Giancarlo Biffi: li chiamano incidenti

Da un giorno all’altro la vita non è più la stessa, in un attimo progetti e sogni vanno in frantumi. Ciò in cui eri impegnato perde senso e occorre una forza straordinaria per rimanere a galla, per provare nuovamente a vivere. Intorno al primo maggio sui palcoscenici dell’isola sono stati presentati due lavori teatrali importanti che hanno affrontato di petto, con coraggio e senza alcuna demagogia, il tema degli incidenti sul lavoro. “Lavorare stanca” rappresentato dal Crogiuolo, scritto e magnificamente interpretato da Rita Atzeri per la regia di Francesco Origo, ci mostra il malessere, il senso di perdita di una donna che tra le mura domestiche attende in solitudine il ritorno dal lavoro del compagno, consapevole che ciò non potrà più accadere… il suo uomo ha lasciato la vita dentro una cisterna. Un atto d’accusa forte ed emozionante, contro chi ha come unico orizzonte il profitto, gente di pochi scrupoli che pone sempre la vita umana dopo il guadagno. Lo spaesamento della donna, la sua richiesta di giustizia, la necessità di lottare perché ciò non avvenga più, si schianta contro l’ipocrisia di un sistema capitalista ordinato secondo i canoni del liberismo da finanziarie e speculatori. “Giorni rubati” di Rossolevante per la regia di Juri Piroddi e Silvia Cattoi, vede invece in scena un attore d’eccezione, Gianmarco Mereu, sopra di cui quattro anni fa è crollato un gigantesco cancello, costringendolo per sempre sulla sedia a rotelle. Uno spettacolo scritto sulla pelle, una testimonianza diretta, intensa e commovente, su come l’esistenza può cambiare in un istante ma anche l’eccezionale forza di un uomo che non si arrende, che va avanti, che utilizza tutti gli strumenti per sensibilizzare, far conoscere, far comprendere che non è questione di “fato”, ma del fatto che dietro ogni incidente ci sono responsabilità e omissioni. Due spettacoli di denuncia e poesia, per un teatro che ha ancora da dire e che delle volte dall’involucro della finzione tira fuori una verità più forte del vero. Un teatro che riacquista senso e centralità come arte del presente, tutta da riscrivere, da riprendere nelle mani, da non lasciare ai denti famelici di padroni e agenzie di rating ma da vivere come opportunità per un mondo in cui ogni atto sia al servizio dell’uomo e non il suo contrario.

Redazione
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Un commento

  • Ho appena finito di seguire su Rai news 24 l’intervista a Gianmarco Mereu e Juri Piroddi mentre sto svolgendo il mio lavoro, durante il turno notturno. Vorrei ringraziare Gianmarco e la sua incredibile, meravigliosa, vigorosa voglia di vivere Complimenti a tutta la Compagnia Teatrale. Sarei felice di poter vedere lo spettacolo dal vivo nella mia citta’, Firenze. Chissa’ …. Per il momento Vi ringrazio per avermi regalato in questa notte l’ esempio di una umanita’, di un tipo di vita vera, vissuta al 100%, che non puo’ che meritare tutta la mia simpatia e la mia stima. Grazie a tutti Voi e un abbraccio a Gianmarco.

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