I decreti di Matteo (49 milioni) Salvini
34esima puntata dell’«Angelo custode» ovvero le riflessioni di ANGELO MADDALENA per il lunedì della bottega
I disastri nascosti dei Decreti sicurezza di Salvini (e di chi li ha approvati)
Il 13 aprile avevo partecipato a Umbertide a un convegno dal titolo «Quale sicurezza senza diritti?» in riferimento al Decreto Salvini approvato a fine anno 2018. Il convegno era organizzato da associazioni locale e sindacati. L’operatrice di un’associazione che gestisce un centro di accoglienza a Perugia mi aveva detto che la sua associazione si era rifiutata di partecipare al bando di quest’anno per i finanziamenti, «perché è impossibile accettare 21 euro al giorno per ogni persona ospite anziché 35 euro; significa non poter garantire dignità di base, quindi abbiamo rifiutato per protesta; purtroppo ci sono altre associazioni che accettano, pur di lucrare senza dare importanza alle condizioni degradate in cui poi si troveranno gli ospiti». A marzo ho parlato con una mia amica che a Siena lavora in un centro di accoglienza e che da aprile non lavorerà più, dopo l’approvazione del Decreto sicurezza: cioè sicurezza di perdere il lavoro (per gli operatori italiani) e di finire per strada a vivere di stenti (per le persone arrivate in Italia in cerca di asilo politico).
Dopo i due decreti sicurezza targati Matteo 49 milioni Salvini (*) i risultati sono questi: 40 mila immigrati regolari già in Italia sono stati espulsi dal sistema dell’accoglienza e si trovano a vivere per strada e 5 mila operatori italiani che lavoravano nei centri di accoglienza hanno perso il lavoro, secondo i dati CGIL.
Nel mare sono morte, in percentuale, più persone di un anno fa: è morto 1 migrante su 6 di quelli che hanno tentato di attraversare il mare; l’anno scorso ne moriva 1 ogni 29. Sembra che i decreti di Matteo 49 milioni Salvini abbiano prodotto tutto fuorché sicurezza. E non stiamo considerando le probabili violazioni del diritto internazionale. I bracci di ferro e le mosse da uomo forte (e solo al comando) di Matteo 49 milioni Salvini a livello di strategia di comunicazione di massa hanno questo obiettivo: distogliere l’attenzione dalle conseguenze reali delle sue disastrose strategie.
In Italia ci sono 189 mila rifugiati politici (dati riferiti alla fine del 2018). Su Famiglia Cristiana del 26 giugno del 2019 c’è un dossier molto interessante, annunciato dalla copertina e intitolato: Quel pasticciaccio brutto dei porti chiusi. Si raccontano alcune esperienze di accoglienza: a Caserta per esempio rischiano di rimanere senza lavoro 40 operatori nei centri di accoglienza e 200 immigrati (che avevano un’accoglienza regolare ed efficiente) forse non avranno più possibilità di essere accolti nei centri di accoglienza.
Matteo 49 milioni Salvini fa aumentare il numero di persone in situazioni di insicurezza sociale. Dopo il varo dei due “Decreti sicurezza” il Viminale ha sospeso, senza spiegazioni, il versamento di quanto dovuto per il 2018 allo SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) di Caserta, il più grande di tutto il sud. Un modello di accoglienza “benedetto” quello di Caserta, in senso letterale, cioè di cui si può dire solo bene. Lo afferma don Antonello Giannotti, 57 anni, parroco del Buon pastore e direttore della Caritas diocesana che è partner dell’Ente. In tutto 24 appartamenti, sparsi nei quartieri della città e divenuti risorsa sociale. «Non parliamo di integrazione, ma di inclusione sociale bilaterale» spiega Virginia Crovella, 29 anni, coordinatrice di quest’area e attivista del centro sociale Ex Canapificio, sede dell’ente gestore del servizio.
Piedibus (il sistema di accompagnamento a piedi di bambini alla scuola), la riapertura di un parco abbandonato, le iniziative educative e gratuite per minori: sono alcune delle attività in cui si impegnano i ragazzi africani, considerati punti di riferimento per la loro correttezza e per la capacità di gestire servizi pubblici e la relazione con i bambini. Il sindaco di Caserta, Carlo Marino, 50 anni, dice: «sarebbe un enorme errore smantellare una realtà come questa di cui siamo ente capofila, è una realtà che ci aiuta a gestire il territorio».
