Guerra chimica, lavoratori schiavi…

… produzione di munizioni: prima guerra mondiale, «La BAYER non riconosce le proprie responsabilità»

testo ripreso dalla newsletter di Cbg – Coalizione contro i pericoli derivanti dalla Bayer – Germania (*)

L’anno scorso la BAYER AG ha celebrato il suo 150° anniversario. Ma i lati oscuri della storia della Compagnia sono stati completamente ignorati. Durante le celebrazioni non sono state menzionate né la relazione mutuamente proficua con il Terzo Reich né gli avvelenamenti da pesticidi né i prodotti farmaceutici mortali. Ci stiamo ora avvicinando al 100° anniversario dello scoppio della Prima Guerra Mondiale e ancora una volta la BAYER evita qualunque discussione sui suoi numerosi crimini.
Nella Prima Guerra Mondiale l’industria chimica tedesca produsse esplosivi, munizioni e gas velenosi. Gli alti prezzi garantiti dalle commissioni governative aumentavano significativamente i margini di profitto. Si arrivò a distribuire dividendi del 25%.
La BAYER costruì, a Cologne-Flittard, una fabbrica dedicata alla produzione di esplosivi, che sfornava 250 tonnellate di TNT al mese. Ci fu anche un boom nella produzione di materiali sostitutivi. Carl Duisberg, il direttore esecutivo della BAYER così si vantava dei propri successi nel luglio 1915: «Se tu vedessi come stanno le cose qui a Leverkusen, come l’intera fabbrica è stata trasformata e riorganizzata, come ormai sforniamo quasi solamente forniture di guerra… ne saresti molto contento».
Axel Koehler-Schnura della «Coalizione contro i pericoli derivanti dalla Bayer» afferma: «Il nome BAYER si collega in particolar modo con la produzione di gas velenosi. Eppure la Compagnia non si è ancora confrontata con il suo coinvolgimento nelle atrocità della Prima Guerra Mondiale. La BAYER non ha nemmeno preso le distanze dai crimini commessi da Carl Duisberg. Per questo motivo l’operato del Consiglio Direttivo non deve essere ratificato». Axel Koehler-Schnura ha introdotto una contromozione alla futura assemblea degli azionisti, pubblicata sul sito web della Bayer , in cui solleverà questo argomento.
Fin dall’autunno del 1914, in risposta a una istanza del ministero della Guerra, venne istituita una commissione per studiare la possibilità di utilizzo dei prodotti di scarto velenosi dell’industria chimica. La commissione era presieduta da Fritz Haber (direttore del Kaiser Wilhelm Institut), da Carl Duisberg della BAYER e dal chimico Walter Nernst. Duisberg fu presente personalmente durante i primi test sui gas velenosi e lodò entusiasticamente la nuova arma. «Il nemico non si accorgerà nemmeno che un’area è stata irrorata o del pericolo che corre e rimarrà tranquillo sul posto fino a quando si manifesteranno le conseguenze». A Leverkusen fu perfino costruita una scuola per la guerra chimica. L’esercito tedesco usò gas clorino per la prima volta a Ypres in Belgio. Si stima che in quell’attacco morissero dalle 2 alle 3 mila persone e molte di più furono quelle colpite seriamente.
Sotto la guida di Carl Duisberg, la BAYER continuò a sviluppare armi chimiche sempre più letali, prima il fosgene e più tardi il gas mostarda. Duisberg chiese con veemenza che tali armi venissero usate. «Il fosgene è l’arma più perfida che conosco (…) Raccomando fortemente di non lasciarsi scappare l’opportunità di provare le granate a gas durante questa guerra». Si stima che un totale di 60.000 persone siano morte come diretto risultato della guerra chimica iniziata dalla Germania.
Durante la Prima Guerra Mondiale, la BAYER ha anche sfruttato il lavoro forzato. Nell’autunno del 1916 Carl Duisberg chiese che gli fosse consentito «l’accesso alla vasta disponibilità di gente del Belgio». Il governo fece allora deportare circa 60.000 Belgi, cosa che provocò forti proteste internazionali.
La Direzione della BAYER è stata coinvolta in tutti gli aspetti della guerra fino al 1918. Per esempio Carl Duisberg promosse la guerra sottomarina a oltranza, il bombardamento dell’Inghilterra in violazione delle leggi internazionali e l’annessione del Belgio e della Francia del Nord. Chiese anche la creazione di «Lebensraum», territorio addizionale da destinare ai tedeschi, in Polonia e Russia.
Con il procedere della guerra il governo tedesco realizzò che non avrebbe potuto vincerla e che era opportuno cominciare negoziati di armistizio. La BAYER temette la fine dei suoi alti profitti di guerra e nel febbraio 1917, assieme agli alti comandi militari, Carl Duisberg chiese le dimissioni del Cancelliere Theobald von Bethmann. «Se si dovesse giungere a una scelta tra Hindenburg e Bethmann, sicuramente verrebbe rimosso Bethmann (…) Siamo totalmente sul piede di guerra e sarebbe meglio che questa situazione potesse essere comunicata al resto del mondo, fondendo in un unico ufficio quelli di Feldmaresciallo e di Cancelliere (…) perché la politica oggi è guerra e la guerra è politica». Poco dopo infatti il Cancelliere fu rimosso e non ci furono i negoziati per l’armistizio.
Quando finì la guerra, Carl Duisberg era sulla lista delle persone per le quali gli Alleati chiedevano l’estradizione e aveva buone ragioni per temere l’incriminazione come criminale di guerra. Le sussidiarie della BAYER negli USA furono espropriate.

150° anniversario: La storia “riverniciata” della Bayer

(*) Questo comunicato stampa (in italiano) è stato diffuso il 23 aprile 2014 dalla «Coalizione contro i pericoli derivanti dalla BAYER».

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