Frammenti di quotidianità palestinese – 4
Attacco improvviso israeliano su Gaza, numerosi morti e feriti tra i palestinesi
9 maggio 2023 – Almeno 12 palestinesi sono stati uccisi e altri 20 feriti nell’attacco improvviso lanciato nella notte da Israele contro la Striscia di Gaza.
Tra i morti, riferiscono fonti locali, ci sono tre bambini e quattro donne.
Obiettivo ufficiale dell’offensiva aerea denominata “Scudo e Freccia” sono stati alcuni leader di spicco del Jihad Islami colti di sorpresa nelle loro abitazioni ed uffici.
Inizialmente il bombardamento condotto, pare, anche con droni killer, ha preso di mira Jihad al-Ghanam, Khalil al-Bahtini, membro del Consiglio militare e comandante della regione settentrionale nelle Brigate al-Quds (l’ala armata del Jihad) e Tariq Ezz al- Din e i suoi due figli, Ali e Mayar.
Tra gli uccisi figura anche il dottor Jamal Khaswan, direttore del consiglio di amministrazione dell’ospedale Al-Wafa.
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Poi l’aviazione israeliana ha preso di mira numerosi obiettivi che il portavoce militare israeliano ha descritto come campo militari e siti per la fabbricazione di razzi ed esplosivi. Gli attacchi hanno provocato altre vittime, alcune delle quali civili.
Il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant ha scritto su Twitter che “l’esercito e lo Shin Bet (intelligence, ndr) hanno svolto la loro missione con precisione, contro la leadership del Jihad islami nella Striscia di Gaza”. Non ha fatto alcun riferimento ai bambini e alle altre vittime civili.
In previsione di una probabile escalation, le autorità di Gaza hanno annunciato la chiusura degli istituti scolastici e il rinvio degli esami previsti per oggi fino a nuovo avviso. L’orario di lavoro nelle istituzioni governative è stato ridotto al minimo necessario. Anche l’Unrwa (Onu) ha annunciato che, al fine di garantire la sicurezza degli studenti e del personale docente e scolastico, le lezioni saranno sospese. Altrettanto avverrà nelle università.
A Gaza tutti si attendono una guerra ampia. Il Jihad, si prevede, lancerà i suoi razzi contro Israele in risposta agli attacchi subiti e alle uccisioni. Poi dovrebbe cominciare un attacco massiccio da parte di Israele che ha già avvertito la sua popolazione nei pressi di Gaza di restare in casa e nei rifugi.
I media israeliani sostengono che il governo Netanyahu vorrebbe tenere fuori dal conflitto il movimento Hamas, la principale forza militare a Gaza. Ma il capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, ha replicato che “il nemico ha fatto un errore nelle sue stime e pagherà il prezzo del suo crimine” e che “l’aggressione ha preso di mira tutto il nostro popolo e la resistenza è unita nell’affrontarla”.
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Sulla strada dell’apartheid in Israele
da Haaretz (*)
7 maggio 2023 – Lo Stato di Israele è a pezzi ed è gestito da un governo disfunzionale, ma l’impresa di insediamento e il saccheggio della terra palestinese continuano a ritmo serrato, compresa l’asfaltatura delle strade dell’apartheid.
Le autorità hanno raggiunto le fasi finali di progettazione di una strada separata per i palestinesi che collega il nord e il sud della Cisgiordania nell’area E1, vicino all’insediamento di Ma’aleh Adumim (Hagar Shezaf, 2 maggio).
La costruzione nei territori occupati, dove un popolo straniero vive sotto controllo militare da 56 anni, richiede la costruzione di sempre più infrastrutture per mantenere l’esistenza -separata ma non uguale- dei padroni e dei nativi. Infatti, l’obiettivo dichiarato della strada è quello di trasformare la Highway 1 in una strada “ripulita” dai palestinesi.
La pavimentazione di questa strada ha un significato diplomatico: Permetterà di costruire su 12 chilometri quadrati di terreno nella zona E1 che è stata aggiunta al territorio comunale di Ma’aleh Adumim. Impedirà ai palestinesi di passare accanto agli insediamenti esistenti e a quelli ancora da costruire. Si prevede inoltre che separerà le comunità beduine che vivono nell’Area C vicino a Ma’aleh Adumim dalla città di Azaria, dove si recano per lavoro e per i servizi.
