Governo fascista: ecco chi l’ha eletto
di Alessandro Ghebreigziabiher (*)
Ecco, ce l’hai fatta.
Finalmente sei riuscito nel tuo scopo, più o meno consapevolmente.
Il governo dei populisti è al potere.
Ho detto populisti?
Oh, scusa, volevo dire… anzi, voglio dirti la verità, vorrei sempre, storia o notizia che sia.
Intendevo fascisti, già.
I fascisti sono tornati a comandare il nostro paese.
E per quanto tu possa adesso stracciarti le vesti e mostrarti indignato, sei proprio tu che l’hai aiutati.
Sei tu che li hai eletti, esatto, incrollabile sostenitore del meraviglioso mondo del cosiddettocentro sinistra, social democratico riformista, e altre fuorvianti definizioni.
Ovviamente, non è la sopravvalutata crocetta sul simbolo, a cui mi riferisco, ma tutte le innumerevoli occasioni nelle quali sei stato il mattone con cui lastricare la via per il timone della nostra povera nave agli intolleranti di professione.
Seduto al riparo di un termine che hai inesorabilmente svuotato di ogni senso.
Sinistra, proprio così, insieme alle imprescindibili realtà innanzi alle quali avresti dovuto prendere coerente posizione.
Come gli immigrati, cominciamo dal meno eludibile.
Hai votato i fascisti quando hai iniziato a convincerti che essere di sinistra volesse dire semplicemente tollerare gli stranieri, invece di essere colui che accoglie a braccia aperte il nuovo arrivato. E hai fatto lo stesso nell’istante in cui hai pensato che immigrazione significasse espulsioni e flussi, controlli in mare e braccialetti identificativi, cadendo nell’ignobile distinguo tra seconde generazioni eclandestini, tra rifugiato politico e migrante economico.
Quante parole ingannevoli hai lasciato entrare nel tuo vulnerabile vocabolario.
Ammainando il nobile mantello che ti avrebbe protetto da questa sì, orrenda invasione. Quello dove c’era e c’è ancora scritto che essere di sinistra comporta schierarsi sempre, senza se e senza ma, dalla parte degli ultimi.
Senza alcuna discriminazione, come si soleva e si dovrebbe ancora dire.
Hai regalato il tuo voto ai fascisti dall’attimo in cui hai creduto che per essere di sinistra bastasse essere con quelli di sinistra.
E allora era sufficiente distribuire i tuoi sentiti like alle pagine social dei personaggi dal ventilato buon cuore e dei giornali di ormai annacquata storica appartenenza, partecipare alle adunate di stampo formalmente progressista e rispondere agli appelli e le petizioni sensibili alle cause nobilitate unicamente dal proclama di turno.
Ti sentivi di sinistra perché andavi a vedere gli spettacoli di quelli di sinistra.
Ti dicevi di esser di sinistra perché compravi solo i libri di quelli di sinistra.
Eri persuaso di essere uno di sinistra perché non ti perdevi mai un’ospitata di quello davvero di sinistra, mica come gli altri. E poi di corsa a complimentarti e lodare il tuo eroe dalla parte mancina dello schermo.
Perché è ormai lampante, parafrasando il detto, eri sempre pronto a salire sul carro di quelli di sinistra, ma di successo.
Nel medesimo tempo, continuavi a ignorare il primo, sacrosanto principio, mentre i poveri del mondo, un solo, unico popolo che avresti dovuto vedere compatto nella tua preziosa visione, senza alcuna differenza, venivano messi l’uno contro l’altro.
Alla fine, perfino con il tuo avallo, ed è questa la cosa più inaccettabile.
Analogamente, hai votato i fascisti tradendo un altro, inviolabile assioma per la tua presunta categoria, quando hai ceduto alla folle e irresponsabile idea che possa aver fondamento civile, legale e morale una cosiddetta guerra giusta.
Ignorando colpevolmente il concetto insegnato più volte dalla Storia con la esse maiuscola che se non ci sei tu, tra il dialogo costruttivo e il campo di battaglia, gli stermini, i massacri e i genocidi, il sangue scorre e generazioni intere scompaiono.
Hai votato i fascisti illudendoti che proteggere il pianeta e aver cura dell’ambiente fosse prerogativa esclusivamente di quelli verdi, assolutamente da non confondersi con i rossi a cui ti vergognavi di appartenere ogni giorno di più.
E se tutto ciò non bastasse, hai votato i fascisti anche di fronte alle molteplici, e per questo sante vie attraverso le quali l’amore unisce due persone, quando avresti dovuto farti uno, imprescindibilmente uno con le creature discriminate per il colore del cuore.
Adesso, tutto è compiuto.
Come nel secolo scorso, la vera destra, che qualcuno erroneamente chiama estrema, ma è sempre stata solo destra, ha in mano i destini della nazione.
Spero, lo spero davvero che da questo momento in poi, per quanto difficile, nasca qualcosa di buono.
Ovvero, che tu, vedendo chi hai votato finora, capisca finalmente cosa voglia dire.
Essere di sinistra.
(*) Ripreso da «Storie e Notizie» (numero 1580) che Alessandro Ghebreigziabiher così presenta: «Il blog Storie e Notizie ha iniziato a muovere i suoi primi passi verso la fine del 2008 e contiene racconti e video basati su reali news prelevate dai maggiori quotidiani e agenzie di stampa on line, al seguente motto: “Se le notizie sono spesso false, non ci restano che le storie”. L’obiettivo è riuscire a narrare le news ufficiali in maniera a volte fantasiosa, con l’auspicio di avvicinare la realtà dei fatti più delle cosiddette autorevoli fonti di informazione. La finzione che superi la verità acclarata nella corsa verso la comprensione delle cose è sempre stata una mia ossessione. “Storie e Notizie” ha un canale Youtube, una sua pagina Facebook e anche la versione in lingua inglese, Stories and News. A novembre 2009 ha debuttato l’omonimo spettacolo di teatro narrazione». RICORDO che qui in bottega «Storie e notizie» viene ospitato – scorrete il colonnino di sinistra e lo troverete – a ogni uscita.