Fuochi artificiali? Non ce li possiamo più permettere
Lettera aperta di Vito Totire (*) a Barbara Panzacchi, coordinatrice Comuni dell’Unione Idice-Savena
Nelle more di una ipotesi di confronto ad ampio raggio sui temi ambientali e della gestione dei rifiuti segnaliamo l’opportunità di “segnare in agenda” l’esigenza di eliminare fonti di inquinamento evitabili: non solo senza costi, ma con risparmio di risorse, altrimenti, sprecate.
Ci riferiamo ai “fuochi artificiali” che continuano a inquinare il territorio italiano e quello della provincia di Bologna.
Si fa fatica anche a registrare gli eventi mentre occorrerebbe – magari a carico della Prefettura – fare comunque un censimento delle occasioni di utilizzo e dei costi, vale a dire delle risorse economiche “buttate”.
La nostra proposta è drastica: bando della produzione e dell’uso.
Negli ultimi giorni dobbiamo prendere atto dell’uso di fuochi a Pian di Setta e Sassoleone (5 e 8 agosto) a cura del PD; il 9 agosto a Ozzano Emilia (per iniziativa del Ramazzini!), a Loiano l’11 agosto, a Monghidoro il 13 (parrocchie? Proloco?) e la lista purtroppo si allunga.
Il sito scelto per il “lancio” a Loiano è il Poggiolone che sovrasta una zona sottoposta a sequestro giudiziario per asserito interramento abusivo di rifiuti; dunque inquinanti su inquinanti. Solo un atteggiamento superficiale e irrispettoso nei confronti dell’ambiente e della salute umana (e animale) può indurre a reiterare condotte di questo genere, che potevano avere qualche significato nei secoli scorsi… anche se comunque nella logica negativa che gli storici hanno definito “feste, farina e forca”.
Oggi la reiterazione di queste condotte appare assurda e autolesionista. Senza dimenticare che il comparto produttivo è il più mortifero al mondo per gli operai addetti (vale ricordare la strage di Modugno nel 2015) e alla luce di questa constatazione, la nostra proposta è semplice: ordinanze per il divieto di uso, produzione e commercializzazione. In alternativa chiediamo che il tema venga posto all’ordine del giorno della Unione Idice-Savena per il semplice motivo che, a partire da punti di vista diversi, quantomeno è necessario avviare la discussione.
Vogliamo spendere una ennesima considerazione. Alcuni decenni fa, un sindaco lungimirante vietò l’uso delle buste di plastica; ad Arnaldo Naldi sono stati tributati encomi pressoché unanimi. Oggi la politica “plastic free” pare addirittura “di moda”.
La domanda è: dobbiamo sempre aspettare 40 anni… prima di fare le “cose giuste”?
Non è il momento di una sorta di ordinanza Naldi/bis ma sui fuochi artificiali? Non mi dilungo sulla varietà inquietante di sostanze cancerogene, tossiche, allergizzanti, contenute nei fuochi artificiali: la letteratura scientifica sul tema è solida e accessibile a tutti. Tuttavia è utile una sottolineatura: le tecnologie produttive oggi in uso, pur riducendo la dispersione di metalli pesanti e di anidride solforosa, prevedono l’uso consistente di nano particelle, dunque l’aumento di rischi legati al passaggio alveolo-capillare dei residui che inquinano l’aria ma anche dei rischi di esplosione in fase di fabbricazione.
Si deve evitare di reiterare a vita la logica dell’intervento sempre e comunque “il giorno dopo”.
Grazie per la attenzione. In attesa di cortese riscontro.
(*) Vito Totire è portavoce del circolo Chico Mendes, di AEA (Associazione Esposti Amianto) e del circolo Francesco Lorusso
Bologna-Monghidoro, 11.8.2019
L’IMMAGINE IN ALTO – scelta dalla “bottega” – è L’isola dei morti (la prima di 5 versioni) del pittore Arnold Böcklin
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