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Si tratta di un’area in cui Israele non ha costruito finora a causa delle aspre critiche internazionali. Israele ha anche evitato – finora – di sfrattare i residenti del villaggio di Khan al-Ahmar a causa delle critiche della comunità internazionale. Ma Bezalel Smotrich, il ministro che il Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha lasciato a capo della Cisgiordania, ha dichiarato la scorsa settimana: “Khan al-Ahmar sarà evacuato perché è illegale… si trova in un’area strategica… È l’area che deciderà se –il cielo non voglia–ci sarà una contiguità territoriale che colleghi Betlemme con Nablus e Ramallah”.
O in altre parole: Il governo è interessato a ripulire quest’area dai palestinesi e a costruirvi solo per gli ebrei. La strada ha lo scopo di permettere questo.
Va da sé che in un momento in cui i prezzi e i tassi di interesse sono in aumento, c’è sempre denaro per gli insediamenti. Il Ministero delle Finanze e il Ministero dei Trasporti hanno recentemente deciso di stanziare altri 30 milioni di shekel per la strada, per un costo totale stimato di 279 milioni di shekel. Come tutto ciò che accade nei Territori, anche questo progetto è stato classificato come progetto di difesa, il che consente a Israele di pavimentare la strada anche se passa attraverso l’Area B, dove Israele non ha l’autorità di pianificare e pavimentare strade civili, e di usare un ordine di sequestro per prendere terreni privati palestinesi.
La protesta contro la revisione giudiziaria si concentra sull’intenzione del governo di assumere il controllo dell’autorità giudiziaria. Ma i suoi piani per approfondire l’apartheid nei territori occupati in vista dell’annessione non sono meno pericolosi, e questo è un altro motivo per intensificare la protesta fino a quando questo governo, che non ha freni, non cadrà.
(*) Traduzione italiana da Assopace Palestina.
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BETLEMME. Israele demolisce scuola palestinese co-finanziata dall’Unione Europea
di Eliana Riva (*)
8 maggio 2023 – Frequentata da decine di bambini e bambine palestinesi, la scuola di Jubbet ab-Dib è stata demolita domenica dal governo israeliano che occupa la Cisgiordania.
L’abbattimento è stato reso esecutivo dopo la sentenza del tribunale distrettuale che si è espresso in merito a una petizione presentata dall’organizzazione Regavim, una ONG di destra di cui il ministro israeliano delle finanze, Bezazel Smotrich è cofondatore.
In un tweet l’organizzazione ha festeggiato il risultato.
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Costruita sei anni fa anche grazie ai fondi dell’Unione Europea, l’istituto scolastico accoglieva gli studenti e le studentesse di Jubbet ab-Dib come quelli di Beit Ta’mir.
Prima che venisse realizzata, le bambine e i bambini della scuola dovevano percorrere tre chilometri al giorno per raggiungere l’istituto più vicino. Gli abitanti, in segno di protesta, hanno allestito sulle macerie una tenda che continuerà ad ospitare le lezioni.
L’Unione Europea ha condannato la demolizione, definendola una violazione del diritto all’istruzione. Bruxelles era già intervenuta, chiedendo alle autorità israeliane di non distruggere l’istituto:
“L’Unione europea condanna la demolizione della scuola finanziata dall’UE a Jubbet Adh Dhib, nel territorio palestinese occupato, effettuata domenica mattina dalle forze di difesa israeliane. L’UE ha seguito da vicino questo caso e ha chiesto alle autorità israeliane di non effettuare la demolizione che colpisce direttamente 81 bambini e la loro istruzione.
L’UE ricorda che le demolizioni sono illegali ai sensi del diritto internazionale e che il diritto dei bambini all’istruzione deve essere rispettato. L’UE invita Israele a fermare tutte le demolizioni e gli sgomberi, che non faranno che aumentare le sofferenze della popolazione palestinese e rischiano di infiammare le tensioni sul terreno.Lo scorso anno sono state demolite o sequestrate dalle autorità di occupazione un totale di 954 strutture in tutta la Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, il numero più alto registrato dal 2016. Più dell’80% delle strutture demolite (781) si trovava nell’Area C. In totale, 1.032 persone sono state sfollate a causa delle demolizioni. Quest’anno sta già seguendo una tendenza simile e preoccupante”.
Il comunicato arriva solo poche ore dopo la cancellazione dell’evento annuale organizzato dagli ambasciatori per celebrare l’Unione Europea: Israele aveva designato come suo rappresentante il ministro suprematista Ben Gvir, la cui presenza non sarebbe stata gradita.
Israele attua il suo programma di pulizia etnica, di eliminazione del popolo palestinese.
Denunciare i suoi crimini è giusto, ma non sufficiente.
Occorre far seguire alla denuncia azioni tali da isolare Israele, disvelandone il terrorismo e la criminalità