italia intera
È una base di morte che noi nel fumetto abbiamo rinominato come “cancro in metastasi”, perché ha rubato pezzi di territorio della Sicilia trasformandoli in strutture di morte. Basti pensare all’aeroporto di Trapani Birgi, la base di Augusta, Pantelleria, Lampedusa, Punta Bianca, i poligoni di tiro che si stanno moltiplicando in tutta l’Isola, l’aumento delle produzioni industriali militari a Palermo e a Messina.
Insomma, un processo di militarizzazione che parte da Sigonella e purtroppo sta investendo l’intera regione, trasformandola in una struttura di morte e soprattutto accelerando processi devastanti dal punto di vista sociale ed economico. Penso ad esempio alle migrazioni delle nuove generazioni.
Questo processo di militarizzazione può essere fermato?
Il fumetto è drammatico, perché racconta in maniera cruda e sincera ciò che è stata Sigonella e la militarizzazione della Sicilia. Il volume però si conclude con tavole che ricordano la storia degli ultimi 50 anni dell’Isola.
Una storia che ha visto milioni di persone scese in piazza per impedire l’installazione dei missili nucleari a Comiso. Quei missili furono installati ma quella mobilitazione costrinse due grandi superpotenze nucleari – Stati Uniti e Unione Sovietica – a raggiungere un accordo e smantellare quelle armi nucleari. Ricordiamo la straordinaria mobilitazione dei “No Mous” che entrarono nella base rivendicando un pezzo di territorio che gli era stato rubato e apparteneva alla riserva naturale.
Il Muos purtroppo funziona ma quel modello di lotta e mobilitazione ha creato entusiasmi. Quei giovani oggi sono diventate persone che lottano contro le discariche, contro le grandi centrali, contro la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina e tanto altro. Persone che rigenerano movimenti e speranze, ma anche la voglia di riconquistare il territorio.
La Sicilia è un’isola che per tanto tempo ha pagato in termini di morte e distruzione, ma anche dimostrato a livello internazionale una capacità enorme di mobilitazione e di non rassegnarsi davanti a niente. Rivendicando veramente un ruolo di pace e dialogo, di cooperazione in questi territori.
Questa sera hai detto che l’Italia è passata da essere una colonia statunitense ad avere una classe dirigente cobelligerante. Politici che quindi si dichiararono guerrafondai per scelta e non più per diktat.
Sì, è giunta l’ora di puntare il dito anche sulle classi dirigenti politiche ed economiche, così come su quegli organi di stampa, che hanno governato soprattutto questa regione negli ultimi anni e sono corresponsabili dei conflitti, esattamente come le forze armate Usa e come chi bombarda in qualsiasi scenario internazionale.
Mi riferisco anche a chi ha occultato il ruolo di morte di questa Regione, chi ha fatto affari con le organizzazioni militari e con il complesso militare industriale italiano e straniero.
Anche loro sono corresponsabili sia delle guerre sia del modello di sottosviluppo che è stato imposto a questa regione. E che ha costretto a milioni di siciliani a trovare una possibilità e una speranza di vita in continenti lontani.
Il fuoco della lotta antimilitarista va mantenuto vivo. Quali sono gli appuntamenti per il futuro?
A Pisa è stato lanciato un grande appello nazionale. Il 21 ottobre si manifesterà a Pisa contro la possibilità che venga creata una grande base militare in una delle città più belle d’Italia. Si è deciso che accanto a Pisa venga sviluppato un evento in Sicilia, per denunciare il ruolo determinante che essa ricopre. Dove e come svilupperemo il tutto qui in Regione sarà deciso il 10 settembre in una grande assemblea regionale.
Sono certo, però, che le mobilitazioni in questi mesi si moltiplicheranno. Il movimento per una Sicilia diversa è un movimento che rifiuta le grandi opere e si oppone alla trasformazione dell’Isola in una grande discarica di rifiuti (anche speciali e nucleari).
È un’Isola che in questi due mesi si è già mobilitata due volte contro i crimini del ponte sullo stretto di Messina.
(*) Tratto da Antimafia 2000.
Antonio Mazzeo è un giornalista e saggista antimilitarista che denuncia il coinvolgimento dell’Italia nei teatri di guerra internazionali.
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