I #NoMUOS fanno cadere il Governo
E dopo una lunga giornata lotta torniamo con ile compagn* #nomuos! ps. ma prima… Festa! pic.twitter.com/8NLcLnKs4u
— NoMuos Niscemi (@no_muos) September 28, 2013
di Rom Vunner
Avevano predisposto una campagna mediatica parlando di black block infiltrati, anche dall’estero. Avevano fatto allontanare il Presidente Rosario Crocetta per tre giorni dalla Sicilia (dalla Sicilia, la terra di cui è Presidente!) e rientrerà solo lunedì 30 settembre. Pericolo per la sua incolumità. Prima avevano detto che erano legati con la Mafia locale. Non è servito a niente.
Durante la manifestazione che si è svolta sabato pomeriggio a Palermo, l’ANSA contava il numero di partecipanti a mucchi di cento, un po’ come si fa quando devi contare la moneta. Se davanti hai tante monete, ti conviene farne dei mucchietti da dieci per ogni taglio. Fai il primo e gli altri ti limiti a misurarne l’altezza rispetto a quello. Quando arrivi, poi, a cambiare la moneta per averne l’equivalente in carta moneta, quando ti chiedono quanti sono, non dici “qualche decina”, ossia un numero imprecisato di mucchietti formati da dieci unità. Va’bé l’ANSA fa così e dice che sono qualche centinaio. Immaginate l’arguto inviato dell’ANSA che per contare i partecipanti li divide in gruppi di cento, quando gli chiedono quanti sono, lui risponde “a mucchi di cento” e il fedele impiegato titola “qualche centinaio”, così non si sbaglia. Alla manifestazione conveniva contarli a gruppi di mille! Migliaia di persone che hanno sfilato per Palermo contro l’uso del suolo come base d’appoggio fondamentale per la guerra in corso.
La manifestazione ha raggiunto la sede del Governo Regionale, dove nel pomeriggio di venerdì, una decina di attivisti NoMUOS di Palermo, aveva colto l’opportunità di rimanere all’interno della sala D’Ercole, occupandola. Si va e si torna insieme, e così è stato.
Colpito da una simile manifestazione il Governo ha capito di non poter più tirare avanti, la situazione sfugge un pochino di mano. Incredibile come quando i media urlino “aiuto! Ci sono i black block, i manifestanti si limitino a dire “siamo tutti black block”. E tanti manifestanti.
Così il Governo si è arreso! Arreso? No, non si è arreso, si è ritirato e potrebbe presentarsi sotto mentite spoglie. Forse si sono resi conto che stanno sfiorando il ridicolo, che hanno perso per intero la credibilità, vengono considerati un po’ i protagonisti di un format demenziale. Ma potrebbero saper essere cattivi. È una classe ancorata all’ottocento, non si sono nemmeno resi conto che è passato tutto il ‘900, figuriamoci la Banda Larga!
È una situazione che sta interessando diversi Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Questi Paesi hanno una cosa in comune nelle loro manifestazioni di rivolta, canzoni cantate in lingue diverse da rapper. In Grecia è stato ucciso Killah P dagli infami di A.D. In Tunisia finiscono in carcere rapper, registi, intellettuali vari. Una persona è stata arrestata perché in macchina ascoltava una canzone di uno dei rapper arrestati. Un regista e la sua troupe sono stati arrestati per un docufilm sui 150 giovani tunisini dispersi nella traversata verso Lampedusa che seguì la Primavera Araba. Non si sa dispersi dove e come, sono desaparecidos, e si sa che in quei giorni in alcuni centri cosiddetti di raccolta, successero cose indicibili ma che si udivano dall’esterno. Storie che legano e accomunano e che, soprattutto, aprono una nuova prospettiva, alternativa al sogno dei primi del ‘900 del treno come locomotiva dello sviluppo. Storie innovative, sostenibili e radicali. Insomma la ricetta.