Frammenti umani nelle strade e spiagge – 7
«A un passo dal culo mio» db, cioè Daniele Barbieri, raccoglie alcuni flashes (*). E voi fate i commenti e/o raccontate qui i “vostri” quotidiani frammenti.
La spiegazione delle FOTO è in coda.
Spiaggia 1
«No, amore» fa lei alla bimba: «non devi schizzare, ci vuole educazione». Così dicendo spegne con cura la sigaretta nella sabbia e la lascia lì.
Spiaggia 2
Per capire il dialogo seguente bisogna sapere che certi traghetti hanno come “simbolo” il Batman reso celebre da fumetti e film. Lui: «Ma ripensandoci, hai visto sul traghetto che palle grosse aveva Batman nel bar?». Lei esita e poi: «ma era alto tre metri». Un po’ piccato lui: «ma con tanti bambini … le palle così in evidenza».
Spiaggia 3
«Che fai qui? Non eri con loro?». Così (a voce un po’ troppo alta, ma va beh) il signor Z. Gli risponde sconsolato (con tono più basso) il signor H: «mai più con coppie, litigano sempre. Ma che vacanza è? Sto meglio da solo.»
Spiaggia 4
Prima voce: «buongiorno, oggi è passato a “La gazzetta dello sport” eh?». Seconda voce: «Sì, il libro era troppo lungo e poi sono in vacanza».
Spiaggia 5
Incontro al bar e presentazioni varie. A finre giro, il signor W tende la mano anche alla ragazzina e lei si presenta: «Sono Giorgia». Mezzo secondo di imbarazzo sul volto di W interrotto dalla madre: «Eh sì, tanti anni fa non immaginavamo questa situazione». Risata: «Beh, non è colpa vostra» butta lì W. «No di certo» risponde il padre: «da noi non ha preso mezzo voto».
Spiaggia 6
Scambio di battute in una piccola comitiva; l’accento sembra lombardo, comunque nordico. «Bella l’Elba». «Sì, è la prima volta per noi». «Io vengo spesso». «Anche io ma se posso vado in Sardegna». «Che favola la Sardegna». «Ah sì, certo così bella che i sardi proprio non se la meritano».
Spiaggia 7
Asciugamani in vena di ricordi, tutti maschi. Il numero 1: «quand’ero ragazzino ho cominciato a disobbedire ai miei». Numero 2: «io rubavo i gelati». Numero 3: «io sognavo di rimorchiare». Numero 3: «io invece guardavo le donne in bikini, sperando che accavallassero le gambe». Numero 4: «Sentite questa: io ci provai con una ragazzina un po’ più grande e lei proprio non mi filò. Avevo visto che stava a metà di un giallo e allora il giorno dopo, mentre lei era in acqua, sgusciai all’ombrellone della sua famiglia e le strappai l’ultima pagina del giallo».
Ultima Spiaggia?
C’è un tipo (diciamo X) che steso sull’asciugamano si gode il primo sole del mattino. Lì vicino tre altri maschi che battezziamo J, K e Y. Davanti a loro una bambina si china per giocare con il secchiello e dal costume le esce il culo. Subito J dice (a voce abbastanza alta che si senta da qualche metro): «Guarda la troietta, già si prepara». K e Y ridono. Ad alta voce X dice: «Fate schifo» e si alza in piedi: «fai schifo tu che lo dici e fate schifo voi che ridete. Siete merde». Li guarda per un attimo: J risponde allo sguardo, K e Y fingono di essere altrove. Finisce così: andando via probabilmente X è triste più che incazzato.
LE IMMAGINI
Per capire la scelta di queste fotografie (grazie Massimo) dovete immaginare quest’altro frammento di dialogo che, più o meno, avviene realmente e di continuo, anche se non necessariamente in spiaggia; di solito alle casse o al momento di pagare al bar.
«Daniè, ma il portafoglio cade a pezzi».
«Lo so, è in motivo di orgoglio. Credo che abbia 15 anni e spero resista un altro po’».
«Ma sei scemo?».
«No, sei tu che vivi in uno sciocco consumismo esibizionista».
(*) Davvero sono flashes dal mondo cosiddetto reale: grazie a chi ha già contribuito e a chi lo farà con i propri frammentucci o frammentoni. Davvero/davvero conto di ricevere da voi storie e immagini – frammentini o frammentoni – per allargare l’occhio e l’auricolare. Questa robbbba non ha senso (è noiosa) se c’è solo db, cioè Daniele Barbieri; e poi c’è un limite anche all’egocentrismo più esercitato. Anche perchè se qui trovate solo un certo bipede romano-imolese potreste credere che il giardino zoologico sia minuscolo. Certo che se una/uno sta sempre chiuso in casa e non incontra umani… poi un po’ se lo merita il tedio esistenziale, no?