Il cappio differenziato nella sanità
articoli di Ivan Cavicchi (ripreso da www.lavoroesalute.org), Gianfranco Viesti,
Giulio Cavalli e Giuliano Marrucci
Il più bravo è chi sbaglia di meno
Si dice che, in politica, ma io penso anche nella vita, in generale il più bravo non è chi non sbaglia mai ma è chi sbaglia di meno. I teorici del fallibilismo, prima ancora di Popper, di sicuro Peirce, dicono che siccome ci sono dei limiti umani non sbagliare mai è praticamente impossibile .
Questo governo di destra di limiti come si è visto già dalle sue prime decisioni politiche ne ha davvero tanti il che vuol dire che in teoria la sinistra dovrebbe facilmente sconfiggere la destra. Ma “in teoria” vuol dire che non è così scontato come si pensa. Per sconfiggere la destra la sinistra deve essere politicamente capace di farlo cioè, se vale la teoria fallibilista, essa deve a parte essere combattiva, avere meno limiti della destra. Cioè fare meno errori.
Essere politicamente più capaci della destra. Sono i tanti limiti della sinistra che protraendosi per decenni hanno fatto vincere la destra.
La destra che diversamente da noi è una forza conservatrice non ha vinto perché ha un programma politico più convincente ma perché il programma politico della sinistra ha smesso da anni di essere convincente. Infatti oggi la sinistra a limiti non è meno a nessuno. Quindi la battaglia dei limiti è aperta.
Una occasione politica
Secondo me il premierato e il regionalismo differenziato sono occasioni politiche di straordinaria importanza per vincere in prospettiva le destre. Entrambi sono controriforme alla Costituzione cioè entrambi sono sostanziali lesioni alla nostra idea di Sato. Entrambi sono contraddizioni del “secondo ordine” cioè un mucchio di contraddizioni. Entrambi per la sinistra le contraddizioni della destra sono limiti della destra da superare con nuove capacità.
Cominciamo con il dire che per l’orientamento fallibilista in generale le scelte soprattutto della politica non dovrebbero mai essere considerate dogmatiche ma esattamente il contrario. Quindi scelte non solo rivedibili ed emendabili ma che a priori dovrebbero essere considerate scelte “quasi vere” e “quasi giuste”.
Dove il “quasi” significa che ogni scelta politica ha uno scarto quindi un grado di discordanza da mettere in conto .
Il regionalismo differenziato
Il governo di destra in ragione dei suoi equilibri interni considera il regionalismo differenziato proposto dalla lega una scelta politica non “quasi vera”, quindi da prendere a priori con le molle, ma perentoria e definitiva , quindi prescrittiva cioè assolutamente giusta. Perché prima di ogni cosa essa è una scelta necessaria per la tenuta del governo ma non per la crescita del paese. Quindi per il governo essa è una scelta strumentale alla propria sopravvivenza.
Questa non è una contraddizione di poco conto perché il regionalismo differenziato anche se è necessario a questo governo per stare in piedi, non coincide in nessun modo con ciò che è necessario al paese per crescere ed evolversi. Questo vuol dire che Il governo con la legge sul regionalismo differenziato entra di fatto in contraddizione con i bisogni e i problemi del paese .
Se non si fermerà il regionalismo differenziato, il paese pagherà un prezzo sociale davvero salato.E’ una legge che nei confronti degli ordinamenti giuridici del nostro paese è senz’altro eversiva, perché: fa saltare degli importanti assetti costituzionali, fa saltare la cultura dell’universalismo quindi fortemente regressiva cioè ingiusta, afferma le intenzioni secessioniste della lega mettendo in discussione l’unità dello Stato
ci rende rispetto all’Europa eticamente regressivi più che mai.
E’ una legge deliberatamente contro una certa concezione dello Stato quella descritto dalla nostra costituzione e contro i diritti universali delle persone. Quindi davvero una gran brutta legge.
Grande contraddizione e grande occasione politica
Proprio perché è una gran brutta legge essa rispetto al governo Meloni, se la sinistra non facesse errori e facesse la sinistra, dovrebbe essere una gran brutta spina nel fianco, un tormentone , cioè un enorme punto vulnerabile . E’ una legge oggettivamente problematica molto divisiva secessionista in modo sfacciato.
Una legge quindi, tornando al fallibilismo politico che,per la prima volta, a questo governo, potrebbe porre un serio problema di consenso elettorale.
Il regionalismo differenziato per questo governo è nei fatti, da un punto di vista strettamente politico, un grave sbaglio politico forse il suo primo vero sbaglio cioè il più politicamente significativo fatto sino ad ora dalla destra.
Questo secondo me è il suo vero punto debole.
Le ragioni dell’alleanza politica tra le destre che compongono il governo non sono in grado di compensare gli enormi svantaggi politici che il paese sarà chiamato a pagare a causa del regionalismo differenziato.
Su questa grande asimmetria la sinistra dovrà lavorare per colpire al cuore la credibilità delle destre.
Con questa legge il paese perde di fatto l’art 32 della Costituzione che è la base sulla quale poggia la nostra sanità pubblica universale e solidale. Perde una idea di Stato universale accettando di frantumare il concetto di Repubblica in tanti saterelli.
Cambia l’idea di repubblica per cambiare il presupposto che rende possibile una certa idea di diritto fondamentale
Il governo Meloni per colpa del regionalismo differenziato dovrebbe pagare un prezzo di credibilità sociale molto alto che la sinistra dovrebbe essere capace di esigere. Dovrebbe… perché se la sinistra è farlocca e non è da escludere che lo sia (di palingenesi sino ad ora non se ne sono viste) cioè non è sinistra la destra vincerà la sua battaglia anti-costituzionale…
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