David Lifodi: Honduras, il reality show e la dittatura
Un appello- da “Altreconomia” – a Rai2 sull’Isola dei Famosi. Dal 14 Febbraio le isole dei Cayos Cochinos, al largo della costa dell’Honduras, ospiteranno il programma di Rai Due “L’Isola dei Famosi”: così facendo Magnolia e Rai daranno un’immagine non veritiera del paese centroamericano mascherandolo agli occhi dei telespettatori come democratico e pacificato, ma rendendosi al tempo stesso complici di un regime, quello di Porfirio Lobo. E’ questo, in sostanza, l’appello lanciato dalla redazione del mensile Altreconomia, che ha sempre seguito con particolare attenzione la situazione politico-sociale honduregna.
Magnolia (l’azienda produttrice del reality show) e la stessa dirigenza Rai, prosegue ancora la nota di Altreconomia, ignorano l’attuale situazione dell’ Honduras, un paese dove il 28 Giugno 2009 è stato cacciato il presidente Manuel Zelaya, legittimamente eletto. Da quel momento nulla è stato più come prima: le persecuzioni nei confronti dei militanti del Fronte Nazionale di Resistenza Popolare (Fnrp) sono state quotidiane, così come le intimidazioni e aggressioni ai danni di giornalisti (nel solo 2010 ben dieci sono stati assassinati) e dirigenti sindacali e politici (anche in questo caso omicidi e sparizioni sono tuttora pratica comune). Del resto stupirsi per l’atteggiamento della Rai sarebbe strano: durante i giorni del golpe Micheletti, che aveva inizialmente preso con la forza la presidenza ai danni di Zelaya, è stato benedetto da ampia parte della stampa italiana. Zelaya era vicino a Chávez e quindi era giusto toglierlo di mezzo: questa in sostanza l’unica argomentazione passata ossessivamente dall’informazione italiana che, inoltre, ha visto fin dall’inizio con favore l’arrivo di Micheletti al palazzo presidenziale di Tegucigalpa in quanto di origine italiana e simpatizzante dell’Atalanta per le sue ascendenze bergamasche. Poi, trascorse le fasi più cruente del golpe (peraltro corredate da servizi assai banali e privi di qualsiasi analisi critica seria), l’Honduras è sparito dagli schermi e dai media, nonostante le violazioni dei diritti umani abbiano continuato ad essere la norma.
In realtà, denuncia Altreconomia, dietro al silenzio di dirigenza Rai e Magnolia sulla realtà honduregna starebbe la volontà di “offrire una vetrina turistica internazionale” per il paese centroamericano e al tempo stesso “tranquillizzare i cittadini italiani che potranno considerare nuovamente le isole e le spiagge dell’Honduras tra i paradisi tropicali da raggiungere per godersi le meritate vacanze”. Già in passato Altreconomia aveva segnalato la relazione tra turismo di lusso e imprenditoria in Honduras grazie ad un lungo e documentato reportage di Luca Martinelli intitolato “L’Isola dei Furbi” in cui si spiegava che “le isole scelte come set del reality Rai sono destinate a diventare una nuova Cancún, la città messicana che trent’anni fa era solo <<paludi e serpenti>> e oggi è una delle mete del turismo globale, con 3 milioni di arrivi l’anno. Le isole sono abitate, almeno in parte, da comunità di garifunas, un’etnia indigena afro-discendente” a cui “durante la permanenza dei (finti)<<naufraghi>> è stato vietato di pescare nel tratto di mare compreso tra le due isole. Per tre mesi i garifunas non sono potuti uscire in canoa tra i Cayos. E il pesce è fondamentale per l’auto-consumo e la sussistenza delle comunità”. E ancora: i frequentatori peacelink.it grazie agli articoli di Giorgio Trucchi hanno conosciuto la violenta repressione dei movimenti contadini nella regione del Bajo Aguan, a pochi chilometri dalle isole dei Cayos Cochinos, organizzate dai paramilitari. Infine portavoce dell’Fnrp sono giunti in Italia grazie all’impegno di associazioni che da anni lavorano e si interessano su ciò che sta accadendo in Honduras, una per tutti il Collettivo Italia-CentroAmerica.
