Il colore dei guai e quello di chi scrive
Una nuova (breve) puntata di «Sparite-sparate» (*)
I – Di che razza sono i numeri? E i pianoforti?
L’uso in questa rubrica dei numeri romani è sarcasmo verso chi vorrebbe liberarci della multiculturalità e dunque anche dei numeri arabi, di parole, di cibi o delle basi per la moderna astronomia. A proposito come la mettiamo con i tasti neri vicino a quelli bianchi nei pianoforti? Si comincia con queste “coppie miste” e non si sa dove si finisce. Possibile che i fieri padani non si rendano conto di quanti danni ha fatto Chopin (per tacere di Thelonius Monk) con il suo meticciato sui polpastrelli?
II – Dove trovare altre «sparite-sparate»
Se vi interessa aggiornare, anche a livello settimanale, questa ricerca (su quel che si gonfia e quel che diventa invisibile nei media) vi ricordo che ci sono altre iniziati«»e simili. Le principali sono due: «Cronache di ordinario razzismo» (per contatti o per ricevere gratis la newsletter:info@cronachediordinariorazzismo.org) e «Corriere dell’immigrazione» (scrivete qui info@corriereimmigrazione.it o andate sul sito).
III – Ribellarsi è giusto?
Vi fosse sfuggito il XII dicembre scorso un giudice di Crotone, Edoardo D’Ambrosio, ha assolto i tre migranti «rivoltosi» – ma lui li ha definiti «dimostranti» – che fra il IX e il XV ottobre erano saliti sui tetti del Cie «Sant’Anna» di Isola Capo Rizzuto. Il giudice ha spiegato che reagire a offese ingiuste è un atto di legittima difesa e che le leggi (la Costituzione italiana come la Convenzione europea sui diritti umani) sono concordi. Una sentenza storica.
IV – Smontata l’Ikea
Belli i mobili svedesi. Ma bruttissimi i rapporti di lavoro all’Ikea di Piacenza (tipo duecento euri al mese per 8 ore di lavoro ogni giorno). Dopo proteste durate mesi (e aver subito ingiustificate cariche di polizia) alla fine gli immigrati hanno vinto.
V – Uniti da cosa?
La giurisprudenza parla ancora latino: «ius soli» ovvero il diritto del suolo contro «ius sanguinis» ovvero il diritto (o privilegio) del sangue, dell’eredità. Che senso ha nel mondo meticcio e in una penisola “bastarda”come la nostra? Eppure chi cresce e persino nasce qui non è automaticamente italiano se igenitori sono immigrati. Un assurdo contro il quale – «Come» ne ha spesso parlato – molti si sono impegnati (i Palazzi invece farfugliano). Basterebbe il buon senso: a esempio sul «Corriere della sera», nell’inserto «La lettura», del X febbraio Maurizio Ferrera spiegava: ciò che davvero dovrebbe unirci è lo «ius scholae», lo studiare insieme: le nostre classi sono piene di persone i cui genitori vengono da altrove ma molte teste sono piene di sciocchezze sul sangue.
VI – Roghi
Se c’è qualche giudice come Edoardo D’Ambrosio (vedi sopra) molti altri si girano per non vedere cosa davvero accade nei Cie: poi un giorno – il XIV febbraio sa esempio – un ragazzo ivoriano si dà fuoco per non essere espulso. E allora i cosiddetti «opinion leaders» esprimono stupore che gronda falsità e cinque minuti di finto dolore.
VII – Schiavitù
Frutta, pomodori, allevamenti, serre… Il lavoro agricolo in Italia è quasi tutto migrante e, guarda caso, sono spariti i diritti. Prima una impressionante ricerca di Amnesty International, poi le denunce (e le proposte) della Flai-Cgil. Oltre un milione di schiavi o quasi. Potrebbe essere un tema importante per il governo. Ma forse l’esecutivo è occupato a risolvere la questione dei rifugiati dal Nordafrica: infatti… zero assoluto. La mia mamma mi diceva che sono «tonto» ma io ora vado lo stesso a vedere sul vocabolario cosa significano «governare» e «programmare», magari è solo una mia ignoranza linguistica…
VIII – Ancora su Extrabanca
Segnalano a «Come» che la bella rivista «Valori» (legata alla finanza etica) nel numero di gennaio parlava di Extrabanca, «nata apposta per gli stranieri». Se su «Report» di Raitre si faceva l’apologia di Extrabanca qui invece si racconta – pur se in breve – della condanna subita «per molestie a sfondo razziale» da un dipendente «di colore» della banca. Ma è curioso che l’articolo di «Valori» riporti una dichiarazione di Otto Bitjoka, citato come «ex vicepresidente» di Extrabanca e che nel box poi si scriva: «La condanna di una o più persone nulla toglie alla validità del progetto. E, a titolo di cronaca, in seguito alla sentenza l’ex vice-presidente (di colore) di Extrabanca, Otto Bitjoka, si è dimesso e, ci ha raccontato, ha denunciato l’istituto é riteneva di aver subito un danno di immagine». Lo ha subìto lui? Perché è «di colore»? O perché una banca «per stranieri» che subisce una condanna «per molestie a sfondo razziale» è un delirio? A proposito la giornalista (Elisabetta Tramonto) di che colore è? Io non ho difficoltà ad ammettere che oscillo fra il bianchiccio e il rosa con punte di pelle grigia dovute all’età avanzata. Quando si parla di me però nessuna/o precisa che sono «di colore». Qualcosa mi sfugge?
10 – Finchè c’è lei…
… la Costituzione, qualche speranza c’è – anche in questi brutti tempi – ma bisogna difenderla e applicarla. A partire dall’articolo 10 (numeri arabi sì). Questa rubrica chiude sempre così: un richiamo all’Italia migliore ma soprattutto un impegno a non arrendersi a quella peggiore.
SOLITA NOTA
Notizie sparite, notizie sparate. Certezze, mezze verità, bufale, voci. Questa rubrica prova a recuperare e/o commentare quel che i media tacciono e/o pompano (oppure rendono incomprensibile, con il semplice quanto antico trucco di de-contestualizzarlo) su migranti, razzismi, meticciato, intercultura e dintorni. Se vi interessa entrare in contatto pkdick@fastmail.it è l’indirizzo giusto. Questa puntata è più breve del solito non perché manchino notizie da dare-trovare-commentare… ma sempre per i maledetti motivi di spazio e tempo che assillano chi – è il caso della rivista «Come» – cerca di informare non per lucro ma per passione. (db)