Giovanna Melandri e il fango (solo?) di Balzac
di Božidar Stanišić
Ricordate l’inizio del romanzo «Papà Goriot» di Balzac, in cui lo scrittore racconta una “strana” relazione tra il fango delle strade, i viaggiatori di carrozza e
l’onestà?
Raccontato in una breve parafrasi: gli onesti di quei tempi potevano essere viaggiatori in carrozza che si sporcavano dal fango delle strade e pedoni che riuscivano a non sporcarsi.
Quindi, l’onesto allora poteva essere cercato a mezzogiorno con la lanterna di Diogene.
Il vecchio Honorè de Balzac non aveva peli sulla lingua (forse perché non frequentava corsi di scrittura ma imparava a scrivere scrivendo, leggendo e dando i nomi adeguati ai fenomeni sociali e culturali attorno a lui).
C’entra qualcosa la Parigi dell’inizio dell’Ottocento con la Fondazione Maxxi, gestore del Museo delle arti di Roma? A volte le domande retoriche sono ottime stampelle per camminare almeno qualche centimetro sopra il fango dell’insaziabilità dei politici di questo Paese.
«Il Fatto quotidiano» (del 24 dicembre 2014) ha offerto alcune prove sullo stipendio maxi del presidente della Maxxi: quando era stata eletta presidente della Fondazione Maxxi, Giovanna Melandri aveva dichiarato che avrebbe percepito 90 euro l’anno. Quindi, uno stipendio simbolico, per un lavoro che l’ex ministro avrebbe svolto praticamente a titolo gratuito. Era il 19 ottobre 2012, Melandri diede le dimissioni da parlamentare e incominciò la sua nuova avventura.
Evidentemente – a quanto racconta «Il Fatto Quotidiano» – quello stipendio da 90 euro era destinato a crescere vertiginosamente, visto che oggi si scopre che la sua retribuzione è di 90mila euro l’anno lordi. Ma c’è di più: a questa somma si aggiunge un bonus variabile in funzione dei successi ottenuti dal museo. Se l’incremento dei biglietti staccati va dal 5 al 15% la Melandri percepisce un bonus di 12mila euro netti; se salgono al 15-20% il bonus si adegua e raggiunge i 18mila euro; se si arriva al 30% l’incremento sale a 24mila euro. E se i biglietti aumentano ancora di più? Sarà il consiglio d’amministrazione, in quel caso, a decidere quale sarà l’incremento corretto. Di base, però, si può dire che se Giovanna Melandri ha successo come presidente della Fondazione Maxxi il suo stipendio può arrivare fino 70mila euro netti.
La domanda posta nell’articolo di Marco Lillo si sintetizza così: può l’ex ministro prendere uno stipendio di questa entità? La risposta è sì, grazie alla trasformazione dell’ente in una fondazione di ricerca. A verificare che sia tutto davvero regolare è la Ragioneria generale dello Stato: sarà quindi Davide Franco – dopo una serie di approvazioni e annullamenti tutti interni al Maxxi – a decidere se stipendio e premi di Giovanna Melandri, e la trasformazione della Fondazione in un ente di ricerca, siano o meno legittimi.
Non mi intendo di controlli della Ragioneria generale dello Stato, però – e purtroppo – mi intendo di occhi non bugiardi e un po’ del vecchio Balzac.
Gli occhi di tutti noi rivelano quanto può essere insaziabile la persona entrata in politica per scopi personali. Poi… dipende dal proprietario degli occhi che ne penserà.
Balzac è come la ragione e la coscienza che ci ammoniscono di non aver tante illusioni all’entrata di quei musei romani nei quali certo tutto è in apparenza pulito, ma c’è il fango dell’insaziabilità le cui radici nessun ragioniere dello Stato può tagliare. Per vedere il fango su ogni biglietto comperato ci vuole il lume di Diogene? Oppure la luce del risveglio della coscienza e della ragione? Che tuttavia dovrebbe avere il nome BASTA.
BOZIDAR, Grazie per aver espresso così bene un comune sentire.