I BRICS, In questo mondo di guerre, rappresentano un barlume di speranza

di Danilo Tosarelli

E’ più di un anno che Israele giustifica ogni suo bombardamento. Senza preoccuparsi più di tanto. 

Se bombarda un centro di accoglienza o un ospedale di Gaza, quello è certamente un covo di Hamas.

Se la stessa cosa avviene in Libano, è perchè quei luoghi sono sospettati di essere covi di Hezbollah.

L’esercito israeliano (IDF) ha raramente dubbi e nel frattempo muoiono tanti bambini e civili innocenti.

E’ l’intelligenza artificiale a suggerire gli obiettivi e questo serve a giustificare ogni possibile nefandezza.

 

Adesso però l’IDF ha iniziato a colpire anche le basi ONU. E così diventano vittime i soldati dell’UNIFIL.

E’ davvero difficile pensare che anche le postazioni dell’UNIFIL possano essere covi di Hezbollah.

Eppure Netanyahu sostiene che gli Hezbollah utilizzino i soldati ONU come scudi umani. Incredibile.

Ecco perchè l’altro giorno 2 carri armati dell’IDF hanno distrutto l’ingresso della base ONU di Ramyah.

 

Sabato 12 ottobre hanno impedito il passaggio di un trasporto logistico UNIFIL vicino a Meiss ej Jebel.

Ufficialmente 2 errori, 2 incidenti. Peccato che iniziano ad essere 15 i soldati ONU feriti nelle loro sedi.

Feriti anche alcuni soccorritori della Croce Rossa in missione ONU, che prestavano un soccorso urgente.

L’IDF vede Hezbollah ovunque e si sente autorizzato a colpire, senza dover rendere conto a nessuno.

 

Danny Danon, ambasciatore israeliano all’ONU, ha avuto il coraggio di fare affermazioni che sono accuse.

“E’ incomprensibile che le Nazioni Unite non spostino le loro forze di peacekeeping dalle aree del Libano

meridionale, dove l’IDF sta combattendo contro i militanti di Hezbollah”. Ancora una volta hanno ragione loro.

Giova precisare, che le forze ONU sono lì dal 1978 e non hanno mai subito attacchi da militanti di Hezbollah.

 

Gli israeliani sanno bene che l’UNIFIL non può sparare, se non per difesa personale estrema. Tutto ciò è infame.

E nonostante la gravità dei fatti, l’ONU appare impotente e persino muto. Sta perdendo ruolo e credibilità.

Netanyahu si è permesso di definire l’ONU ” una palude di antisemitismo”. Offese anche al suo segretario Guterres.

 

Israele si può permettere di perpetuare un genocidio in Palestina, bombardare Libano e Iran, senza trovare ostacoli.

Netanyahu sa di poter contare su un appoggio incondizionato da parte degli USA. Biden abbaia, ma nei fatti concede.

Nell’ultimo anno, gli USA hanno destinato 17,9 miliardi di dollari per fornire assistenza militare e sicurezza ad Israele.

Negli ultimi 10 anni, al Consiglio di Sicurezza ONU, gli USA hanno posto il veto a 77 risoluzioni di condanna di Israele.

Israele si comporta così, perchè sa di avere l’appoggio dei padroni del mondo e il vassallaggio della Unione Europea.

 

Dopo la scomparsa dell’URSS, che garantiva un certo equilibrio con gli USA, adesso è rimasto un solo protagonista.

Gli effetti del dominio USA sulla politica internazionale sono disastrosi. Viene trascurata la via diplomatica e della pace.

Le guerre in  Medio Oriente ed in Ucraina stanno dimostrando come le guerre possano diventare un fatto ineludibile.

Ecco allora, che in uno scenario così tragico, ci si debba guardare intorno per cercare un barlume di speranza. I BRICS.

 

I BRICS sono stati fondati nel 2009 da Brasile, Russia, India e Cina. Nel 2010 si è aggiunto il Sudafrica. Ecco i BRICS.

Nel 2024 si sono uniti anche Iran, Egitto, Etiopia ed Emirati Arabi. L’Arabia Saudita è al momento Membro Invitato.

18 Paesi sono in attesa di approvazione all’ingresso. Fra di essi Venezuela, Pakistan, Nigeria e Palestina. Si allargano.

Anche la Turchia ha presentato domanda formale di adesione. E’ una novità, perchè la Turchia è Membro della NATO.

 

I Paesi già membri dei BRICS coprono complessivamente il 36% della superficie terrestre mondiale. Più di un terzo.

I relativi abitanti sono il 45% della popolazione globale (3,6 miliardi di persone). I Paesi NATO arrivano a un miliardo.

I Paesi BRICS rappresentano il 35,6% del PIL globale. Questo gruppo costituisce il 42% dell’offerta globale di petrolio. Possiede il 75% del manganese mondiale, il 28% di nichel, il 50% della grafite, il 10% del rame e il 72% delle terre rare.

Questi dati raggruppati danno l’idea della consistenza del Gruppo. I 5 Membri fondatori fanno parte anche del G20.