Ecco la sicurezza del Decreto di Matteo 49 milioni Salvini: quella di smantellare relazioni sociali fra italiani e stranieri con sistemi di scambio e solidarietà. D’altronde basti pensare allo smantellamento di Riace, era solo l’inizio!
Ci si potrebbe chiedere come mai? A quale logica risponde tutto ciò? Certo, bieche brame elettorali. Qualcuno fa notare che anche prima c’erano queste logiche, ma con Matteo 49 milioni Salvini abbiamo superato tutto e tutti, come spiega Pierfrancesco Majorino, assessore alle politiche sociali del comune di Milano (un’altra realtà analizzata nel dossier di Famiglia Cristiana): «Prima, il problema dell’immigrazione veniva sottovalutato, ora con Salvini il problema è volutamente acuito, perché è la fonte del suo consenso immediato». In che senso? «L’obiettivo di Salvini è quello di marginalizzare e rendere irregolari gli stranieri. Non è il frutto di una scelta sbagliata, è lo scopo perseguito. Più si crea emarginazione, più si crea insicurezza, più si crea la paura, è il classico cane che si morde la coda, un circolo vizioso voluto e alimentato a oltranza, per continuare la danza. D’altronde se Salvini e chi come lui avessero argomenti per fare proposte serie, non si accanirebbero così tanto per creare problemi di sicurezza. O no?
(*) Angelo aderisce alla proposta fatta da db – vedi il post Rubare (quante b?) e “salvinare” – di indicare l’attuale ministro dell’Interno come «il signor 49 spariti, Salvini» oppure «Matteo 49milioni Salvini» e/o «Il cazzaro verde»; se proprio volete esagerare l’uno e l’altro: «Il cazzaro verde Salvini 49 milioni spariti», è lunghetto ma suona benissimo.
LE IMMAGINI SONO SCELTE DALLA “BOTTEGA”. In quella in alto c’è un interessante refuso (ah, l’inconscio) subito corretto… mentre gli altri errori restano per giorni (ah, la coda di paglia).
QUESTO APPUNTAMENTO
Mi piace il torrente – di idee, contraddizioni, pensieri, persone, incontri di viaggio, dubbi, autopromozioni, storie, provocazioni – che attraversa gli scritti di Angelo Maddalena. Così gli ho proposto un “lunedì… dell’Angelo” per aprire la settimana bottegarda. Siccome una congiura famiglia-anagrafe-fato gli ha imposto il nome di Angelo mi piace pensare che in qualche modo possa fare l’angelo custode della nuova (laica) settimana. Perciò ci rivediamo qui – scsp: salvo catastrofi sempre possibili – fra 168 ore circa che poi sarebbero 7 giorni. [db]
Aggiungiamoci il fatto che in questo modo si vuol favorire il lavoro sommerso e in nero, con la drastica riduzione del costo del lavoro e dei salari per quelle aziende che lucrano su questa manna che piove dal cielo, alla faccia di ogni discorso sulla legalità e la sicurezza.Inoltre, con la demolizione del nostro sistema dell’accoglienza, si mira a contrastare le migliori esperienze di convivenza civile e sociale sviluppatesi in questi anni nel nostro paese.
CMUNICATO STAMPA: il Ministero dell’Interno deporta 2000 migranti dal Friuli Venezia Giulia.
Con solamente un minimo preavviso, ieri almeno una parte degli enti gestori regionali dei servizi di accoglienza dei migranti sono stati informati dalle rispettive Prefetture della direttiva giunta dal Ministero dell’Interno, volta a trasferire nei prossimi giorni dal Friuli Venezia Giulia in altre regioni 2000 migranti. Più tardi, in data imprecisata, dovrebbe esserci inoltre un ulteriore trasferimento.
