«I signori del cibo» … e la Coop pigliatutto
Recensione/riflessione di Claud’io intorno al libro di Stefano Liberti e a un altro… “obbligatorio”
Coop Italia […] quale abbreviazione di Cooperativa di Consumatori, è un marchio che contraddistingue un sistema di cooperative italiane che gestisce una rete di superettes, supermercati ed ipermercati. Il marchio è attribuito alle cooperative di consumatori consociate a Coop Italia, a sua volta aderente alla Lega nazionale cooperative e mutue.
Fondazione Charlemagne Onlus
http://www.fondazionecharlemagne.org/
Continuo una ricognizione sull’intreccio libri/cibo e – dopo Andrea Segre (*) – arrivo al libro di Liberti, realizzata grazie «al sostegno di Fondazione Charlemagne Onlus e Coop». Ma contemporaneamente sul numero di 3 aprile 2017 di «CONSUMATORI», il mensile Coop, è tutto un parlare su – e contro!? – «I signori del cibo: viaggio nell’industria alimentare che sta distruggendo il pianeta» (minimun fax editore) in vista delle assemblee di «COOP ALLEANZA 3.0». Interessante. C’è anche una cartina d’Italia dove vengono indicate le zone del caporalato con relative condizioni di lavoro: 9 sono nell’Emilia-Romagna, di cui 2 con lavoro “gravemente sfruttato”, 7 con lavoro “indecente”, 1 con lavoro “buone” e i relativi flussi interni/esterni dei lavoratori.
Procuratevelo e leggetevelo. Penso sia sufficiente andare in una Coop e dovrebbe esserci.
Coop Italia S.c.a.r.l. so cosa è, Fondazione Charlemagne onlus no e non ho avuto tempo nè voglia di approfondire.
Sul libro di Stefano Liberti ho poco da recriminare, nel senso che notizie e analisi interessanti ci sono: però mi stranisce che in bella evidenza ci siano quei due “contributi” cioè sponsor.
Una premessa. La popolazione mondiale, dati ONU del 2015: «Il tasso di crescita della popolazione mondiale ha già raggiunto il suo apice, e sta rallentando, ma quello che rimane è più che sufficiente per portare gli attuali 7,3 miliardi di cittadini del mondo (erano 1,6 all’inizio del 1900) a raggiungere quota 8,5 miliardi entro il 2030, 9,7 miliardi nel 2050 e 11,2 miliardi nel 2100».
Mi fermo qui. Mo’ vi spiego perché.
Sto leggendo un altro libro sempre sull’industria alimentare e tutto quanto ne contorna: passato, presente e futuro. Verrà recensito a più mani perché l’unica alternativa è che si alzi il coro: OBBLIGATORIO LEGGERLO
Così vi risparmiate di acquistare e leggere tutti gli altri, pur buoni e bellini ma tutti a un certo punto interrompono l’analisi. Chi volente, chi nolente. Su molti sono certo della buona fede, su altri meno.
Il libro OBBLIGATORIO è:
MAURO BALBONI
IL PIANETA MANGIATO
La guerra dell’agricoltura contro la terra
Ed. Dissensi
Mauro Balboni (Bolzano, 1958) si presenta così: «laureatosi in Scienze Agrarie all’Università di Bologna, è stato dirigente di livello internazionale nell’agroindustria per oltre trent’anni. Si è occupato sia di ricerca & sviluppo sia di policies governative, muovendosi in specie tra Austria e Inghilterra. Oggi vive in Svizzera».
Come e perché ‘sto Balboni svela quello che altri “oscurano” ve lo spiegherò prossimamente.
(*) Cibo italiano, Farinetti, Coop e altri misteri