Grazie Daria
«INCULTURA IMPERIZIA NEGLIGENZA IMPRUDENZA»: perché ricordare la strage (del 19 luglio 1985) a Stava. Un appuntamento a Milano il 23 giugno.
di Sergio Mambrini
Daria Dovera è geologa. Inoltre è analista ambientale e di pianificazione territoriale. E’ esperta di valutazioni di impatto ambientale e valutazioni ambientali strategiche di piani e programmi. Fu componente del collegio dei periti tecnici di parte civile nel complesso procedimento penale contro Montedison, e altre parti, per la strage di Stava del 19 luglio 1985.
Poco prima del trentennale della strage, esce il suo libro «STAVA INCULTURA IMPERIZIA NEGLIGENZA IMPRUDENZA» che sarà presentato a Milano martedì 23 giugno – dalle 16 – presso il Centro congressi fondazione Cariplo, via Gian Domenico Romagnosi 8.
Daria Dovera ha scritto un testo di grande interesse scientifico, ma prima di tutto etico, preciso, documentato, chiaro e civile. «Ho fatto solo il mio dovere» mi ha spiegato. «Dici poco? Se tutti facessero il loro dovere, vicende come quelle di Stava non succederebbero mai!» le ho risposto.
Così recita la locandina che descrive l’evento: «In un mondo nel quale le notizie durano lo spazio di un mattino e dove le aberrazioni umane hanno raggiunto livelli fino a ieri impensabili ci si chiede se valga la pena coltivare la memoria. Ma perdere la memoria è perdere la speranza. Noi perciò intendiamo esercitarla, non solo per rendere il giusto tributo alle vittime e alle loro famiglie ma anche perché queste tragedie siano di monito soprattutto alle nuove generazioni di professionisti. A questi giovani così esposti a suggestioni fuorvianti proposte, talora anche in forma subdola, da cattivi maestri. Che si annidano, lo vediamo tutti i giorni, in posti di rilievo nella pubbliche amministrazioni, nell’apparato dello Stato o nelle università. E i cui comportamenti sembrano quasi normali, perché così fanno tutti. Suggestioni che propongono carriere sfolgoranti anche prevaricando i propri simili. Che sostengono le ragioni del forte e non considerano quelle del debole. Che non si assumono responsabilità ma talora anzi cercano di scaricarla sugli altri. Che parlano di furbizia piuttosto che di intelligenza. Che non vogliono mai sia declinato il merito. Che indugiano sui diritti e mai sui doveri.
A questi giovani noi – riproponendo alla loro attenzione una tragedia tutta attribuibile all’uomo, alla sua ignoranza, alla sua irresponsabilità, alla sua cupidigia, alla sua superficialità e anche alla sua arroganza – vogliamo dire di non svendere la propria intelligenza e la propria vita a falsi profeti che nel proporre i loro stili non pensano agli altri ma solo a se stessi. Così come vorremmo si convincessero di quanto sia importante e delicata la professione che si apprestano a intraprendere. A maggior ragione in un tempo in cui sta riprendendo campo, nell’ambito delle professioni tecniche che interagiscono con il territorio, una visione un po’ manichea secondo la quale si può operare sul territorio senza preoccuparsi eccessivamente di esso. E questo nonostante gli esempi che la realtà quotidiana ci offre anche in questi giorni».
ALL’APPUNTAMENTO DI MILANO (oltre all’autrice) PARTECIPANO
Giuseppe Guzzetti, presidente Fondazione Cariplo
Vittorio d’Oriano, presidente della Fondazione centro studi Consiglio nazionale dei geologi
Gian Vito Graziano, presidente del Consiglio nazionale geologi
Vincenzo Giovine, presidente Ordine geologi regione Lombardia
Erasmo D’Angelis, coordinatore Struttura di missione Italiasicura
Mauro Grassi, direttore Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico
Giovanni Pietro Beretta, dipartimento di Scienze della Terra “Ardito Desio” della università degli studi di Milano
Giovanni Bianchi, presidente emerito delle Acli regionali e nazionale
Sandro Scabini, già presidente Comitato milanese Famigliari vittime di Stava
Massimo Dinola, legale Acli Milano
Coordina:
Luigi Bignami, giornalista