Fratelli siam(co)esi – 383

Via Piñera e basta con Edogan: ve lo diciamo per la 383esima volta… come le vignette di Energu

(e occhio a Rodari)

con una noticina dubbiosa di db

OCCHIO A RODARI

qui sotto Energu si cimenta con Gianni Rodari. Vi riveliamo un segreto: noi bottegardi da lunedì lanceremo una grande, piccola iniziativa per ricordarlo. Se volete saperne di più restate sintonizzati.

 

NOTICINA DUBBIOSA (di db)

W la satira e dunque W Energu. Censura mai. Però voglio esprimere il mio dubbio (forse un radicale disaccordo). La battuta sull’ergastolo ostativo e sul braccialetto elettronico disegnato da Bulgari può essere variamente interpretata. Se però Energu la intende – e/o voi la intendete – alla Marco Travaglio (per altri versi una bella testa e un giornalista coraggioso) cioè che l’ergastolo è barzelletta, che in uno Stato “serio” non esiste possibilità di redenzione in nessun caso eccetera beh ecco io esprimo il mio dissenso. E ovviamente la mia voglia di ragionarne.

Redazione
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Un commento

  • Vedo che il 99% degli “organi di informazione” stravolge il significato dei pronunciamenti contro l’ergastolo ostativo; anche per questo condivido lo spirito della osservazione critica di Daniele Barbieri alla vignetta di Energu; è iniquo chiedere collaborazioni non esigibili o materialmente impossibili se, per esempio, tutti i corresponsabili di un fatto sono deceduti o già condannati; su cosa potrebbe “collaborare” in questi casi la persona all’ergastolo ?
    diverso se la persona fosse davvero a conoscenza di elementi che possano fermare criminali ancora in azione ; in questi casi il “ricatto” premiale potrebbe avere riscontri utili in termini di prevenzione del crimine; un problema concreto è quello di uscire da una logica premiale che premia la obbedienza acritica e si identifica come forma di sottomissione psicologica; la cosa veramente importante è la capacità di previsione dei comportamenti che la persona a cui viene rilasciato un permesso potrà adottare; io non ho la palla di cristallo nè sono un criminologo; devo ricordare però la parabola criminale di Izzo ; visto che non siamo lombrosiani non possiamo ritenere che Izzo sia un soggetto geneticamente portato al crimine; essendo peraltro antifascisti e ricordando bene l’omicidio del Circeo , ci avessero chiesto un parere su Izzo e sulla attenuazione del regime carcerario forse avrebbe prevalso la pulsione punitiva ma per istinto politico; sono note le conseguenze delle decisioni dei giudici ; dunque se una persona ha fatto 25-30 anni di carcere duro subendo peraltro molte misure puramente vessatorie , anche in termini di deprivazione sensoriale o tese ad ottenere obbedienza cieca piuttosto che altro, dopo questo lasso di tempo il problema non è chiedergli collaborazioni materialmente impossibili ma, per farla breve, evitare di fare gli “errori” (se così vogliamo chiamarli) fatti con Izzo; dunque partendo , come quasi sempre, da posizioni di minoranza , teniamo ferme le nostre osservazioni nella consapevolezza , suggeritaci anche dagli studi di psicologia sociale, che le minoranze sono spesso diventate maggioranze.

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