I rifiuti del(la) Capitale
Coordinamento Operaio AMA
[Per chi volesse farsi un quadro più preciso sugli interessi in gioco nella crisi romana, in riferimento alla gestione della monnezza, può risultare particolarmente utile questa inchiesta del 2014 redatta dal Coordinamento Operaio AMA.]
I rifiuti del(la) Capitale: le sorti dei lavoratori AMA nella crisi economica ed ecologica di Roma
Bisogna ammetterlo, la Capitale è in crisi su tutti i fronti.
Innanzitutto soffre una crisi economica senza precedenti: nel 2008 è stata infatti creata una bad company, ossia una struttura commissariale governativa che avrebbe dovuto accertare l’entità del debito del Comune al 24 Aprile 2008 e programmarne l’estinzione con cospicui finanziamenti statali, lasciando la gestione ordinaria libera da vincoli (da allora lo Stato versa ogni anno 300 milioni ed il Comune ne accantona altri 200).
Questo escamotage non è però riuscito ad evitare che si ripresentasse il rischio default in quanto il debito non ha smesso di accumularsi nemmeno in quella che doveva essere la good company, cioè nella gestione ordinaria dal 2008 in poi. Questo ennesimo buco di bilancio motiva così il famigerato SalvaRoma. In secondo luogo, vive un’immensa crisi politica: dopo gli scandali delle varie Parentopoli arriva l’inchiesta Mondo di Mezzo a rimettere il caos nel Comune, che ha addirittura rischiato lo scioglimento per mafia. Infine, Roma e provincia si trovano attualmente in una profonda crisi ambientale: per anni lo smaltimento dei rifiuti si è poggiato sostanzialmente sulla discarica più grande d’Europa – Malagrotta – che ha chiuso e non si ha alcuna alternativa concreta.
Uno dei denominatori comune di questa tripla crisi è l’azienda si occupa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti della città più grande d’Italia: l’AMA, Azienda Municipale Ambiente. In quanto lavoratori e lavoratrici AMA, soffriamo fortemente la cattiva gestione aziendale sia come utenti, sentendo in più la responsabilità sociale del lavoro che svolgiamo, sia come operai, visto non solo l’aumento dei carichi di lavoro, ma anche le aggressioni verbali – e ultimamente anche fisiche – cui siamo oggetto da parte di cittadini infuriati per i rifiuti accumulati accanto ai cassonetti.
Ma non crediamo che la soluzione sia tecnica, né tantomeno che siano le pressioni del mercato a poter risolvere i problemi. Crediamo, invece, che la soluzione sia politica: non possiamo aspettare passivamente un nuovo padrone che sostituisca i vecchi o aspettarci che qualcuno dall’alto venga a risolvere i nostri problemi. Per questo motivo, insieme ad alcune realtà sociali romane, abbiamo deciso di produrre quest’inchiesta che ci permettesse di capire come funziona la nostra azienda, quali problemi ci sono e cosa possiamo fare noi. Vi chiediamo di seguirci in questo lungo ragionamento.