“Ho preso il terremoto”
Un libro e un progetto per capire che il terremoto riguarda tutti e per contribuire alla ricostruzione sociale e umana delle terre colpite dal sisma.
articolo tratto da https://www.produzionidalbasso.com/
Un’idea di Giulia Scandolara, professionista della relazione d’aiuto e autrice (www.nelsisma.com) . “Ho preso il terremoto. Un’indagine umanitaria: la denuncia dei danni materiali e sociali in un Paese fragile” è prima di tutto un libro, che sarà pubblicato dall’editore Altreconomia una volta raggiunto l’obiettivo. Questa sarà anche l’occasione per lanciare pubblicamente una “Dichiarazione dei diritti umani nel terremoto”. Tutti gli abitanti delle “terre mutate” attuali e future hanno il diritto di essere protetti dall’abbandono. Il progetto continuerà poi anche con una ricerca e una presenza attiva di ascolto, per contribuire alla ricostruzione sociale e umana delle terre del Centro Italia colpite dal sisma.
Perché questo progetto
Molti italiani non sanno di appoggiare i propri piedi, costruire la propria vita e anche le proprie case su un Paese fragile. Come dimostrano i 10 forti eventi tellurici degli ultimi 50 anni, l’Italia è infatti soggetta ai terremoti, dal capo al tacco. Il progetto si concentra in primis su questo aspetto: molti cittadini hanno ancora una scarsa percezione di che cosa sia davvero il “rischio sismico” e del fatto che sia presente in tutta la Penisola. Pochi inoltre, se non l’hanno provato, si rendono conto delle reali conseguenze di un sisma, non solo per i danni materiali che provoca ma anche e soprattutto per la distruzione a livello umano e in termini di tessuto sociale. Non tutti sanno che nel “cratere” – l’insieme dei 138 paesi colpiti – il terremoto ha provocato effetti simili all’epidemia Covid-19 ancora in corso. Si sono persi riferimenti, certezze e non solo.
Che cosa succede a chi “prende il terremoto”?
Lo abbiamo visto accadere tante volte, l’ultima nel 2016 in Abruzzo, Marche, Umbria e Lazio. Quando il terremoto arriva si porta via le vite, le abitazioni, il tessuto sociale di interi paesi, le sicurezze e i diritti di ciascun abitante. E lascia solo domande. Come si può reagire all’abbandono e come si torna ad appartenere a un luogo dopo un disastro? Le scosse generate dal sisma sono un danno della naura, l’invisibilità che cala sui cittadini per anni è un altro tipo di ferita, con precise responsabilità. Che ne è del lavoro, delle relazioni, della famiglia e della socialità? Spesso tutto viene travolto dall’oblio, dall’assenza delle istituzioni e dal silenzio dei media, dalla difficoltà di creare una solidarietà duratura. Questo progetto racconta la perdita di diritti, affetti, lavoro – e soprattutto di certezze – delle persone e lo scandalo di una “ricostruzione” materiale e umana che ancora non è partita.
Perché sostenere questo progetto
Vi chiediamo di sostenere un progetto culturale, sociale e umano di conoscenza e prevenzione del sisma e di mitigazione delle sue conseguenze sui cittadini, sull’economia locale e sul tessuto sociale. I contributi saranno finalizzati a:
> Sostenere la pubblicazione e la divulgazione del libro
“Ho preso il terremoto. Un’indagine umanitaria: la denuncia dei danni materiali e sociali in un Paese fragile” , potrebbe uscire per Altreconomia a fine ottobre 2020. Il libro è il primo prezioso risultato della “ricerca umana” di Giulia, counselor e professionista della relazione d’aiuto, che ha lavorato nel “cratere” per un anno e mezzo, toccando con mano la condizione concreta, abitativa, sociale, umana degli abitanti, seguendo le loro vicende e quella delle “terre mutate”.
Il primo obiettivo del libro è “portare il terremoto fuori dal cratere” . Ovvero denunciare con forza l’attuale situazione delle quattro regioni del Centro Italia – Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo -, terremotate dal 2016. Gli abitanti di 138 Comuni sognano ancora una vita normale ma non sono state ancora portate via tutte le macerie, né tantomeno ricostruite le case; ogni giorno aumentano le conseguenze dello stress post traumatico, i danni economici, l’abbandono, il peso di un lutto mai elaborato. Questo – spiega il libro – è un tema nazionale, non solo un “problema locale”.
