FFF: fascisti, fantascienza, falsità
di Gian Filippo Pizzo
Se c’è una cosa che mi dà sommamente fastidio è la falsità.
Cioè lo stravolgere i fatti per ricondurle alle proprie ragioni, l’arrampicarsi sugli specchi per sostenere le proprie tesi, la mistificazione, il ricorrere a sotterfugi e comportamenti simili.
Per questo motivo ho deciso di replicare a quanto affermato nell’intervista a Gianfranco de Turris e Sebastiano Fusco apparsa su “L’intellettuale dissidente” (https://www.lintellettualedissidente.it/letteratura-2/ucronia-distopia-mitologia-de-turris-fusco/) e concernente alcune parti del libro Guida ai narratori italiani del fantastico che ho scritto assieme a Walter Catalano e Andrea Vaccaro (Odoya, 2018). I quali non sono stati avvisati della mia iniziativa e probabilmente mi avrebbero detto di lasciar perdere.
Cominciamo con una prima notazione.
Un paio di volte gli intervistati mostrano meraviglia e stupore nell’apprendere dall’intervistatore, Francesco La Manno, il contenuto del pezzo incriminato: Ma veramente hanno usato quei termini? e Ma sul serio hanno scritto queste assurdità?. Segno che non hanno letto il testo (o fanno finta) e questo mi sembra molto ma molto poco professionale.
Anche perché così si rischiano domande tendenziose come questa: L’interesse degli Autori, nel medesimo lavoro, si rivolge poi alle antologie Fantafascismo! Storie dell’Italia Ucronica e a Fantafascismi. Venti racconti di storia alternativa, considerate opere di ucronia neofascista in cui compare tutta la “consorteria destrorsa-tradizionalista”. Coloro che hanno partecipato a queste pubblicazioni, quindi, erano tutti scrittori di destra?. Ovviamente nel nostro testo non c’è scritto esattamente così, come può sincerarsi chiunque, perché la frase prosegue con …accanto all’ex comunista Diego Gabutti e a inclassificabili come Piero Prosperi e Riccardo Valla… , e più avanti I nomi sono quelli dei soliti “camerati” – come Farneti, Passaro, Bologna, – o degli “apolitici” – come Altomare o Prosperi, – più vari autori nuovi e meno noti. De Turris e Fusco avrebbero fatto bene a leggere il testo prima di pronunciarsi.
Andiamo avanti.
Nella risposta alla prima domanda c’è questa frase: Non ci pareva che all’epoca Pizzo, quando recensiva i volumi di Fanucci, scrivesse cose del genere. Sarà maturato… Mi meraviglia che non abbiano usato un termine come “condizionato” o magari “traviato”… ma sì, è ovvio che col tempo si matura (ma qualcuno marcisce prima ancora di maturare). Però il punto non è questo, è che io recensivo i romanzi e non certo le introduzioni, come dovrebbe fare ogni buon recensore, perché è il romanzo quello che il lettore compra. Non vi pare? Quindi la notazione è fuori luogo. (Sto leggendo proprio in questi giorni il romanzo Bandiera nera! di Pierfrancesco Prosperi e sono rimasto allibito nel leggere l’introduzione di Gianfranco de Turris, che pur di portare acqua al suo mulino legge tra le righe valutazioni che nel testo non ci sono e che comunque potrebbero essere interpretate diversamente se lette senza paraocchi. Naturalmente nel recensire il libro non ne farò cenno: farei un cattivo servizio a un bel romanzo e a uno scrittore che stimo.)
Alla domanda Pur affermando l’ottimo lavoro svolto in ambito di narrativa fantastica, Catalano e Pizzo contestano la vostra interpretazione della fantascienza come versione moderna del mito, sostenendo che tale teoria “non è suffragata da nessuna prova”, avulsa dalla realtà e che contrasta con l’orientamento prevalente degli “studiosi” viene risposto: Puro infantilismo! Come se una teoria letteraria fosse una teoria scientifica che per essere considerata “vera” deve venire “suffragata da prove!” eccetera. Qui ammetto di essere stato poco attento nell’adoperare questo termine, che però non ha solo il significato scientifico invocato – con la consueta malizia – dagli intervistati ma può essere usato in senso simbolico e generico: prova d’esame, assunzione in prova, prova teatrale, provare un vestito… Facciamo finta che io abbia scritto “da nessun elemento”: non cambia il fatto che la teoria non sia condivisibile e se è vero – come loro stessi scrivono – che tutti hanno il diritto di manifestare le loro teorie e che possono benissimo esisterne di minoritarie, nel loro caso si tratta di una teoria davvero unica non seguita da altri critici, ed è questo che mi premeva sottolineare. Anche perché, più avanti, De Turris e Fusco sostengono di aver elaborato le loro credenze sulla base di un’opinione di Sergio Solmi che sosteneva che la fantascienza è la fiaba del mondo moderno, dimostrando così di non aver capito nulla della famosa introduzione a Le meraviglie del possibile, dove Solmi parla sì di mito, ma riferendosi al mito dell’”utopia della scienza”, e parla sì di favola moderna (e anche di “folklore atomico”) ma senza equiparare mito e fiaba come invece fanno loro. Tra Mito e fiaba, aldilà di una eventuale comune appartenenza al regno del fantastico, c’è una differenza abissale e proprio loro, studiosi di Tradizione, dovrebbero saperlo.
