I kilokaga, nuova unità di misura politica
di Rom Vunner
È proprio vero che una volta che si è toccato il fondo non resta che scavare, almeno stando allo spettacolo che ci offre il Parlamento italiano.
Da quando è scoppiata questa crisi (finalmente scoppiata, direi) ne abbiamo viste e sentite di tutti i colori. Si sono sprecati i nomignoli affibbiati a mirabolanti soluzioni che sì ci facevano mangiare merda per un po’ ma sai che figata dopo. Come dimenticare il programma “Salva Italia” del governo dei professori? Strettamente collegato al grande progetto “Fabbrica Italia” che mandò in brodo di giuggiole sin la Susanna Camusso che mentre ridacchiava con il professor Mario Monti, trangugiando una pepata di cozze, se la prendeva con i soliti estremisti che non capiscono qual è il bene dei lavoratori. Attualmente la grande fabbrica italia ha sede in Olanda e paga le tasse in Gran Bretagna, a noi nemmeno i coffe shop per tirarci un po’ su il morale. Manco a dirlo, poi, l’Italia non è che si è così salvata.
Niente paura, a rimettere in moto la sacra patria ci doveva pensare il nipote del braccio destro di B., con la sua squadra. In questa squadra niente popò di meno della prima ministro nera, la Kyenge. Un po’ come la Fabbrica Italia: le coste militarizzate contro i migranti e patti militari con la Libia per ricacciare a crepare nel deserto chi volesse tentare di arrivare in Europa. Certo, i trafficanti di esseri umani ringraziano: se la frontiera è un colabrodo, i passaggi costano meno. Se bisogna scavalcare la gloriosa marina italiota, allora il biglietto per il passaggio vale un casino.
Allora ecco scendere in campo il nuovo che avanza. Un passaggio che ricorda una barzelletta che ci faceva ridere un sacco alle elementari: “Generale la Macedonia avanza” – “Allora mettetela in frigorifero”. In effetti è un vero salto a quel periodo visto che il nuovo italico eroe viene da subito ribattezzato Fonzie. Ma ecco la carta vincente: se Massimo baffetto D’Alema aveva ribattezzato B. come “grande statista” offrendogli la costituente ecco che Matteo Fonzie Renzi lo ripesca dalla merda in cui era finito e gli propone il Paese. Certo per farlo recupera la formula vincente del mercataro B.: il 3×2: se ti votano in 2, ti becchi 3 voti.
Certo nel frattempo la magistratura ha beccato Antonio Mastropasqua, imperatore indiscusso della previdenza pubblica e privata. Visto che più di qualcuno si è chiesto se serviva proprio la magistratura per beccarlo o se non bastava leggere cosa faceva per intervenire (cosa che la politica non ha fatto nemmeno ora), la Elsa Fornero ha detto che lei ci aveva provato ma i poteri forti lo avevano impedito. Certo, i più malevoli potrebbero chiedersi come mai si fosse arresa di fronte ad un uomo solo visto che se n’era assolutamente sbattuta delle sorti di decine di migliaia di esseri umani rinominati “esodati”, oppure aveva dato allegramente delle merde a milioni di giovani ma solo i più malevoli potrebbero chiederselo.
Tra l’altro, mentre beccano Mastropasqua, il governo fa un bel regalo agli azionisti di Bankitalia ma non ditelo a Repubblica o al Corsera o alle tv o ad altri media di regime, non se ne sono accorti e dormono sonni tranquilli pontificando su pompini e sberle. Fortunatamente è arrivato in soccorso di questi media il processo di Perugia che più che un processo sembra una lotteria ma serve sempre a riempire le pagine e le menti.
Già le menti. Mi sa che questa volta nei piani alti non hanno capito proprio un cazzo (giusto per utilizzare un termine politico). Forse fanno fatica ad accorgersi che non se li caga più nessuno. Potremmo utilizzare una nuova unità di misura, i Kilo Kaga (KKg), per misurare quanto i discorsi dei vari appartenenti al Parlamento (M5S compreso) trovino spazio nelle menti degli italiani. Pensano che i motivi che hanno spinto milioni di italiani a votare il movimento di Grillo o a canticchiare l’inno del movimento del 9 dicembre scompaiano solo perché i loro opinionisti non ne parlano. Persi su Twitter non seguono il più volgare FaceBook.
Comunque tutti tranquilli: lo Stato mostra di essere forte e la repressione contro i NoTAV non si ferma. Quattro di loro, pericolosissimi terroristi sospettati di aver ferito a morte un generatore di corrente, sono stati trasferiti dal carcere di Torino e sparpagliati in giro per l’Italia di modo che non possano avere contatti tra di loro, vedere i loro parenti o i loro avvocati. Quando lo Stato si vuole far valere sa come farlo, soprattutto contro inermi cittadini, siano essi esodati, giovani, NoTAV o semplici lavoratori, o piccoli imprenditori che seguono la moda del suicidio.
da Spinta dal Bass:
Chiara, Mattia, Claudio e Niccolò son stati trasferiti!
riceviamo e pubblichiamo
Questa mattina i compagni arrestati il 9 dicembre con l’accusa di “attentato con finalità terroristiche” nell’ambito di un’operazione repressiva contro la lotta no tav, sono stati trasferiti in altre carceri con delle sezioni d’Alta Sorveglianza.
Claudio Alberto
Casa Cincondariale
Via Arginone, 327
44122 Ferrara
Chiara Zenobi
Casa Circondariale Rebibbia
via Bartolo Longo, 92
00156 Roma
Mattia Zanotti
Niccolò Blasi
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