Furundulla 231- Carceraria 6-Bunkeropolis

…Playng in Florence, anni ottanta del 900

di Benigno Moi

Assodato che le vignette non vanno spiegate… ma sono un sasso buttato come spunto di riflessione, per ogni vignetta almeno un link (forse)

Basta col sole a scacchi, tavole finali

Per vedere la prima puntata, con premessa: carceraria 1

Gli ultimi disegni della mostra “Basta col sole a scacchi” che pubblico riguardano la denuncia della gestione, spesso brutale e oltre la stessa legalità d’emergenza, di alcuni aspetti della detenzione e della pena (la carcerazione preventiva; la differenziazione fra detenuti, con isolamenti spesso durissimi e prolungati; gli arresti domiciliari). Una, invece, si riferisce all’adesione e partecipazione, ovviamente solo ideale, alla grandissima manifestazione che si tenne a Roma il 22 ottobre 1983, per la pace e contro l’installazione dei missili a testata nucleare che gli USA stavano installando in Europa, e in particolare a Comiso.

La vignetta  testimonia la volontà e il bisogno dei detenuti di “partecipare” in qualche maniera ad eventi esterni, che sentono e vivono con intensità ma da cui sono allontanati. Anche eventi sganciati dalle tematiche della detenzione, della repressione. E non necessariamente eventi politici.

A questo proposito ricordo la “partecipazione” (dovuta anche al fatto di dover/poter passare intere giornate davanti alla televisione) alla drammatica diretta tv della storia del bambino caduto nel pozzo a Vermicino nel giugno del 1981. Dal carcere di Lucca, dove allora stavo, e dal carcere di Rebibbia furono inviate delle corone di fiori ai funerali di Alfonsino Rampi.

E ricordo il telegramma di condoglianze che, alla morte di Eduardo De Filippo, mandammo dal carcere di massima sicurezza di Cuneo. De Filippo, oltre ad essere quel gigante del teatro che tutti stimavano e amavano, negli ultimi anni della sua vita si era impegnato molto a favore dei minori detenuti, fondando fra l’altro un laboratorio teatrale nel carcere minorile di Nisida e ispirando la cosiddetta “Legge Edoardo” della Regione Campania.  la-lezione-di-eduardo-de-filippo    rai Le-voci-di-dentro

E conservo ancora gelosamente il biglietto di ringraziamento che ci mandò il figlio di Eduardo, Luca.

 

 

 

 

 

Il poster fu ispirato da una campagna in favore della protezione di alcune specie di animali sardi a rischio di estinzione

 

La chiusura della mostra, elaborazione del cubo simbolo delle mure della cella, che si apre a colori e articolazioni di speranza, accompagnato ancora da versi di Paul Klee.

Gioco dell’oca

Prima ancora di disegnare le cartoline nel Carcere di Fossombrone (cfr carceraria 1), o in contemporanea (non ricordo bene la genesi del tutto), disegnai un particolare “gioco dell’oca“. Il disegno, a china nera e rossa su foglio ruvido formato 47×34 circa, lo realizzai mentre stavamo nel carcere delle Murate a Firenze durante il processo di primo grado al troncone toscano di Prima Linea (novembre 1982-aprile 1984), e probabilmente (lo deduco da un dettaglio del disegno stesso) era destinato ad essere stampato e venduto dai compagni fiorentini solidali per raccogliere soldi per noi detenuti. Non so per quale motivo non se ne fece niente, ed io stesso avevo quasi dimenticato il disegno, e stentavo a ritrovarlo.

Per cogliere i vari riferimenti nella sua interezza bisogna avere una qualche conoscenza della Firenze di quel periodo, visti i personaggi citati (dal mitico Socrates al ministro Lagorio) e alcune situazioni della Firenze di quegli anni. E bisogna avere, ovviamente, memoria del clima che si respirava in città prima e durante quel processo, a seguito della militarizzazione del centro storico, attorno all’aula bunker costruita fra tante polemiche nei pressi del carcere femminile di Santa Verdiana e del carcere maschile delle Murate, carceri in cui buona parte dei 90 imputati in quel processo erano detenuti.

Bunkeropolis

 

Un processo

Il movimento contro le legislazioni speciali, il carcere duro (articolo 90, carceri e braccetti speciali, il cosiddetto “circuito dei camosci”), e contro la repressione dei movimenti nel loro complesso, era radicato anche a Firenze, che sulle tematiche delle carceri e dei detenuti politici  produsse vari materiali. Il Collettivo Gabbia/no produsse anche una storia  a fumetti sul processo fiorentino a Prima Linea, disegnato da Paolo Babini; “Un processo, note circostanti ad un processo dell’emergenza”, che all’interno di un’analisi della situazione carceraria in Italia raccontava, in maniera sarcastica, il processo e il suo impatto sulla città e sugli amici e compagni dei militanti processati.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Altri contributi del Collettivo Gabbia/no di Firenze

 

cartolina contro l’articolo 90 

 

 

 

 

Furundulle carcerarie, da carceraria 1

L’origine del nome dato alla rubrica Furundulla si può scoprire qui: hastagasa

La Furundulla precedente  carceraria5

 

Popeye sciopero fame

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