Il 6 luglio a Firenze
Per far sentire la voce dell’Italia che non si rassegna al razzismo- Per esigere una legge sull’immigrazione che affermi i diritti dei e delle migranti e rifugiati – Per il riconoscimento del diritto alla cittadinanza di chi nasce o cresce in Italia – Per il diritto di voto a chi risiede e lavora in Italia – Per…
Care e cari,
vi giro questo appello che promuove la realizzazione di un’assemblea nazionale antirazzista il 6 luglio a Firenze.
L’iniziativa è dell’associazione nazionale di immigrati «Prendiamo la parola» nata a dicembre 2012 e alla quale appartengo. Vi allego la nostra dichiarazione.
Crediamo sia importante discutere insieme fra tutte le associazioni e organizzazioni per contribuire a porre nell’agenda della politica di questo Paese le mille difficoltà che noi migranti viviamo quotidianamente e poter costruire una forza che ci permetta di conquistare le nostre rivendicazioni.
Siamo convinti che, pur nella diversità di approcci, è possibile e necessario costruire una forza unitaria.
Per ciò vi invito a diffondere l’appello e a partecipare all’assemblea.
Grazie
Edda Pando (Associazione Arci Todo Cambia)
Per far sentire la voce dell’Italia che non si rassegna al razzismo!
Per esigere una legge sull’immigrazione che affermi i diritti dei e delle migranti e rifugiati!
Per il riconoscimento del diritto alla cittadinanza di chi nasce o cresce in Italia!
Per il diritto di voto a chi risiede e lavora in Italia!
Assemblea Nazionale a Firenze, 6 luglio 2013
per costruire una manifestazione nazionale antirazzista e per i diritti negati
Ancora una volta abbiamo dovuto assistere al ritorno di cori xenofobi e razzisti di vario stampo negli stadi, sui muri delle città, nella stampa, ma anche in seno alle istituzioni della Repubblica. Ancora una volta un episodio di cronaca nera è stato usato per scatenare una campagna di criminalizzazione dell’immigrazione, unico fondo di commercio di una destra xenofoba che non ha più null’altro da offrire. La ministra Cécile Kyenge anche lei è stata bersaglio di gravi offese e insulti. Perché nera, perché donna, perché ha rivendicato la pluralità della sua identità e perché ha scelto di non rimanere in silenzio.
Invece noi crediamo che c’è anche un Paese che desidera il cambiamento e che continua a lottare perché quel cambiamento si produca e si affermi il diritto a una vita dignitosa e a un futuro migliore per tutti e tutte.
Crediamo sia necessario far sentire la voce di un Paese che rivendica le idee dell’antirazzismo e dell’antifascismo.
Crediamo che l’esperienza della migrazione ormai appartiene a tutti i popoli e ha contribuito a costruire ricchezza, da tutti i punti di vista, in tutti i continenti. Il futuro risiede nella capacità che le società e le istituzioni avranno di instaurare l’uguaglianza di diritti e doveri.
Crediamo sia necessario unire le forze di chi non smette di esigere più diritti per tutti affinché ci sia una legge sull’immigrazione che concepisca l’immigrato come un essere umano e non come mera forza lavoro; una legge che tuteli realmente i profughi e i richiedenti asilo, una legge che riconosca il diritto alla nazionalità italiana a chi nasce o cresce in questo Paese; una legge che permetta a un pezzo importante di società di esprimere il proprio voto; una politica sull’immigrazione che non sia improntata sulla repressione e criminalizzazione degli immigrati ma che invece favorisca la costruzione di una società di convivenza.
Crediamo sia ora che si senta la voce di tutti i soggetti che in Italia rivendicano questi contenuti. Crediamo sia possibile farlo unitariamente, valorizzando la diversità di approcci.
Per ciò chiamiamo le associazioni di migranti e di persone di origine migrante, le associazioni antirazziste e non solo, le organizzazioni laiche e religiose, i movimenti, sindacati e partiti a un’assemblea nazionale il 6 luglio a Firenze (luogo ancora da stabilire) per definire e costruire collettivamente una manifestazione nazionale per condividere una battaglia di civiltà in cui sia visibile un’Italia che non discrimina, una Italia più giusta, un’Italia che valorizza e riconosce pari dignità sociale e uguaglianza davanti alla legge a tutti i cittadini senza distinzione di sesso, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
Per raggiungerci e promuovere questa assemblea insieme a noi scrivete a:
direttivo «Prendiamolaparola», Mercedes Frias: riprendiamolaparola@gmail.com
oppure telefonate qui:
Mazara del Vallo: Abdelkarim Hannachi (3490545497); Milano: Edda Pando (3278841359);
Torino: Karim Metref (3498628153); Genova: Rachid Khay (3939008577);
Treviso: Said Chaibi (3345903250);
Roma: Charo Caceres (3398406345)
MANIFESTO dell’ Associazione «Prendiamo la parola»
Chi siamo?
Siamo individui, persone singole, immigrati o di origine straniera, con appartenenze generazionali, politiche, culturali, sociali, religiose e nazionali diverse.
Ci riconosciamo nei principi di uguaglianza nel rispetto delle diversità sanciti dalla Costituzione italiana, nella Dichiarazione universale dei diritti umani e nelle convenzioni internazionali sui diritti delle donne, delle minoranze, e dei lavoratori e lavoratrici immigrati.