La domanda successiva è, ancora una volta, terribilmente capziosa: Catalano e Pizzo asseriscono che la casa editrice Solfanelli, il Cerchio e Dimensione Cosmica siano un ricettacolo di autori palesemente orientati a destra, devoti al tradizionalismo integrale di Julius Evola e proni alle tesi dello storico delle religioni Mircea Eliade. Quindi, per pubblicare presso queste case editrici è sulla rivista è necessario dichiarare la propria militanza politica? Naturalmente nel nostro testo non c’è niente che giustifichi questa opinione e nemmeno che semplicemente la adombri, è solo un maldestro tentativo di volere per forza appiccicare una tesi precostituita agli autori, quindi non c’è bisogno di replicare. Più avanti però si legge: Ci pare comunque che Pizzo abbia pubblicato per Solfanelli. Allora non era consapevole di essere ospitato da un editore di destra, tradizionalista ed evoliano? Certo che ne ero consapevole, e non ci vedo nulla di strano. Siete voi, cari De Turris e Fusco, che attribuite agli altri (a me, a Catalano) un ostracismo che non è nei fatti: io ho curato, da solo o in collaborazione, una quindicina di antologie dal 2010 a oggi e non ho mai chiesto a nessun autore le sue opinioni politiche (eccetto che per due che erano concepite espressamente come politiche, Ambigue utopie e Sinistre presenze, entrambe pubblicate da Bietti, guarda caso un altro editore di destra). Marco Solfanelli si è sempre comportato con me in maniera corretta e affabile e io altrettanto con lui, e la distanza politica non ci ha impedito di avere buoni rapporti. Fino ad ora pensavo fosse lo stesso nei riguardi di De Turris (Fusco l’ho frequentato molto meno), ma evidentemente lui (forse invecchiando) si è irrigidito.
La Manno prosegue con la domanda: Nonostante tali accuse, Catalano e Pizzo continuano a ribadire che abbiate fatto molto in Italia per la narrativa dell’Immaginario. Non è una contraddizione? Risposta: Più che una contraddizione, sembra un atteggiamento schizofrenico (…). Ora, essendo la schizofrenia la dissociazione di una mente non si può certo applicare a un testo scritto da due persone, ma aldilà di questo uso improprio del termine ribadisco che nel nostro testo non c’è nessuna contraddizione, come chiunque può verificare (leggendolo!). Da una parte si ammette l’ottimo lavoro fatto dalla nota coppia: scelta dei testi, cura delle traduzioni, eleganza dei volumi, proposta di autori nuovi e riproposte, tutto quanto riguarda l’aspetto editoriale (e, per quanto riguarda il solo De Turris, anche il lavoro di riscoperta di scrittori italiani). Dall’altra si evidenzia la loro militanza politica e lo stravolgimento ideologico cui hanno sottoposto autori e testi. Nessuna contraddizione, solo un’analisi dei fatti, in ambiti diversi e con il supporto di poterli guardare a distanza di tempo.
L’intervista prosegue con due domande relative al riquadro sull’Ucronia, pubblicato in versione ampliata su Carmilla (https://www.carmillaonline.com/2018/08/19/ucronia-e-distopia-fantafascismo-e-fantamarxismo/) prima del suo inserimento nella Guida ai narratori italiani del fantastico: chi non possiede il volume può andare pertanto a leggerla e verificare – aldilà delle risposte – se è sbagliato sostenere che De Turris e Fusco abbiano strumentalizzato le opere di H.P. Lovecraft e di J.R.R. Tolkien, facendo apparire questi due scrittori come uomini di destra. Voglio citare a questo proposito Franco Pezzini, che nel recensire sempre su Carmilla il volumetto Howard Phillips Lovecraft, L’età adulta è l’inferno. Lettere di un orribile romantico, a cura di Marco Peano (https://www.carmillaonline.com/2019/02/18/i-grandi-antichi-in-tinello/) osserva: “Contraddizioni che arrivano fino al suo pasticciato e cangiante pensiero politico, certo non un interesse-cardine del suo pensiero (nelle sue lettere diluviali parla di tutto, non è strano che si esprima anche sulla realtà politica e sociale), assunto a bandiera in taluni sottomondi italioti di destra e su cui non è neppure il caso di tornare.” La seconda domanda è invece: Sempre nello stesso apparato critico, Catalano e Pizzo sostengono con fervore l’ucronia sia un genere di speculative fiction amato dalla destra a causa della voglia di rivalsa derivante dalla sconfitta che il regime fascista ha subito durante la seconda guerra mondiale. A loro dire i progressisti invece preferiscono cimentarsi nella distopia. A parte il “fervore”, inesistente, si tratta di una ipotesi, certo da verificare ma non poi del tutto campata in aria, che non meritava nemmeno una domanda, se non per permettere una risposta piena di sproloqui tra cui la ridicola accusa di schedatura.