L’appello di Altreconomia si conclude chiedendo a Rai e Magnolia “di dare spazio, in ogni diretta sulla televisione di Stato, al racconto di coloro che vogliono raccontare l’Honduras reale, la repressione, la violenza e la violazione sistematica dei diritti umani, sociali, politici ed economici della popolazione locale”.
Di seguito riporto l’appello completo di Altreconomia con i recapiti per informazioni e adesioni in coda al testo.
L’Honduras è, per l’Italia, “il Paese dei balocchi”. Da lunedì 14 febbraio
le isole dei Cayos Cochinos, al largo della costa del Paese centroamericano,
tornano ad ospitare “l’Isola dei famosi”. Lo scorso anno il circo del
reality show, prodotto da Magnolia e trasmesso da Rai2, si era dovuto
spostare in Nicaragua per cause di forza maggiore: il colpo di Stato che il
28 giugno 2009 aveva deposto ed espulso il presidente costituzionalmente
eletto Manuel Zelaya.
Tornare in Honduras, oggi, significa riconoscere che nel Paese c’è
democrazia, e tranquillizzare al contempo i cittadini italiani, che potranno
considerare nuovamente le spiagge e le isole di Honduras tra i ‘paradisi
tropicali’ da raggiungere per godersi le meritate vacanze.
Magnolia, e Rai (un’azienda al 100 per cento pubblica) si rendono così
complici di un regime. Il presidente della Repubblica, Porfirio “Pepe” Lobo,
è stato eletto illegittimamente nel corso di un turno elettorale segnato dai
brogli e a seguito della rottura dell’ordine costituzionale, e oggi sta
continuando il lavoro avviato dalla giunta militare presieduta da Roberto
Micheletti, annichilendo con la forza e con le armi l’opposizione interna,
uccidendo ed incarcerando leader delle organizzazioni indigene, contadine e
sindacali che subito dopo il Colpo di Stato hanno dato vita al Fronte
nazionale di resistenza popolare.
Non sanno, i dirigenti di Rai e Magnolia, che l’Honduras non è ancora stato
reintegrato nell’Organizzazione degli Stati americani e che numerosi Paesi
continuano a ritenere totalmente illegittimo l’attuale governo; non sanno
che l’ex presidente della Repubblica, Manuel Zelaya, non è ancora potuto
rientrare nel Paese; non sanno che il Fronte nazionale di resistenza
popolare ha raccolto oltre 1,3 milioni di firme (più della metà degli aventi
diritto al voto, su una popolazione di meno di 8 milioni di persone) per
chiedere la convocazione di un’Assemblea popolare costituente per riscrivere
la Costituzione del Paese; non sanno che nel corso del 2010, in Honduras,
sono stati assassinati 10 giornalisti; non sanno che, a pochi chilometri
dalle isole dei Cayos Cochinos, nella regione del Bajo Aguan, si è
realizzata nelle ultime settimane una vasta operazione di repressione nei
confronti dei movimenti contadini, ad opera di militari e paramilitari al
soldo dell’oligarchia locale, che hanno lasciato sul terreno numerosi
cadaveri e almeno 5mila persone senza casa.
Sono numerose le testimonianze dei fatti sopracitati, raccolte da parte di
organizzazioni nazionali per la difesa dei diritti umani (come il Comitato
dei familiari dei detenuti scomparsi, Cofadeh), da parte di delegazioni
internazionali indipendenti, ad opera di membri del Fronte nazionale di
resistenza popolare, che negli ultimi diciotto mesi hanno reso testimonianze
dirette in numerose occasioni, anche in Europa, anche in Italia.
Chiediamo pertanto ai dirigenti Rai (servizio pubblico) e a quelli di
Magnolia se è questo il Paese a cui vogliono offrire una vetrina turistica
internazionale. E se non intendono interrompere la programmazione, chiediamo
loro di dare spazio, in ogni diretta sulla televisione di Stato, al racconto
di coloro che vogliono raccontare l’Honduras reale, la repressione, la
violenza e la violazione sistematica dei diritti umani, sociali, politici ed
economici della popolazione locale.
Per informazioni e adesioni: appelloisola2011@altreconomia.it,
02-89.91.98.90, 349-86.86.815