Conosciamo per esperienza diretta e personale gli effetti delle diverse manifestazioni del razzismo, della xenofobia e delle deroghe al diritto, presenti sia nelle pratiche politico-istituzionali sia nelle relazioni sociali, che colpiscono principalmente persone di origine straniera.
Riteniamo che nell’Italia di oggi continua a persistere una cultura fascista e razzista alla quale si contrappone quella parte autoctona della società con la quale da molti anni siamo in contatto.
Sappiamo che la criminalizzazione degli immigrati e delle donne immigrate, l’etnicizzazione dei reati, sono stati strumenti sui quali la politica, in modi diversi, ha costruito consenso; non sempre sufficientemente contrastata.
Riteniamo che attraverso le diverse normative sull’immigrazione, sia stato costruito un diritto speciale per le persone immigrate, che ha prodotto minorità sul piano dei diritti.
Riconosciamo che molta della sofferenza che viviamo è il risultato del fallimento delle politiche sull’immigrazione finora concepite, che hanno determinato una sorta di non-agire, una forma di rassegnazione di buona parte della popolazione immigrata nel vedersi negati i propri diritti. Queste politiche sono state in realtà dei tentativi riusciti di imbrigliare e imbavagliare una parte della popolazione di questo Paese. Le leggi sull’immigrazione fanno parte di un disegno generale volto a favorire, attraverso i vari ordinamenti presenti, l’annullamento dei diritti di cittadinanza, al quale consideriamo dobbiamo opporci creando sinergie con tutti e tutte coloro che si battono per trasformare questa società.
Riteniamo che gli immigrati e le immigrate fanno parte delle fasce della società maggiormente colpite dalla crisi economico-finanziaria che affligge l’Italia. Fragilità caratterizzata dalla precarizzazione delle condizioni di lavoro e dalle condizioni di vita.
Siamo una parte attiva della società, contribuiamo con il nostro lavoro e con le nostre risorse alla ricchezza materiale e simbolica dell’Italia; rifiutiamo la vittimizzazione che lede la nostra dignità e il paternalismo che inferiorizza e rende passivi.
Ci unisce
- Il bisogno di confronto sui temi che incidono fortemente sulla nostra vita in questo Paese, il desiderio di transitare i vari contesti e alimentare la nostra soggettività. Riteniamo urgente la costruzione di un soggetto nazionale organizzato, rappresentativo, politico, che rivendichi dinanzi alle istituzioni e alla società la nostra appartenenza alla società italiana e il nostro contributo all’economia, alla cultura e allo sviluppo sociale del Paese.
- L’affermazione dei diritti per gli immigrati e per l’insieme della società; l’affermazione di una cultura di cittadinanza attiva, partecipata e integrale.
- La nostra scelta di lottare contro il razzismo, le discriminazioni e le disuguaglianze nel principio della non violenza per costruire un futuro migliore per noi e le future generazioni.
- La constatazione che la negazione dei nostri diritti aumenta la nostra fragilità.
- La voglia di cambiare, la volontà propositiva e la voglia di lavorare insieme.
- La consapevolezza del nostro potenziale culturale, politico, economico e sociale.
- La promozione dei diritti civili considerati come il collante fra i diversi gruppi che compongono il tessuto sociale italiano.
Su questa base comune abbiamo deciso di costituirci in soggetto collettivo formato da immigrate, immigrati e da cittadine e cittadini di origine straniera, auto-organizzato, autonomo, aperto, caratterizzato dalla cultura antirazzista, e attraversato dalle esperienze di ciascuno dei suoi componenti. Un soggetto costituito da donne e uomini che rappresentino se stessi in quanto individui, appartenenti alle nuove minoranze generate dall’immigrazione.
Donne e uomini che nel loro libero esercizio dei diritti possono avere militanze multiple senza che queste appartenenze influenzino questo spazio comune. Un soggetto trasparente basato sul saper fare e sulla condivisione di esperienze, per costruire formazione e metodo di lavoro.
Un soggetto costruito collettivamente definendo gli obiettivi e gli strumenti per raggiungerli, così come le responsabilità e la forma organizzativa. Un soggetto preparato che non delega mai le proprie istanze rivendicative ad altre organizzazioni o persone. Un soggetto che non si prefigga soltanto come spazio di riflessione o di promozione culturale ma che rifiuti la consueta rappresentazione degli immigrati in quanto comunità anziché soggetti e protagonisti della società odierna.
Uniti per costruire collettivamente:
- Uno spazio di riflessione e d’ azione per la promozione di iniziative per denunciare e contrastare la discriminazione, la xenofobia, il razzismo e altre forme di ingiustizie in ogni ambito.
- Una voce autorevole che rappresenti la propria soggettività per decostruire l’immagine negativa degli immigrati e delle persone di origine straniera ampiamente diffusa in Italia.
- Un luogo di produzione culturale a partire dalla valorizzazione dei nostri percorsi professionali, formativi e dall’elaborazione della nostra esperienza individuale e collettiva.
- Alleanze con altri soggetti che sono impegnati nella difesa dei diritti e nella promozione dell’uguaglianza.
Prendiamolaparola comunica che il luogo dell’assemblea di Firenze è stato fissato: è il dopolavoro ferroviario. Via Alamanni, 4/A (uscendo dalla stazione a destra sono 500 metri): dalle 10 alle 17