Il cattolicesimo reale/5
La chiesa cattolica ama davvero il povero, nel senso che per sopravvivere ha bisogno che il povero continui ad esistere e a restare tale. Nei confronti di chi, se no, il buon cristiano potrebbe esercitare la pietà ? Come potrebbe acquistare crediti per l’aldilà, se non attraverso la pelosa carità verso il pezzente ? Chi avrebbe mai bisogno di un paradiso ultraterreno, se la felicità fosse in terra ? Sull’argomento vi propongo alcuni brani scelti, tratti da “Il cattolicesimo reale” di Walter Peruzzi. Buona lettura da Alexik. (clikka qui per il capitolo precedente)
La religione dei poverelli
“Il forte si prenda cura del debole, e il debole si preoccupi del forte; il ricco sostenga il povero , ma il povero ringrazi Dio per aver dato tanto a coloro per mezzo dei quali si soccorre alla sua indigenza” (Clemente Romano, Ia Epistola).
“Secondo l’ordine naturale, i rapporti esistenti sono soddisfacenti sia per i poveri, sia per i ricchi, sicché non esiste un altro modo di vivere” (Sant’Aristide Marciano, Apologia).
“Ci sono ricchi perché ci sono poveri, e i poveri perché ci sono i ricchi. ….il povero si può dire un campo fecondo che rende presto i frutti al padrone … il povero è la via del cielo per la quale si va al Padre…. Dona a Cristo qui in terra, per ricevere da lui il ricambio in cielo” (Sant’Agostino, Discorso).
“Se eliminassi la povertà distruggeresti l’intera struttura della vita. Se tutti fossero ricchi tutti vivrebbero nell’inerzia … e allora tutto ne sarebbe a pezzi e andrebbe in rovina” (Giovanni Crisostomo, arcivescovo e teologo, Omelia).
“La società dei fedeli forma un sol corpo, ma lo Stato ne comprende tre. Poiché … la legge umana distingue altre due classi … Gli uni sono i guerrieri, protettori delle Chiese; sono i difensori del popolo, dei grandi come dei piccoli …L’altra classe è quella dei servi: questa sventurata genia non possiede nulla se non a prezzo del proprio lavoro … La casa di Dio, che è creduta una, è dunque divisa in tre: gli uni pregano, gli altri combattono, altri ancora lavorano. Queste tre parti non soffrono per il fatto di essere separate: i servizi resi da una sono la condizione delle opere delle altre due; ciascuna a sua volta si incarica di aiutare l’insieme” (Adalberone, vescovo di Laon).
“Sappiano inoltre, che è pur cosa tutta propria della naturale e immutabile condizione delle umane cose, che anche fra quelli che non sono nei primi posti della società, gli uni soverchino gli altri e per le doti dell’animo o per quelle del corpo, ovvero per ricchezze, ovvero per beni esteriori; e che non può farsi giammai che per qualunque pretesto di libertà e di eguaglianza sia lecito invadere o violare in qualsivoglia gli altrui beni o diritti … Oltre di ciò rammentino i poverelli e i miseri di qualsivoglia fatta, quanto essi debbano essere grati alla Religione Cattolica, nella quale palesemente e in tutta la sua purità predicasi la dottrina di Gesù Cristo, il quale protestò di avere le beneficenze conferite ai poverelli e ai miseri come fatte a se stesso” (Papa Pio IX, Enciclica Noscitis et Nobiscum, 1849).
“E’ secondo la ordinazione di Dio che ci siano principi e sudditi, padroni e proletari, ricchi e poveri, nobili e plebei” (Papa Leone XIII). (Continua)
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PS: La partecipazione a questa sorta di novena non esime in alcun modo voi peccatori dalla consultazione in originale del libro ” Il cattolicesimo reale”, onde non perdervi, oltre alla citazione di altre fonti, la preziosa analisi dell’autore. Come premio al vostro diabolico perseverare, Odradek offre il volume al prezzo bazza di 20 euro (comprese spese di contrassegno) solo per gli avventori del blog. Contatti: odradek@odradek.it.