Il numero considerato corrisponde alla grande maggioranza delle persone accolte nella nostra regione. I dati da noi verificati, che riguardano qualche centinaio di persone sul totale, ci fanno intuire che il progetto ministeriale ha finalità ben diverse da quelle dichiarate (cioè la pretesa ricollocazione di persone in piccole strutture… che però non sarebbero appartamenti ?!). Pensiamo quindi che non si vogliano accettare le conseguente degli affidamenti dei servizi col “decreto Salvini”; che non ci si accontenti delle assurde riduzioni di prezzo – assunte sottocosto pro tempore dai gestori di alcune realtà, per senso di responsabilità nei confronti dell’utenza – e che non si voglia prendere atto che la mancanza di offerte in altre realtà, sia da parte degli attuali gestori che di potenziali concorrenti, significa matematicamente che i conti non quadra, pur a servizi ridotti ben sotto il minimo.
In realtà, il “decreto Salvini” serve solo per creare un mercato di grandi strutture, veri e propri campi di concentramento o centri di detenzione illegali, da affidarsi alle multinazionali delle carceri privati e ad altri operatori privi di scrupoli. Sul piano dei risparmi, “solo” lo scadimento dei servizi e licenziamenti di operatori.
Le persone, a partire da domani, saranno trasferite, ivi compresi i nuclei familiari, senza alcun rispetto per i progetti in atto e per la dignità delle persone. PERCHE’ DI PERSONE, E NON SACCHI DI PATATE, SI TRATTA, con tutte le problematiche relative. Tra esse ci sono ad esempio pazienti seguiti dai CSM, che assumono anche terapie farmacologiche gravi, a causa dei numerosi eventi traumatici trascorsi, per le quali la violenza del nuovo trasferimento è una ulteriore aggravante.
DENUNCIAMO IL FATTO CHE QUELLA CHE STA AVVENENDO E’ UNA VERA E PROPRIA DEPORTAZIONE, ILLEGALE E IN VIOLAZIONE DEI PIU’ ELEMENTARI DIRITTI UMANI.
Non possiamo inoltre passare sotto silenzio che questa ulteriore violenza, nei confronti di persone che sono sfuggite alla guerra, alle discriminazioni, alla fame, alla desertificazione prodotta dal riscaldamento industriale del pianeta, passando a rischio della vita attraverso percorsi interminabili, in cui hanno dovuto affrontare ogni forma di privazione, non è l’unica perseguita dal Ministero Salvini.
Non possiamo non collegare questa deportazione alla richiesta del Presidente Fedriga di costruire una muraglia al confine della nostra Regione (con un altro paese dell’Unione Europea!) e ad altre iniziative ministeriali, come il censimento delle persone nomadi; gli sgomberi di abitazioni occupate da persone senza casa; il mantenimento di migliaia di lavoratori migranti in condizioni di vita e di lavoro inumane; la guerra alle ONG che, sole, con le loro piccole navi cercano di salvare i migranti nel Mediterraneo. Tutto ciò, a carico di persone fragili, sia cittadine italiane che di altri paesi del pianeta.
Il Presidente (Gian Luigi Bettoli) di ASSOCIAZIONE REGIONALE COOPERATIVE ED IMPRESE SOCIALI – LEGACOOP
Via Cernazai, 8 – 33100 Udine – tel. 0432 299214 – fax 0432 299218, bettolig@fvg.legacoop.it
Una mia amica è stata bannata da Facebook per aver pubblicato questo post. Nel nostro paese la libertà è pura enunciazione e ipocrisia.
Il presente commento vale come denuncia.
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Nel 1999, mentre la “piratessa rastona” frequenta il primo anno di scuola Secondaria, Matteo Salvini viene condannato a 30 giorni di reclusione con la condizionale per oltraggio a pubblico ufficiale.
Pochi mesi dopo, mentre la “crucca anti-italiana” impara la sua terza lingua, Salvini si rifiuta di stringere la mano al Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, spiegandogli: “No grazie, dottore, lei non mi rappresenta”.
Nel 2009, mentre la “viziata figlia di papà” gira il Sud America in autostop, Salvini è alla festa della Lega a Pontida con una birra in mano e intona un coro in cui dà dei “colerlosi terremotati” ai napoletani.
