Fra passato e presente, l’Italia incontra la diversità

Gianstefano Ancarani sul romanzo «La linea del colore» di Igiaba Scego

Dopo «Oltre Babilonia» (2008) e «Adua» (2016) Igiaba Scego con «La linea del colore» continua a raccontarci il fenomeno migratorio – troppo spesso definito problema o emergenza – cercando di addentrarsi con delicatezza nel faticoso tema che molto spesso fa da cornice, vale a dire quello della violenza (non soltanto sessuale e fisica) e scavando dunque verso le origini patriarcali e coloniali. Attraverso la storia di Lafanu Brown, il libro di Igiaba Scego ci catapulta nell’Italia appena unita, in quella nazione incollata male dai Cavour e dai Savoia alla quale nessuno, all’inizio, credeva.

Afroamericana di nascita, ritrattista per scelta, Lafanu arriva nell’Italia di fine ‘800 passando dall’Inghilterra: inevitabilmente la sua vita è un continuo divincolarsi fra stereotipi e pregiudizi legati alla pelle nera.

Lafanu in cerca di fortuna parte dalla sua terra di origine per arrivare a una terra promessa e dall’altra parte c’è Leila, giovane afroitaliana contemporanea curatrice di mostre: vuole conoscere, attraverso le sue opere, la figura di Lafanu Brown e ne ripercorre il suo viaggio da migrante, trovando analogie con le storie di migrazione dell’oggi.

Sbirciando nella vita di Lafanu e in quella di Leila (che le fa da sponda) Igiaba Scego racconta come il migrare – uno degli istinti primordiali e mai cambiati dell’essere umano – pùò essere motivato da uno spirito di sopravvivenza oppure semplicemente dal turismo; in mezzo a questa forbice così ampia c’ è l’umanità, divisa ancora oggi fra chi ha un passaporto forte e chi ce l’ha debole, fra chi nasce nella parte “fortunata” del mondo e chi la deve cercare.

Attraverso una ragazza afroamericana, il romanzo parla di “italianità” e anche della capacità di accoglienza che la nostra nazione è stata comunque in grado di offrire: assorbendo differenze, rafforzando la nostra identità. Ma allora, come oggi, l’incontro con il diverso spesso rimane in equilibrio fra un mero razzismo e un velato buonismo.

«La linea del colore»: Bompiani: 19 euro, 367 pagine.

 

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