Il secondo obiettivo è spiegare ai lettori e ai cittadini italiani che i terremoti avvengono e sono ricorrenti in tutta Italia . Bisogna rendere evidente il rischio sismico del Paese, facendo comprendere come si faccia ancora ben poca prevenzione (prettamente solo in termini di ricostruzione delle case).
Il terzo obiettivo è chiarire che diventare terremotati significa perdere tutto . Il terremoto non è solo un evento geofisico bensì un fenomeno socio-culturale che mina gli equilibri di cittadini e tessuto sociale. Le sue conseguenze ed effetti a lungo termine sono aspetti ancora oggi poco affrontati. A causa del terremoto il Centro Italia è oggi un concentrato di fragilità umane e istituzionali a cui il progetto vuole dedicarsi.
> Divulgare la “Dichiarazione dei diritti umani nel terremoto”
Con la realizzazione di una “Dichiarazione dei Diritti Umani nel terremoto” – che sarà parte del libro e sarà presentata all’attenzione pubblica – si è inoltre costruito un documento virtuoso, che dà spazio al rispetto delle persone e delle fragilità umane. L’obiettivo, oltre alla libera adesione da parte di tutti i cittadini, è trovare inoltre partner che la adottino nel proprio apparato normativo. La sua adozione da parte di istituzioni, organizzazioni umanitarie, associazioni locali, infatti, è il primo passo per evitare che in futuro – in un contesto di calamità naturale – le tematiche sociali restino invisibili.
> Permettere all’indagine umanitaria sul campo di proseguire, attraverso un fondo ad hoc
Lo scopo è quello di mantenere un’interazione concreta con gli abitanti terremotati, generando forme di ascolto profondo e attivo e raccogliendo, con rispetto, informazioni utili a comprendere le esigenze dei territori feriti, a livello umano ed economico. Sarà creato inoltre un “fondo per la memoria”, un materiale di ricerca utile per preservare la storia dei luoghi attraverso la narrazione orale e per una futura ricostruzione sociale; e per non commettere gli stessi errori. Il frutto della ricerca sul campo sarà condiviso con sismologi, storici e altre figure professionali, con l’obiettivo di creare un approccio multidisciplinare al tema. I risultati dell’intera ricerca saranno divulgati e messi a disposizione gratuitamente attraverso strumenti digitali, supporti cartacei o dal vivo con incontri e conferenze.
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Giulia Scandolara
Mi chiamo Giulia Scandolara e sono una Counselor. Il punto di vista da cui sto costruendo la mia ricerca sul terremoto è quello di una professionista della relazione d’aiuto, innamorata della complessità del tessuto umano. Dal 2011 mi avvicino a contesti conflittuali, in equipe o “in solitaria” a seconda delle competenze richieste dalla situazione. Ho collaborato con comunità psichiatriche, centri antiviolenza tra Varese e Milano, sempre rispettando i limiti della professione. Oggi collaboro inoltre con poliambulatori dedicati alla gravidanza, studi medici, associazioni che hanno l’obiettivo di promuovere percorsi di crescita e sviluppo (fra Toscana ed Emilia-Romagna). Nel tempo mi avvicino alle ricerche dell’embriologo Erich Blechschmidt e incontro Jaap van der Wal. Da qui decido di costruire una visione più personale della relazione d’aiuto, che vede nella fragilità dell’embrione un vademecum per riscrivere l’ascolto stesso e il nostro fare. (www.arteterapiascandolara.it)
Altreconomia
Altra Economia è la casa editrice indipendente che pubblica il mensile Altreconomia e tre collane di libri dedicati ai temi dell’economia solidale, del turismo responsabile e degli stili di vita sostenibili. Altra Economia è anche servizi editoriali e agenzia di comunicazione per il terzo settore. www.altreconomia.it
Foto di copertina Andrea Signori , www.andreasignori.com
La foto fa parte del progetto http://www.lostatodellecose.