Qualche settimana dopo, mentre la “zecca razzista con gli italiani” si iscrive all’Università, Salvini propone di riservare vagoni della metropolitana speciali a “donne e milanesi”.
Tra il 2011 e il 2014, la “sbruffoncella dei centri sociali” è stata al timone di una nave rompighiaccio al Polo Nord, secondo ufficiale dello yacht da spedizione “Ocean Diamond” e di Green Peace ed è stata per 8 mesi volontaria in Kamchatka, occupandosi di educazione ambientale, ricerca botanica e turismo locale, trovando anche il tempo per laurearsi in Scienze nautiche all’università di Jade e conseguire un master all’Università Edge Hill, nel Lancashire.
Nello stesso periodo Salvini è diventato leader di un partito che ha rubato 49 milioni di euro ai cittadini italiani e si è classificato al 625esimo posto su 750 per numero di presenze al Parlamento europeo, partecipando al 6% delle riunioni della Commissione per il Commercio internazionale e a zero riunioni (su un’ottantina circa) in Commissione Ambiente.
Nel 2019, mentre la Capitana Carola Rackete ha salvato 43 migranti, li ha condotti a terra al porto di Lampedusa disobbedendo a una legge criminale e si è consegnata alla Guardia di finanza italiana per essere giudicata, il “capitano” Salvini si è fatto salvare da un processo per il sequestro di 177 persone attraverso un voto online.
Ora. Tra i due, chi è che ha offeso gli italiani, violato o aggirato sistematicamente le leggi del nostro Paese, oltraggiato istituzioni e forze dell’ordine, messo a rischio la vita delle persone con azioni criminali, ignorato ogni singola legge del mare, del codice di navigazione e della quasi totalità dei trattati internazionali, inventandosi un’emergenza che non esiste e prendendosi gioco di un’intera nazione?
Rispondete con calma. Poi occupiamoci di cose serie.
#Freecarola
Chi è la nuova ministra comasca Alessandra Locatelli.
di Pierluigi Tavecchio e Fabrizio Baggi
Il territorio di Como e della sua provincia , oltre ad essere da tempo un importante serbatoio di voti per la Lega , sta assumendo sempre di più, nostro malgrado, il ruolo di “vivaio” che fornisce i componenti per questo governo securitario ed antisociale.
Infatti, dopo aver mandato a fare il Sottosegretario alla Commissione speciale della Camera dei Deputati il “salviniano di ferro” Nicola Molteni , tristemente famoso per “crociate leghiste” anti Moschee , per la “lotta senza pari” in favore della legalizzazione delle armi e a sostegno della cosiddetta “legittima difesa” o “difesa che è sempre legittima” che trasformerebbe le nostre città in un vero e proprio Far West , è ora il turno dell’avanzata di Alessandra Locatelli, che da poco meno di una settimana è diventata Ministra della famiglia.
Fino a mercoledì’ scorso la Locatelli ricopriva contemporaneamente le cariche di vice Sindaco ed Assessora ai servizi sociali all’interno della Giunta comunale di Como oltre ad essere parlamentare leghista a Roma ribadendo, tutte le volte che veniva criticata per il triplo incarico, che non si sarebbe mai e poi mai dimessa da nulla).
A Como Alessandra Locatelli la conosciamo purtroppo molto bene, perché negli ultimi 3 anni, dall’estate 2016 ad oggi, ci siamo scontrati più e più volte con la neo Ministra e con la sua azione politica disumana, tutta rivolta ad una vera e propria dichiarazione di guerra ai poveri (ma mai alla povertà) ed alle persone in situazione di grande fragilità.
Partiamo da quella che fu poi denominata l’Estate dei migranti della Stazione di Como San Giovanni : in quei giorni la ministra Locatelli, allora segretaria cittadina della Lega Nord di Salvini di Como, divenne famosa per aver reclutato tutta la sezione comasca del partito che, spacciandosi per un gruppo di comuni cittadini slegati dalla politica, partecipò ad una diretta di La7, fornendo una narrazione di quanto stava accadendo in città che era ben distante dalla realtà dei fatti.