 

I Membri fondatori dei BRICS sostengono un ordine mondiale più equo. No al predominio occidentale guidato dagli USA.

Il Gruppo mira a rafforzare la voce delle principali economie emergenti. Va contrastato lo strapotere dell’Occidente.

Un Occidente che inizia a preoccuparsi, perchè i BRICS hanno dato vita alla Nuova Banca di Sviluppo. La banca BRICS.

Lo scopo è finanziare prestiti per le economie emergenti ed i Paesi in via di sviluppo. Il progetto non si ferma. E’ ambizioso.

 

I leader del Gruppo, in un incontro a Johannesburg nel 2023, hanno rilasciato dichiarazioni e propositi assai impegnativi.

Si sta lavorando per “l’impiego di valute alternative al dollaro”. La nuova valuta in costruzione potrebbe chiamarsi R5.

Tutto ciò potrebbe diventare dirompente, nel contrastare la supremazia monetaria e finanziaria del dollaro e dell’euro.

Naturalmente, è importante conoscere anche con quali regole interne funziona il Gruppo, così vario nelle provenienze.

 

Il Gruppo agisce al suo interno evitando forzature e privilegiando il negoziato. Le decisioni non sono prese a maggioranza.

Le decisioni si prendono per raggiunta condivisione, cercando di stemperare i possibili contrasti tra Paesi maggiori e minori.

Esiste una condivisione di valori fondanti. Spirito di uguaglianza, mutuo rispetto, inclusività e cooperazione costruttiva.

Si afferma, su scala globale, il valore del multilateralismo che si sottrae all’unilateralismo occidentale a supremazia USA.

 

Cosa aspettarsi nei prossimi anni dai Paesi BRICS? E’ una domanda che sorge spontanea, visto l’interesse suscitato.

Ecco un’intervista al direttore dell’Istituto Tricontinental Vijay Prashad. Pubblicata sulla rivista Tricontinental il 27/9/2024.

Il dottor Prashad racconta che il progetto BRICS è nato per trovare delle soluzioni alla crisi del debito. Si è partiti da lì.

Come migliorare i rapporti commerciali tra i vari Paesi e quali barriere potevano essere rimosse. Da lì le correlazioni.

 

Putin nel 2007 alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, aveva per la prima volta criticato pesantemente gli USA.

Putin contestava agli USA la volontà di espansione verso est, cercando di inglobare Ucraina e Georgia nella NATO.

Putin ebbe a dire che ” il mondo non può tollerare un unico padrone”. I BRICS hanno dovuto ragionare su tutto ciò.

Le discussioni sono diventate molto più robuste sia all’interno dei BRICS sia nel G20. Circolava maggior consapevolezza.

 

Il Sudafrica diceva che non c’è nessun paese africano con un seggio permanente al Consiglio di Sicurezza ONU.

Il Brasile affermava che anche nessun Paese latinoamericano aveva un seggio permanente nel Consiglio di Sicurezza.

Anche l’India lo pretendeva, perchè è il Paese più popolato del mondo. Perchè ci devono essere invece 2 Paesi europei?

Credo siano lamentele legittime, ma l’Occidente non ha mai voluto affrontare il tema. La riforma dell’ONU è inderogabile.

 

In questo momento i Paesi BRICS si stanno espandendo e stanno cercando di creare istituzioni alternative all’Occidente.

Più gli USA fanno pressioni su Cina e Russia e più Cina e Russia si uniranno. l’India ormai rifiuta la subordinazione USA.

Siamo in un mondo in fermento. La gente sta osservando, aspettando e vedendo cosa succederà dopo. E’ una tendenza.

 

Il dottor Prashad riconosce, che la strada che vogliono percorrere i BRICS è in salita. Gli USA controllano l’informazione.

“E’ famoso il rapporto ONU del 1980 chiamato Mc Bride. Si chiedeva già allora, la democratizzazione dell’ordine informativo.

L’azienda di Elon Musk possiede 3 volte i satelliti che sono a disposizione del governo cinese. Tutto ciò ha un significato.

Un americano ha più potere di comunicazione e informazione del più grande Paese del mondo, la Cina.

Stesso concetto, per quanto riguarda la gestione dei cavi sottomarini che consentono le telecomunicazioni. Proprietà privata”

 

Tutto ciò viene discusso nel progetto BRICS. Esiste un gruppo di lavoro specifico, ma queste cose vanno molto lentamente.

In questo momento, i 2 obiettivi principali riguardano il commercio e la prevenzione della guerra. Ecco le priorità dell’oggi.

Consentire ai Paesi in via di sviluppo di decidere il proprio destino, evadendo dalla gabbia del predominio occidentale.

Prima c’era il colonialismo che sembrava sconfitto. Adesso c’è un neocolonialismo che continua a seminare vittime.

 

Il vertice annuale dei BRICS si svolgerà dal 22 al 24 ottobre 2024 a Kazan in Russia. L’ONU invierà il suo segretario Guterres.

Continuerò a seguire il percorso politico di questi BRICS. In questo mondo di guerre, rappresentano un barlume di speranza.

Redazione
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