Frammenti di quotidianità palestinese – 9
GERUSALEMME. Espulsa dalla sua abitazione la famiglia palestinese Sub Laban
Con un blitz scattato alle prime ore del giorno (11 luglio 2023), reparti speciali della polizia israeliana ha fatto irruzione nella casa della famiglia palestinese Sub Laban nel quartiere di Aqabat al-Khalidiya, a pochi metri dalla moschea di Al-Aqsa nella città vecchia di Gerusalemme, e ha espulso gli anziani Noura, 68 anni, e Mustafa Sub Laban, 73 anni. Sgomberati anche gli attivisti locali e internazionali che da settimane presidiavano l’abitazione che questa mattina è stata consegnata a una famiglia di coloni israeliani.
Si chiude con un atto di forza, dopo decenni di battaglie legali contro il provvedimento di espulsione dal piccolo appartamento in cui ha vissuto sin dagli anni ’50 in affitto protetto, la vicenda della famiglia Sub Laban che ha generato attenzione internazionale.
Lo sgombero è giunto dopo che l’Alta corte israeliana aveva sentenziato la fine del contratto di locazione della coppia di anziani a favore dell’associazione “Galizia” – legata alla destra estrema israeliana – che dal 2010 cercava di sfrattare la famiglia palestinese. La casa era stata affittata dalle autorità giordane ai Sub Laban nel 1953 e da allora, come altri appartamenti nella città vecchia di Gerusalemme, è soggetta a contratto di locazione protetta. Secondo la “Galazia” la casa sarebbe appartenuta prima del 1948 ad una famiglia ebraica ed ha ottenuto dai giudici israeliani il via libera ad occuparla al posto dei Sub Laban.
«Mia madre affittò questa casa nel 1953, dalle autorità giordane che allora controllavano la zona araba di Gerusalemme», racconta Nora. «In questa casa ci sono nata e ho continuato a viverci assieme a mio marito e ai miei figli in affitto protetto», aggiunge facendo riferimento alla condizione in cui si trovano tante famiglie palestinesi residenti all’interno delle mura antiche a Gerusalemme Est occupata da Israele nel 1967.
Garantite per decenni da intese tra Israele, Giordania e Nazioni Unite, ora si sentono indifese.
Lo Stato di Israele da un punto di vista internazionale è considerato una “potenza occupante” a Gerusalemme Est, la zona palestinese della città presa militarmente nel 1967, e non ha il diritto di insediarvi la sua popolazione civile.
Da questa mattina si ripetono le proteste di attivisti nella città vecchia contro l’espulsione dei Sub Laban. La polizia ha arrestato almeno cinque persone.
Uccisi tre palestinesi in Cisgiordania
L’esercito israeliano ha ucciso due combattenti palestinesi nella città di Nablus, questa mattina (7 luglio 2023), in un raid sfociato in scontri a fuoco che hanno provocato il ferimento altri di due giovani e l’arresto di altri tre.
Khairy Shaheen e Hamza Maqbool sono stati circondati all’interno di una casa nella Città Vecchia e hanno detto di non volersi arrendere.
Quindi sono stati uccisi quando le truppe israeliane hanno lanciato l’attacco all’edificio.
Un terzo palestinese Abdel Jawad Saleh, colpito al petto durante proteste contro l’occupazione a Umm Safa (Ramallah), è morto poco dopo l’arrivo all’ospedale.
Guardate il momento in cui una bambina palestinese ha cercato di abbracciare il padre palestinese ammanettato
dal Palestine Chronicle, traduzione di AssopacePalestina
Quando la piccola figlia dell’attivista politico palestinese Ramzi Abbasi ha cercato di abbracciarlo prima della sua prevista comparizione in tribunale, i soldati israeliani hanno trascinato il padre incatenato e si sono allontanati in fretta.
Abbasi è un famoso atleta palestinese che ha scalato alcune delle montagne più alte del mondo.
È detenuto dal 2 aprile 2023, senza accuse, secondo la cosiddetta “detenzione amministrativa” di Israele.
La detenzione amministrativa è la legge israeliana che permette a Tel Aviv di trattenere gli attivisti palestinesi, a volte per anni, senza accuse formali.
Centinaia di attivisti palestinesi sono attualmente detenuti in base a questa legge, considerata illegale dal diritto internazionale.
Il 12 luglio, Abbasi è stato ammanettato e portato a un’altra udienza in tribunale, in cui né lui né il suo avvocato hanno potuto conoscere le eventuali accuse.
La figlia piccola ha visto il padre nel corridoio del tribunale e ha cercato di abbracciarlo, ma è stata ignorata dai soldati.
Rimanendo composto, il padre ha pronunciato parole di incoraggiamento per la figlia, mantenendo il suo sorriso.
Dall’inizio del 2023, Israele ha ucciso 206 palestinesi
303 strutture palestinesi demolite nella prima metà del 2023
da Infopal
Israele ha ucciso 206 cittadini palestinesi dall’inizio del 2023, secondo il centro dati palestinese “Mu’ti”.
Il centro ha riferito che 64 cittadini palestinesi sono stati uccisi a Jenin, altri 46 sono stati uccisi a Nablus, e 37 nella Striscia di Gaza.
Mu’ti ha aggiunto che 11 cittadini sono stati uccisi a Ramallah, 10 ad al-Khalil/Hebron, 8 nella Gerusalemme occupata, 6 a Tulkarem, 4 a Qalqilya e Betlemme, e 2 a Tubas e Salfit, 3 nella Palestina occupata del 1948.
Le forze di occupazione israeliane (IOF) hanno effettuato 256 operazioni di demolizione nel primo semestre del 2023, prendendo di mira 303 strutture palestinesi, secondo quanto rivelato lunedì da fonti palestinesi.
La Commissione per la Resistenza al Muro e alle colonie ha confermato in un rapporto che le IOF hanno demolito 303 strutture palestinesi, inclusa una scuola, e hanno confiscato circa 4400 ettari di terra in Cisgiordania e nella Gerusalemme Occupata.
A causa delle demolizioni, 543 persone, tra cui 272 bambini, sono rimaste senza casa.
Nello stesso periodo segnalato, sono state emesse anche 822 ordinanze di demolizione contro strutture palestinesi, con il pretesto che erano state costruite senza permessi.
Secondo il rapporto, soldati israeliani e coloni hanno commesso 4.733 violazioni ai danni dei palestinesi e delle proprietà palestinesi, tra cui sabotaggi, sradicamento d’alberi, blocco stradali e aggressioni fisiche.
Sono stati segnalati 1.148 attacchi da parte dei coloni durante gli ultimi sei mesi, che hanno causato la morte di otto cittadini palestinesi.
Il rapporto include anche la creazione di 13 colonie su terre palestinesi.
Nello stesso periodo, durante gli attacchi dei coloni sono stati sradicati 8.340 alberi.
Attualmente, 465 mila ebrei vivono in oltre 130 colonie e più di 140 avamposti nella Cisgiordania occupata, inclusa la Gerusalemme.
(Fonti: PIC e Quds Press).
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Non è giusto quello che si fa ‘. .. !!! Contro il popolo palestinese.. basta
E’ UN’EDIZIONE RIVEDUTA E CORRETTA DELLA “SOLUZIONE FINALE” CHE I NAZISTI TEDESCHI INTENDEVANO REALIZZARE NEI CONFRONTI DEGLI EBREI