Il covid è la Rupe Tarpea dei disabili
di Gianluca Cicinelli
Tra i risvolti della pandemia da covid – che non trovate sui giornali – il più nascosto riguarda i disabili. Un tema che non porta “vendite” ai giornali, l’indice di una arretratezza strutturale dell’Italia in tema di diritti delle persone. Come denuncia la Fish, Federazione Italiana per il superamento dell’Handicap “gli importanti risultati che erano stati ottenuti sul terreno dell’inclusione: lavorativa, sociale, scolastica – in una parola, esistenziale – si stanno via via smantellando, restituendoci un Paese che è diventato meno accessibile, sempre meno accogliente e sempre più egoista”. Questo il bilancio a un anno dallo scoppio della pandemia. Quando diciamo disabilità stiamo parlando di un mondo che oltre alle persone in questione riguarda i loro familiari, i caregiver e gli assistenti personali.
Nel manifesto della Fish che traccia una linea tra il prima e il dopo Covid la denuncia principale riguarda l’isolamento sociale e fisico perchè le misure di cautela praticate dal governo per le persone chiuse a chiave nelle strutture protette – spiega la Fish – senza poter incontrare familiari e amici stretti hanno portato a un effetto inverso dopo e prime parziali riaperture rispetto al resto della popolazione. Mentre i “forti” progressivamente riprendevano a uscire dalle proprie case i disabili sono stati costretti a rimanere confinati nelle abitazioni o nelle strutture residenziali che li ospitano. In silenzio, oscurati e dimenticati. Un arretramento inaccettabile.
Dopo le richieste delle associazioni, il ministero della Salute ha aggiornato (a metà di marzo) le raccomandazioni sui gruppi target, inserendo familiari conviventi, caregiver, genitori-tutori-affidatari e anche i familiari dei soggetti vulnerabili minorenni. Nel documento precedente (dell’8 febbraio) denuncia sempre la Fish, la parola “caregiver” non era nemmeno presente. Un passo avanti ma insufficiente. Non risulta infatti previsto, come denuncia Fabiana Gianni, attivista per i diritti dei disabili, il vaccino a domicilio per le disabilità gravi, pur essendo evidenti i problemi aggiuntivi per raggiungere i centri di vaccinazione. Tra le famiglie che sono rimaste senza reddito da lavoro dopo un anno di assistenza scarsa e inadeguata, quelle dei disabili sono abbandonate alla solitudine assoluta.
Non è stata nemmeno prevista per i disabili una visita preventiva alla vaccinazione. Stiamo parlando di persone che assumono numerosi farmaci per patologie molto gravi: un accertamento sul loro stato di salute prima di iniettare il vaccino sarebbe stato auspicabile oltre che logico. Nessuna corsia di facilitazione è prevista per i disabili dai vari provvedimenti governativi, mentre al contrario c’è chi ha approfittato senza vergogna della concessione ai caregiver per saltare la fila. Non è questo il luogo per una polemica che ha trovato spazio sulla stampa nazionale, senza però mettere a fuoco il vero problema. I servizi territoriali sono i grandi assenti dalla partita, mentre i Cad – Centri Aggregazione Disabili – a cui è stato delegato il ruolo non sono in grado di assistere le patologie più complesse.
«Siamo stanchi di queste politiche» dichiara Vincenzo Falabella, il presidente della FISH: «eppure, in questi mesi, nonostante la stanchezza abbiamo continuato a impegnarci e lottare per difendere i nostri diritti, che sono gli stessi di tutti, per contribuire alla costruzione di una società più giusta». I disabili restano nell’ombra perchè sono considerati improduttivi: questo è il punto che nessuno ha il coraggio di mettere nero su bianco se non le associazioni di categoria, restando inascoltate. Ognuno di noi ha sperimentato le difficoltà di vivere con il covid la scuola, il lavoro, l’assistenza socio-sanitaria; soltanto moltiplicando per un numero infinito di volte le nostre possiamo arrivare a capire come le difficoltà dei “normali” diventino un vero e proprio divieto a una vita dignitosa per i disabili. Silenzio, buio, indifferenza nella civile Italia del 2021.