HO PARLATO COL DOTTORE
(Roba del Pabuda…)
lo spavento
per un paio (o tre?) dei sintomi
della sindrome
più in voga del momento
è uno spavento:
senza ritmo, senza cuore,
senza nome né cognome,
senza spessore,
senza il rombo d’un motore
all’attraversamento.
è un’attenzione tutta speciale
da esercitare
– con gli occhiali, senza occhiali,
con gli occhiali! –
sulle lineette del termometro.
lo spavento del momento
è un ascolto sempre più attento
del tuo respiro:
per misurare:
se è un fiatone preoccupante
o se arranca normalmente.
lo spavento d’oggigiorno
è proprio un’arte da critico d’arte:
a interpretare fedelmente
(ma senza scadere nel didascalico!)
il messaggio contenuto:
nel suono, nell’impeto,
nella frequenza dello starnuto.
lo spavento più aggiornato,
al passo colla moda, con la scienza
e con l’intuizione olistica,
impone quasi una psicoanalisi
della spossatezza.
con un simile spavento
ti ritrovi talmente indaffarato
che per la paura non rimane
né spazio né tempo.
—
(nell’immagine: Il mio Medico, by Pabuda)