Il cibo inquietante
di Gianni Penazzi
Com’è possibile che una bottiglia di passata di pomodoro costi solo 39 centesimi di euro? un pacco di pasta trafilata al bronzo: 49 centesimi?
Facendo un rapido calcolo, è possibile preparare una pasta al pomodoro per quattro persone spendendo quanto un caffè al bar? Ma come fanno i Discount a proporre prezzi così stracciati? Qual é il meccanismo perverso sulle dinamiche di produzione e sui rapporti di lavoro nelle campagne?
Stefano Liberti, ospite alla XXIII edizione del Delirio dell’Economia a Lugo, ha rivelato molti retroscena e in particolare la tecnica dell’asta elettronica al doppio ribasso.
Come funziona un’asta online al doppio ribasso? Da una parte c’è l’acquirente, dall’altra le aziende fornitrici che fanno l’offerta. Vince il prezzo peggiore, non il migliore! È successo poche settimane fa, quando un grosso Gruppo di Discount ha chiesto alle aziende del pomodoro di presentare un’offerta di vendita per una partita di 20 milioni di bottiglie di passata da 700 grammi. Una volta raccolte le proposte, ha indetto una seconda gara, usando come base di partenza l’offerta più bassa. Alcuni si sono ritirati “non ci stiamo dentro con i costi”. Hanno avuto la commessa due grandi gruppi per un prezzo pari a 31,5 centesimi per bottiglia di passata. «Se teniamo conto solo della materia prima, della bottiglia e del tappo, per la passata arriviamo a un costo di 32 centesimi» dice un industriale del pomodoro: «se poi aggiungi il costo dell’energia e del lavoro, allora ci perdi, e anche tanto». Eppure, pur di aggiudicarsi la commessa e stare sul mercato, molti sono disposti a lavorare in perdita… per poi rifarsi risparmiando su altre voci della produzione, come per esempio sul costo del lavoro…
Gli agricoltori sono sempre più sconfortati e consapevoli di essere cinicamente sfruttati.
«Una volta il pomodoro garantiva ottimi guadagni. Ormai è un prodotto-merce, che si paga sempre meno»: così Marco Nicastro, imprenditore agricolo e presidente dell’organizzazione di produttori Mediterraneo. «Quando gli industriali partecipano a queste aste, l’unico modo che hanno per non lavorare in perdita è rifarsi su noi agricoltori, pagandoci il meno possibile la materia prima».
E’ la grande distribuzione organizzata il vero caporale, causa dei nuovi schiavi! In queste settimane, ci informa Stefano Liberti, in Senato è al vaglio un protocollo per promuovere pratiche commerciali leali lungo l’intera filiera agroalimentare, mirato «a non fare più ricorso alle aste elettroniche inverse al doppio ribasso per l’acquisto di prodotti agricoli e agroalimentari».
Scenari inquietanti, che impongono a noi consumatori di essere fortemente critici e attenti nelle scelte alimentari, negli acquisti! Il filo sottile tra un certo benessere e un consumo acritico è stato ben compreso per primo da Pier Paolo Pasolini: «L’Italia sta marcendo in un benessere che è egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, moralismo, coazione, conformismo: prestarsi in qualche modo a contribuire a questa marcescenza è ora, il fascismo».