L’ultima domanda (ma trascuro tanti altri dettagli per non annoiare i lettori) è: Per quale motivo tanto accanimento da parte di Catalano e Pizzo? Ora, non mi pare che ci sia mai stato accanimento, nessun accanimento particolare. Non siamo stati offensivi, al contrario di loro che nei nostri riguardi usano espressioni come assurdità, infantilismo, schizofrenia, regressione, manicheismo, fanatismo… abbiamo solo dato un resoconto dei fatti e mi pare che neanche loro li neghino, anzi continuano a vantarsene! Approfittando dell’intervista per ripercorrere con anche troppa dovizia di particolari le tappe della loro carriera, ovviamente riletta a modo loro.
Mi pare di aver letto altrove recenti interventi, credo del solo De Turris, in cui egli accusa gli avversari politici di essere rimasti fermi alle polemiche di cinquanta anni fa, di non essersi accorti della caduta del muro di Berlino. Si sbaglia, il solo fatto che sia lui a citare questo dimostra come sia lui a essere rimasto ancorato al passato, noi abbiamo esaminato i fatti in prospettiva storica e comunque guardiamo sempre avanti. E della caduta del Muro ce ne siamo accorti: buon per la Germania, ma in Russia è tornato lo Zar… Su una cosa dT&F hanno ragione: il futuro ci spaventa. Sì, ci spaventa la recrudescenza del fascismo, il sovranismo e il populismo, il razzismo riemergente, il Governo dei Cinque Stelle e della Lega, il bullismo dei giovani, il ruolo minoritario delle donne, la diseguaglianza sociale. Contro tutto ciò continueremo a lottare, nel nostro piccolo e con l’unica arma che abbiamo: la scrittura.
L’IMMAGINE è tratta dal citato “Ucronia e Distopia: Fantafascismo e Fantamarxismo” su Carmilla on line
Qui in “bottega” ho già scritto cosa penso di Gianfranco De Turris ma anche della ben strana idea (che gira in certi ambienti della fantascienza) secondo cui non dovrebbe essere criticato il suo filofascismo. E perchè mai? Boh, forse in nome della comune passione per fantascienza e dintorni; un po’ come se i vegetariani non potessero inorridire per tutto ciò che ha fatto Hitler. Nel caso di De Turris non si tratta solo di un pessimo (fascista appunto) pensiero o di falsità perchè spesso le brutte idee comportano cattive frequentazioni. Un esempio concreto: Gianluca Casseri, cioè il killer dei due senegalesi (a Firenze nel dicembre 2011) che era attivo in Casa Pound, aveva pubblicato «La chiave del caos», vagamente fantascientifico, con la prefazione appunto di De Turris. Non credo sia un caso o un infortunio. Fra picchiatori, assassini, stragisti (da una parte) e fascisti salottieri o “in guanti bianchi” (dall’altra) le differenze esistono. Ma sempre di gentaccia si tratta. Non ci possono essere dubbi che tutti loro si muovano contro chiunque si impegni per una società migliore. Nostri nemici dunque. E noi dobbiamo, senza esitazioni, essere sempre contro di loro.
“L’intellettuale dissidente”. Non sarebbe male indagare su questo sito in maniera più approfondita e fare controinformazione.
Che brutta cosa intridere la nobile fantascienza di bassa ideologia politicantista, ancor peggio se filofascista.
Che amarezza!
E tristezza fanno i commenti simil-minatori, una profusione di tracotante ignoranza scientemente concimata con diseducativo oscurantismo, dei camerati da centro sociale rimasti prigionieri degli anni di piombo, non certo paura.
[contropiano] Relazioni pericolose. Un “intellettuale dissidente” sulle colonne del “Manifesto”?
http://contropiano.org/interventi/2016/01/02/relazioni-pericolose-un-intellettuale-dissidente-sulle-colonne-del-manifesto-034540
Sul comunitarismo, segnalo questo intervento di Valerio Evangelisti:
[carmilla] I rosso-bruni: vesti nuove per una vecchia storia
https://www.carmillaonline.com/2010/07/21/i-rosso-bruni-vesti-nuove-per/
Ancora su L’intellettuale dissidente…
https://www.facebook.com/ProgettoDreyfus/posts/lintelletuale-dissidente-che-tira-il-sasso-e-nasconde-la-manoil-quotidiano-il-me/579494072126958/