Honduras: 4 garifunas desaparecidos da otto mesi
Milton Joel Martìnez Avila, Suami Mejìa Garcia, Gerardo Misael Trochez Càlix e Albert Sneider Centeno Thomas sono stati rapiti dalla polizia il 18 luglio scorso. Dietro alla loro sparizione si cela l’attacco dello Stato contro gli attivisti che si oppongono all’estrattivismo minerario
di David Lifodi
Sono trascorsi quasi 8 mesi da quando quattro giovani garifunas della comunità di Triunfo de la Cruz sono desaparecidos.
Il 18 luglio scorso Milton Joel Martìnez Avila, Suami Mejìa Garcia, Gerardo Misael Trochez Càlix e Albert Sneider Centeno Thomas sono stati rapiti dagli uomini della polizia militare honduregna nelle loro case, come accadeva all’epoca della dittatura argentina, e da allora non si hanno più notizie. L’ultimatum allo Stato honduregno da parte della Commissione interamericana per i diritti umani, non è servito a smuovere il governo e le famiglie dei quattro giovani stanno iniziando a perdere la speranza di rivederli vivi.
I garifunas rapiti, militanti dell’Organización Fraternal Negra de Honduras (Ofraneh) e del Comité de Tierras de la Comunidad, da tempo avevano denunciato il piano genocida nei loro confronti da parte dello Stato honduregno, che peraltro continua a farsi beffe degli organismi internazionali a partire dall’Onu, che a sua volta aveva sollecitato Tegucigalpa ad indagare sulla sparizione forzata.
Ofraneh è convinta che il rapimento dei garifunas abbia a che fare con le proteste contro il furto dei territori ancestrali della comunità di Triunfo de la Cruz da parte delle multinazionali che, di concerto con lo Stato, intendono imporre in quelle zone le attività legate all’estrattivismo minerario.
Sempre l’Organización Fraternal Negra de Honduras ha denunciato il tentativo di manipolare le indagini e nascondere le prove che testimonierebbero le responsabilità dello Stato in merito alla sparizione dei garifunas e il sacerdote gesuita Ismael Moreno ha accusato apertamente il governo del loro rapimento.
Finora lo Stato honduregno ha rifiutato di attivarsi per identificare il luogo dove potrebbero trovarsi Milton Joel Martìnez Avila, Suami Mejìa Garcia, Gerardo Misael Trochez Càlix e Albert Sneider Centeno Thomas, facendo orecchi da mercante anche di fronte alla lettera inviata da 57 deputati del Parlamento europeo alla fine dello scorso novembre in cui si chiedeva “l’immediata riapparizione con vita dei giovani attivisti” e “la fine della violenza sistematica contro il popolo garifuna”.
Nel corso del 2020 sono stati almeno venti i garifunas uccisi per la loro attività in difesa dei loro territori e contro l’estrattivismo minerario e secondo i dati del Cofadeh (Comité de Familiares de Detenidos Desaparecidos en Honduras) sono 16 i desaparecidos nel paese dall’inizio dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19, quando sono state sospese le garanzie costituzionali.
Miriam Miranda, dirigente di Ofraneh, ha sottolineato più volte che l’Honduras continua ad essere uno dei paesi più pericolosi per coloro che difendono la terra e i beni comuni e sono costretti a fronteggiare l’alleanza tra imprese multinazionali ed un governo interessato solo a svendere le risorse del paese e a criminalizzare le comunità indigene.