Guatemala: Thelma Cabrera, voce degli esclusi
Il prossimo 25 giugno, in Guatemala si terranno le elezioni presidenziali. A sfidare i padroni di sempre, oligarchia e imprenditori, ci sarà la lottatrice sociale Thelma Cabrera, indigena maya scelta in occasione dell’ Asamblea Plurinacional del Movimiento para la Liberación de los Pueblos lo scorso 28 dicembre. Insieme a lei, in qualità di vice, l’ex procuratore Jordán Rodas, conosciuto per il suo impegno nel debellare il crimine organizzato.
Il Guatemala che arriva alle presidenziali di fine giugno è un paese distrutto dalle politiche securitarie ed escludenti di Alejandro Giammattei, il quale ha sempre fatto gli interessi delle multinazionali e di quella minoranza ricchissima, non indigena, che ha sempre considerato i maya alla stregua degli animali.
La coppia Cabrera-Rodas vuol rappresentare un punto di rottura non soltanto nei confronti di un sistema politico e sociale da sempre diretto a tutelare i soliti noti, ma mira anche a rompere le vecchie liturgie della sinistra classica. È proprio per questo che, nel 2016, il movimento indocampesino Comité de Desarrollo Campesino ha dato vita al Movimiento para la Liberación de los Pueblos, che scommette sulla creazione di uno Stato e di un’Assemblea Costituente popolare e plurinazionale in grado di contrastare la casta politica, economica e militare.
Percepita come l’india disobbediente che cerca di arrivare alla presidenza di una Repubblica ritenuta “bianca” solo dalla minuscola, ma ricchissima, minoranza del paese, Thelma Cabrera non avrà un compito facile. A confrontarsi, ha scritto Ollantay Itzamná, da un lato il buen vivir dei popoli indigeni, dall’altro il neoliberismo.
Da molti anni dirigente del Comité de Desarrollo Campesino, Thelma Cabrera è coordinatrice della Red de Mujeres e da sempre attivista per i diritti umani. La sua candidatura, come quella di Rodas, è frutto della consultazione delle comunità indigene e contadine.
Rodas, invece, docente universitario di diritto e sviluppo sostenibile, ha abbandonato il suo lavoro di procuratore a seguito della frode elettorale nelle elezioni del 27 aprile 2022 alla carica di Rettore dell’Universidad de San Carlos de Guatemala, alle quali era candidato, e anche indicato tra i favoriti, se si fossero tenute democraticamente.
Somos otra política, ama ripetere Thelma Cabrera, ricordando la sua provenienza dai movimenti sociali rispetto ai partiti conservatori, dove abbondano candidati legati all’ambito militare o imprenditoriale.
Per Thelma Cabrera non è la prima candidatura alle presidenziali: nel 2019 aveva ottenuto un onorevole quarto posto, nonostante il Movimiento para la Liberación de los Pueblos fosse stato fondato solo pochi mesi prima e per lei si trattasse della prima incursione sulla scena politica, con circa il 10% dei consensi.
Strumento politico del Codeca, così ama definirsi il Movimiento para la Liberación de los Pueblos, il partito è presente in tutti i dipartimenti del paese, in particolare in quelli di Suchitepéquez, Retalhuleu (dove è nata la stessa Thelma Cabrera), Alta Verapaz, Sololá e Petén e, particolare assai rilevante, i suoi militanti sono, più della metà, donne.
Per la società guatemalteca Thelma Cabrera nasce con tre “peccati”: donna, indigena e povera. Commenti razzisti e campagne denigratorie a mezzo stampa hanno cercato di intimorire a più riprese, senza riuscirci, Thelma Cabrera, la cui candidatura inizia a preoccupare tutti coloro che vogliono mantenere lo status quo attuale nel paese centroamericano poiché da tempo sostiene la necessità di rifondare uno Stato ormai da anni in preda alla corruzione.
Inoltre, Thelma Cabrera fa paura perché predica l’urgenza dei diritti collettivi e individuali di tutti i popoli, la convivenza pacifica e interculturale e ritiene ineludibile combattere il razzismo e il machismo. Istruzione e sanità accessibile a tutti rappresentano altri due punti rilevanti del programma elettorale della coppia Cabrera-Rodas insieme al diritto all’accesso alle risorse idriche e all’energia elettrica.
Nato nelle periferie del paese, adesso il Movimiento para la Liberación de los Pueblos sembra riuscire a far breccia anche tra i riformisti, soprattutto nelle città, dove le posizioni anticoloniali, antineoliberiste e antipatriarcali hanno cominciato a trovare un certo seguito. Thelma Cabrera è la voce di un popolo oppresso, quello indigeno e contadino, che non è più disposto vergognarsi per la propria lingua, i propri usi e costumi.
In Guatemala difendere la terra e i beni comuni come fa Thelma Cabrera è sempre più pericoloso. Nel solo 2019, l’anno delle precedenti presidenziali a cui si era presentata Thelma Cabrera, furono 14 i dirigenti del Codeca assassinati. In un’intervista rilasciata a Giorgio Trucchi nel luglio di quell’anno, una delle portavoce del movimento contadino dichiarò: “L’omicidio di tanti compagni e compagne ha l’obiettivo di frenare una lotta che oramai non è più solo per garantire i diritti, ma per promuovere cambiamenti strutturali nel modello neoliberista che impera in Guatemala, attraverso un processo di assemblea costituente popolare e plurinazionale. Poiché non sono riusciti a frenare il lavoro di coscientizzazione e di formazione politica a livello comunitario hanno deciso di cambiare strategia e di assassinare la nostra gente”.
Nelle precedenti presidenziali Thelma Cabrera resta convinta di esser stata vittima di una gigantesca frode elettorale e, nonostante allora non avesse ricevuto i fondi pubblici destinati ai partiti che partecipano alle elezioni, riuscì ad ad ottenere mezzo milioni di voti. Stavolta Thelma punta quantomeno al ballottaggio per poter difendere i diritti del Guatemala, maya, indigeno e contadino.