Nel settembre 2016 fu poi il momento del presidio contro la CGIL, indetto dalla Lega guidata dalla stessa Locatelli ed applaudito dai fascisti di Forza Nuova per contrastare una mobilitazione lanciata dal Sindacato che raccoglieva cellulari usati per distribuirli ai migranti che necessitavano di mettersi in contatto con le famiglie nei propri paesi d’origine.
Nella tornata elettorale amministrativa della primavera 2017 a Como vince la destra ed Alessandra Locatelli diviene vice sindaco ed assessore ai servizi sociali. Nel 2018 diventerà anche Parlamentare.
Da qui in avanti a Como è stato un susseguirsi di ordinanze antisociali suggerite o sottoscritte in prima persona dalla Locatelli ; proviamo a riassumerle in un elenco.
La chiusura, in piena estate, dell’unico rubinetto che erogava acqua potabile in un autosilo abbandonato (e senza servizi igienici) dove vivevano 70 persone migranti
La chiusura dei bagni pubblici
La rimozione di una serie di panchine storiche in pietra per far si che le persone migranti non ci si potessero sedere.
Lo spegnimento dei punti wi-fi gratuiti per fare in modo che i migranti non potessero utilizzarli
La negazione continua di uno spazio per accogliere i senza fissa dimora italiani e migranti nonostante l’esistenza di centinaia di proprietà del comune inutilizzate e sfitte da anni
La proposta e la successiva approvazione di un’ordinanza che impedisse alle/i solidali di poter portare le colazioni alle persone senza fissa dimora
Il divieto di “fare l’elemosina” a chi vive per strada
Il divieto di frequentare le zone del centro, creando così in città le cosiddette “zone rosse”, per poveri, mendicanti, migranti ed artisti di strada
L’inserimento nel centro città del daspo urbano (possibile grazie al precedente decreto Minniti)
La scelta della pistola elettronica “taser” ( un’ arma che può essere letale) come dotazione di tutti gli agenti della Polizia Locale di Como.
Gli insulti rivolti a tutti noi aderenti alla Rete “Como Senza frontiere” , ribattezzata dalla Locatelli “Como senza Vergogna”.
Queste sono state le azioni più eclatanti che la neo – Ministra ha compiuto a Como.
Abbiamo il fondato sospetto che , nei prossimi mesi , vedremo riproposti anche su scala nazionale il suo accanimento contro i più poveri e i più deboli, la sua concezione oscurantista della famiglia e delle relazioni fra le persone, la sua chiusura repressiva verso la libera circolazione degli esseri umani.
Como, 16/07/2019
Marcia nazionale “Restiamo Umani”, Colombo (Cgil): una battaglia forte per la solidarietà e contro l’intolleranza
Questo pomeriggio venerdì 19 luglio si è svolta a Varese una tappa della marcia nazionale “Restiamo Umani”, organizzata dal Comitato permanente Diritti Umani di Varese, che ha visto oltre 250 partecipanti. All’iniziativa hanno aderito diverse sigle e associazioni, prima tra tutte la Cgil di Varese, che ha partecipato alla marcia con una significativa delegazione. In prima fila era presente Umberto Colombo, segretario generale della Cgil di Varese.
Dichiara Umberto Colombo: “Cgil Varese aderisce convintamente alla Marcia nazionale Restiamo Umani che quest’anno fa tappa a Varese. La Cgil ribadisce la necessità di un impegno forte e costante, anche sul nostro territorio, per quanto riguarda i temi della solidarietà, dell’inclusione e della convivenza civile”.
“Respingiamo – continua il segretario generale della Cgil di Varese – intolleranza e ogni ideologia discriminatoria
e xenofoba. A questo proposito è fondamentale che la Cgil e il sindacato si facciano promotori di iniziative culturali sul territorio, a partire dai luoghi di lavoro, coinvolgendo soprattutto le giovani generazioni”.
Nella città culla della Lega una manifestazione riuscita e colorata, grazie anche alla buona partecipazione di donne e uomini di varie nazionalità straniere.La Varese che non si arrende all’oscurantismo del ministro della paura e istigatore d’odio a dismisura !
CATANIA, domenica 11 agosto: in centinaia contestano Salvini
 Piazza Duomo, davanti al Comune, tardo pomeriggio
VIDEO Localteam
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