nel 2016 ancora si boicottano i test, è ora di finirla.
Al Miur e all’Invalsi (Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione) non ne possono più di leggere ancora sulla libertà di non somministrare o addirittura di non svolgere i test Invalsi.
Ecco cosa ancora si legge in internet, su queste presunte libertà impunite, e a cosa si ispirano in quegli alti istituti culturali per attivare contromisure definitive per sottoporre tutti ai test.
E’ ora di fare un salto di qualità, i tempi sono maturi e favorevoli, viva il metodo Ludovico
…Ben ricordando che ” In nessun caso può essere sanzionata, ne’ direttamente ne indirettamente, la libera espressione di opinioni correttamente manifestata e non lesiva dell’altrui personalità “. Questo è quanto si legge nell’articolo 4 comma 4 del DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 24 giugno 1998, n. 249 noto come regolamento recante lo statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria. In tale atto si legge anche che ” La scuola e’ luogo di formazione e di educazione mediante lo studio, l’acquisizione delle conoscenze e lo sviluppo della coscienza critica”. Ma anche che la scuola “e’ una comunità di dialogo, di ricerca, di esperienza sociale, informata ai valori democratici e volta alla crescita della persona in tutte le sue dimensioni. In essa ognuno con pari dignità e nella diversità dei ruoli, opera per garantire la formazione alla cittadinanza, la realizzazione del diritto allo studio, lo sviluppo delle potenzialità di ciascuno e il recupero delle situazioni di svantaggio, in armonia con i principi sanciti dalla Costituzione e dalla Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia, fatta a New York il 20 novembre 1989, e con i principi generali dell’ordinamento italiano”. Lo studente dunque è un soggetto attivo nella vita scolastica, ed ha pieno diritto alla partecipazione attiva e responsabile alla vita della scuola .
Nello Statuto si legge anche che “I dirigenti scolastici e i docenti, con le modalità previste dal regolamento di istituto, attivano con gli studenti un dialogo costruttivo sulle scelte di loro competenza in tema di programmazione e definizione degli obiettivi didattici, di organizzazione della scuola, di criteri di valutazione, di scelta dei libri e del materiale didattico. Lo studente ha inoltre diritto a una valutazione trasparente e tempestiva, volta ad attivare un processo di autovalutazione che lo conduca ad individuare i propri punti di forza e di debolezza e a migliorare il proprio rendimento”.
Ma anche che “gli studenti hanno diritto alla libertà di apprendimento ed esercitano autonomamente il diritto di scelta tra le attività curricolari integrative e tra le attività aggiuntive facoltative offerte dalla scuola. Le attività didattiche curricolari e le attività aggiuntive facoltative sono organizzate secondo tempi e modalità che tengono conto dei ritmi di apprendimento e delle esigenze di vita degli studenti”.
Ora, è più che evidente, che circolari minacciose, che prevedono sanzioni disciplinari nei confronti degli studenti, che legittimamente decidono di sottrarsi alle prove dell’Invalsi, prove che non sono esami di Stato e non concorrono neanche alla valutazione personale dello studente, e non sono attività essenziale per la scuola, ma semplice attività ordinaria, sono fuorvianti, illegittime, perché contrastano pienamente con i principi fondamentali come brevemente ora ricordati e scritti nello Statuto degli studenti e delle studentesse, atto avente forza di legge, e non semplice carta straccia.
…”La Buona scuola ha esteso il modello Invalsi introducendo classifiche e selezioni per scuole, docenti e studenti – dichiara Danilo Lampis, Coordinatore Nazionale dell’Unione degli Studenti – Noi crediamo che i test Invalsi siano dannosi e che creino discriminazioni. Valutare non può significare schedare, mettere in classifica, favorire la competizione tra scuole e studenti, indirizzare e svilire la didattica rendendola un semplice bagaglio di nozioni da digerire per affrontare i test. La valutazione è parte integrante del percorso formativo, non è il fine. Per questo proponiamo modelli di valutazione narrativa, ossia una descrizione che motivi il voto per aiutarci a comprendere cosa migliorare nelle singole materie, ed una nuova valutazione di sistema campionaria, indipendente e partecipata”.
“L’idea che si possa produrre un’istantanea della scuola pubblica senza tener conto delle specificità di ogni contesto e della processualità della valutazione non è solo deleteria ed errata, ma tende ad appiattire verso il basso la didattica, svilendo anche il lavoro dei professori – continua Lampis – Il Governo continua a procedere in maniera antidemocratica sul tema quando invece dovrebbe ascoltare le varie voci di protesta che si levano da tanti anni. Per questo oggi boicotteremo le Invalsi scrivendo Studenti non numeri sulle prove, leggendo dei libri durante la somministrazione della prova. In molte città organizzeremo cortei, flash mob, lezioni di piazza. I test non sono obbligatori per gli studenti, ma spesso vengono imposti con la minaccia della valutazione degli stessi come compiti in classe veri e propri. Da domani sarà operativo il nostro sportello contro le illegittime sanzioni disciplinari a chi sceglie di boicottare”.