La maledizione della noce moscata – Amitav Ghosh

(letto da Francesco Masala) tradotto da Anna Nadotti e Norman Gobetti – Neri Pozza, 2022 – 19 euro

Amitav Ghosh è uno scrittore coi fiocchi e in più è (molto) informato dei fatti, le decine di pagine di bibliografia e note alla fine del libro lo testimoniano.

Si parte dallo sterminio da parte degli olandesi degli abitanti delle isole Banda, per avere il monopolio della produzione e del commercio della noce moscata.

L’autore ci accompagna in molti luoghi dove il colonialismo europeo ha fatto stragi.

Leggiamo con dolore della crudeltà dei nostri avi, e possiamo capire che la mela del peccato originale è niente in confronto dei peccati del colonialismo e del razzismo.

Leggiamo l’opinione* di Chinua Achebe su Joseph Conrad, un convinto razzista.

Veniamo a sapere, fra le altre cose, delle straordinarie doti di umanità di L. Frank Baum, l’autore del Meraviglioso mago di Oz, che una volta scrisse: «Per legge di conquista, per giustizia di civiltà, i bianchi sono i padroni del continente americano, e il modo migliore di garantire la sicurezza degli insediamenti di frontiera è l’annientamento dei pochi indiani rimasti. Perché no? La loro gloria è sfumata, il loro spirito spezzato, la loro virilità cancellata; meglio che muoiano piuttosto che vivere nello stato pietoso in cui sono ridotti».

Un libro da non perdere, scritto benissimo e ricco di contenuti importanti.

 

 

*La motivazione di Achebe appare chiara. In Heart of Darkness (1899) Conrad, attraverso Marlow, descrive l’Africa (il Congo Belga, scenario dell’opera) come un luogo remoto e selvaggio senza alcun legame con la civiltà (occidentale).  Ma sono i suoi abitanti a impressionare Marlow. Egli, infatti, è sconvolto all’idea che si tratti di umani e che non via sia nessuna differenza fra lui ( e gli inglesi) e loro. Questa  la citazione che condanna Conrad:

Quella terra non aveva più nulla di terrestre. Noi siamo abituati a contemplare la forma ormai doma di un mostro soggiogato, ma laggiù — laggiù ci si trovava alla presenza di qualcosa di mostruoso e di libero, qualcosa che non aveva niente di terrestre. E gli uomini… no, non erano inumani. Ma proprio questo, ve l’assicuro, era il peggio: questo sospetto che lentamente si faceva strada, che non fossero inumani. Quella gente urlava, saltava, piroettava, faceva smorfie orrende; ma ciò che dava i brividi era precisamente il senso della loro umanità — non diversa dalla nostra — il senso di una remota parentela fra noi e quel selvaggio tumulto appassionato. Una cosa sgradevole, sì, davvero sgradevole.

Le parole di Marlow son inequivocabili. Per Achebe la questione è chiusa: Conrad, si fa portavoce di un pensiero razzista che travalica i confini della finzione narrativa…

da qui

 

…Cuore di tenebra è un’opera razzista, e Joseph Conrad era profondamente razzista: questa è la tesi di Chinua Achebe. E in quanto tale, l’opera non può essere più considerata tra le migliori della letteratura inglese, ignorandone del tutto questi aspetti…

da qui

 

https://stanlec.blogspot.com/2023/09/la-maledizione-della-noce-moscata.html

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *