Il condominio dei cuori infranti (Asphalte) – Samuel Benchetrit

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di Francesco Masala

titolo non esattamente fedele all’originale, ma così va il mondo.
il protagonista è un palazzo di persone sole, non immerso nel verde, anche se su qualcosa sono tutti d’accordo, tranne uno.
tutti hanno bisogno di amore, affetto, considerazione, e capita, almeno nel film, che possa avvenire.
è un film pazzo, e però si tiene, le tre storie non si incontrano mai, si alternano e poi finiscono tutte bene.
è una specie de “L’odio“, di Mathieu Kassovitz, ma al contrario.
tutti bravi, ne cito solo tre, la vecchietta tunisina (aveva iniziato ne “La crisi!“, di Coline Serreau), Gustave Kervern (non ha bisogno di presentazioni), Isabelle Huppert (nel ruolo di una diva al tramonto), tutti guadagnano qualcosa dal rapporto con gli altri solitari.
bellissime le telefonate con la Nasa, e cercate “La donna senza braccia“, per vedere l’effetto che fa.
insomma niente di straordinario, ma merita di sicuro la visione.

http://markx7.blogspot.it/2016/03/il-condominio-dei-cuori-infranti.html

ecco un bellissimo regalo di Gustave Kervern:

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

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