«Hotel Palestine» di Salvino Raco
di Monica Macchi (*)
Hotel Palestine – Photo by Alessia Tagliabue
“Una menzogna non è menzogna
finché non ci si accorge della verità.
E in quel momento diventa un errore,
non una menzogna.”
“Le convinzioni sono più importanti della realtà:
è tutto una questione di fede.”
Lo spettacolo “Hotel Palestine”, in scena al Piccolo Teatro Grassi all’interno di Tramedautore – Festival Internazionale delle Drammaturgie, fa parte di Das System, una trilogia “sulla società che si converte da civile a militare” costituita dai testi “Markedly Fewer Casualties”, “Hotel Palestine” e “Under Ice”.
Baghdad, 8 aprile 2003: le bombe statunitensi colpiscono volontariamente l’Hotel Palestine e uccidono due cameramen, Taras Protsyuk della Reuters e José Couso dell’emittente spagnola Telecinco.
Ispirandosi a questo fatto, agli articoli e alle testimonianze comparsi sulla stampa, ai dati ufficiali e a quelli indipendenti e soprattutto al concetto del sociologo americano Richard Sennett di “Soft Fascism”, Falk Richter scrive questo spettacolo sotto forma di conferenza stampa: quattro giornalisti (tranne un embedded) incalzano due funzionari dell’amministrazione americana per conoscere la verità sui bombardamenti Usa in Iraq.
Il testo ritrae l’America di Bush, un’America basata su Ohio-Utah-Colorado-Texas dove non serve l’informazione perché bisogna “credere” e “avere fede” nel Governo e tutto ciò che serve sono “Bibbia e armi”.
Americani che si sentono i salvatori dell’umanità, investiti di questa missione “perché crediamo in noi stessi e in Dio”, che liquidano l’anti-americanismo come l’ultimo sussulto della Vecchia Europa, ed in particolare della Germania dove i programmi di de-nazificazione hanno creato un Paese di imbelli pacifisti.
Ma dopo l’11 settembre (e per spiegarlo vengono presi in prestito Doroty e il mago di Oz!) c’è una lotta tra bene e male: e per far vincere il bene bisogna far di tutto anche dopare il sistema o pianificare i tempi delle elezioni perché “se le facciamo troppo presto, vinceranno le persone sbagliate”.
Dialoghi serrati, con continui capovolgimenti di campo e botta e risposta, un testo virulento, politico e politicizzato ma non manicheo perché dà la parola a tutte le parti in causa anche se lo spettatore viene portato per mano a prendere coscienza delle menzogne dell’America amplificate dal ruolo dei media nel mantra “democrazia e(è) sicurezza” e dalle reali conseguenze della guerra in Iraq, sia per i morti e feriti sia per i profitti e gli scandali di Halliburton.
E proprio per sottolineare e contrastare il pericolo delle menzogne viene scelto di non usare alcuna illusione né ambientazione teatrale: saranno le parole ad evocare le immagini in uno spazio aperto in cui tutto è possibile e gli attori aboliscono il confine tra sala e scena, scendendo a parlare con il pubblico, tra il pubblico.
E si esce dal teatro con ancora nelle orecchie l’incomunicabilità esasperata “Non è questa la mia domanda!” “Ma è questa la nostra risposta!” e nella testa la sintesi del regista:
“La democrazia dei media è implosa all’Hotel Palestine.”
“Hotel Palestine” di Salvino Raco è andato in scena martedì 18 settembre alle ore 19:30 presso il Piccolo Teatro Grassi a Milano.Testo: Falk Richter
Traduzione: Sonia Antinori
Regia: Salvino Raco
Attori: Marco Ciccullo, Laura De Marchi, Alessio Gigante, Carlo Guasconi, Rebecca Sola, Erica Stevenazzi
Musiche: Nico Tripaldi
Produzione: Pacta in collaborazione con Proxima Res
Photo “Hotel Palestine” by Alessia Tagliabue
(*) ripreso da oubliettemagazine.com/