Hera: rotture della rete idrica significa…
… dispersioni non solo di acqua ma anche di amianto. Con le sue note capacità ipnotiche (e il suo agguerrito ufficio stampa) Hera cerca di tranquillizzare chi vive a Bologna e dintorni
di Vito Totire (*)
Rete ridotta a colabrodo a Budrio, rottura ad Altedo ma anche a Bologna (a ripetizione in via Caravaggio). Purtroppo potemmo continuare: tuttavia sostiene Hera la dispersione d’acqua è tra le più basse d’Italia, circa l’1,5%…
E la dispersione di amianto? Cosa bevono i cittadini nel lasso di tempo che intercorre tra la prima fenditura del tubo e la percezione del buco che si evidenzia con il fontanazzo per strada?
Abbiamo dati e certezza della presenza di cemento-amianto a Budrio, a San Pietro in Casale, a Galliera ecc. Ciononostante l’Ausl non ha mai fatto campionamenti fuori le porte della città di Bologna; per la verità non ha mai fatto campionamenti neppure in via Petroni dove le rotture nel 2016 sono state ben 17.
In via Caravaggio non risultano interventi su amianto nel 2016, non sappiamo dunque cosa emergerà nel 2017 (lo sapremo a breve avendo appena chiesto l’aggiornamento dati alla Ausl). Cosa hanno bevuto in quella strada in quei mesi , prima che alle rotture si mettesse mano…
Un fatto inquietante che ci porta poi a un quesito: che l’amianto abbia anche un effetto bromuro?
Da mesi riscontriamo, per usare un termine psicoanalitico freudiano, un atteggiamento di “belle indifference” da parte dei giornalisti, del Consiglio comunale, dei sindaci, della Ausl Bologna (circa gli ultimi campioni positivi non siamo ancora riusciti a conoscere i siti!). Uno dei pochi, temerari, organi di informazione che ha mostrato attenzione è Radio Città del Capo: che acqua berrà quella redazione?
Esigiamo che:
- ogni notizia di “rottura” sia accompagnata da notizie sulla natura della rete rotta;
- che il monitoraggio della dispersione di fibre venga esteso alle zone critiche;
- che le reti in cemento-amianto vengano bonificate;
- che i Comuni che non hanno amianto (Loiano) si dichiarino “asbestos in the water free” … oltre a quelli che notoriamente lo sono già (tipo Lizzano in Belvedere) in quanto questo è un modo serio per: a) dare un buon messaggio a residenti e turisti b) incentivare con motivazioni concrete l’uso dell’acqua di rubinetto;
- il monitoraggio diventi una prassi nazionale nelle situazioni a rischio, per esempio in aree sismiche (un ulteriore problema rimosso: cosa si è bevuto a Ischia dopo una scossa magnitudo 4?).
Bologna, 29.8.2017
(*) Vito Totire è portavoce di AEA-associazione esposti amianto e rischi per la salute