G7 ambiente: kermesse mondiale dell’ipnosi
Attirare l’attenzione sul futuro per evitare di parlare del presente … a Bologna ma anche in Canada
di Vito Totire (*)
500 rotture delle tubazioni del cemento-amianto a Bologna nel 2016; il Canada che continua a spargere amianto nel pianeta e i convenuti del G7 spendono denaro pubblico quando avrebbero fatto meglio a starsene a casa…
L’incipit del G7 ambiente è la paura del terrorismo; il ministro italiano “competente” ha esordito con timori per l’ordine pubblico per evitare di affrontare i problemi reali concedendo in cambio fumosi progetti per il futuro e quando non sono fumosi puntano solo al businness.
Dopo il fallimento totale di Taormina ci accingiamo ad assistere alla valanga di chiacchiere preconfezionate e diffuse da un apparato istituzionale mondiale che ci considera folle suggestionabili e ipotizzabili.
Fa da cornice al G7 una ostinata campagna mediatica pro-Canada in stile gossip preparata dalla propaganda sul signor Trudeau (piace alle donne?! Ma che ce ne importa?). Dopo il gossip arriva la polpetta avvelenata: l’ONU concede al Canada la palma mondiale per la difesa dell’ambiente…è il massimo. LA PRESENZA DEL CANADA A BOLOGNA, NON MENO CHE QUELLA DEGLI USA, E’ UNA OFFESA PER LE VITTIME DELL’AMIANTO.
PIU’ DI TRECENTO MORTI DA AMIANTO TRA OGR E CASARALTA E SI INVITA IL CANADA A BOLOGNA… NON CI POSSIAMO CREDERE. Insomma l’ONU investe il Canada – che “spaccia” l’amianto mortale – di un ruolo di capofila nella difesa dell’ambiente…
Di questa pacchiana, inutile e dispendiosa kermesse di Bologna che si è voluta definire “G7 ambiente” abbiamo alcune cose da dire :
- è stata accreditata persino Hera come azienda capace di dire e fare qualcosa di positivo sull’ambiente! Davvero incredibile… vedi punto successivo,
- NEL 2016 NELLA RETE CITTADINA BOLOGNESE CI SONO STATE 500 ROTTURE DELLE TUBAZIONI IN CEMENTO-AMIANTO; i siti sono disponibili per i cittadini; anticipiamo un solo dato: 17 ROTTURE NEL 2016 SOLO IN VIA PETRONI; di conseguenza: cosa hanno bevuto in via Petroni i cittadini residenti?
- il G7 ambiente è a conoscenza dei livelli di inquinamento da amianto di acque, vini e liquori canadesi? Il G7 ambiente è consapevole del fatto che la ostinazione del Canada è una delle motivazioni della diffusione in ¾ del pianeta di ulteriori quantità di amianto?
- quando il ministro italiano parla di acqua per l’Africa, quali tubazioni ha in mente? A prescindere ovviamente che (“piano Marshall”…) si tratta di aria fritta nel senso della prevedibile reiterazione dei vecchi aiuti finiti in ruberie da pare delle consorterie di potere locale
- il ministro italiano si dice propenso a non inviare più rifiuti nostrani all’estero; ma di cosa parla? Il piano regionale amianto E-R evidenzia che l’amianto di questo territorio va per i suoi 8/10 – almeno – in Germania. Va bene così? In verità il ministro rimuove totalmente il problema amianto (molto bravo nelle tecniche ipnotiche visti appunto i 1650 kilometri di tubazioni presenti a Bologna) e si riferisce ai rifiuti da bruciare che il ministro vorrebbe elininare in casa (con nuovi inceneritori?).
Ora il dialogo è sempre un obiettivo ragionevole ma questo G7 ambiente ha fatto di tutto per impedirlo.
Bologna, 6.6.2017
(*) Vito Totire è presidente nazionale AEA, l’Associazione Esposti Amianto.
L’IMMAGINE – scelta dalla “bottega” – è di Giuliano Spagnul.
SEGNALO quanto lanciato in rete da Alberto Zoratti di “Stop TTIP”
In un mondo ideale, gli accordi internazionali, potrebbero rafforzare enormemente il campo della protezione ambientale e della tutela dei diritti, garantendo un miglioramento della vita delle persone e dell’economia dei Paesi coinvolti, contribuendo altresì a elevare gli standard nei paesi meno virtuosi e a fissare regole comuni e vincolanti, capaci di garantire più saldamente la salute degli ecosistemi.
Ma oggi, è del tutto evidente quanto siamo lontani da questo scenario.
In occasione del G7 Ambiente che si terrà a Bologna e delle mobilitazioni organizzate dal “Coordinamento G7M” a cui Stop TTIP Italia parteciperà animando un evento, la Campagna ha prodotto un nuovo rapporto sulle politiche di liberalizzazione commerciale e il loro impatto sull’ambiente e sul clima.
Perchè il rischio di modificare profondamente i nostri ecosistemi a causa di un sistema economico insostenibile è altamente più probabile delle retoriche promesse inserite nel documento che vedrà la luce a Bologna.