Il fenomeno Sanders: cosa significa e dove va?
di Alan Woods
care/i, vi consiglio questo lungo – ma assai interessante e controcorrente – saggio di Alan Woods che è, fra l’altro, l’editore del sito web internazionale www.marxist.com; la traduzione è un lavoro collettivo della redazione web di www.rivoluzione.red. Io proprio in questi giorni sto leggendo «Hillary Clinton regina del caos» di Diana Johnstone, appena tradotto in italiano da Zambon; presto ve ne darò conto (db)
Nonostante sia stata ampiamente pronosticata, la vittoria schiacciante di Bernie Sanders alle primarie del New Hampshire ha prodotto ondate di choc. Dopo aver perso per poco nello Iowa (ed è molto probabile che il risultato sia stato truccato), Sanders ha battuto Clinton con un margine di più di 20 punti percentuale martedi scorso. Questo risultato ha prodotto smarrimento fra i commentatori. È successo qualcosa che non doveva succedere.
Che un socialista settantaquattrenne potesse vincere sia in Iowa che in New Hampshire sembrava impensabile in una campagna per le primarie che avrebbe dovuto essere una vittoria sicura per Hillary Clinton.
Gli elettori democratici erano sicuramente troppo “pratici” per appoggiare un candidato che porta avanti politiche come la sanità pubblica per tutti, attacca Wall Street, fa appello a una rivoluzione politica e addirittura descrive se stesso come un social democratico.
Per mesi i media hanno cercato di ignorare la candidatura di Sanders. Tutta l’attenzione era destinata a Donald Trump, mentre era dato per scontato che Hillary Clinton avrebbe dominato la corsa a candidato alla presidenza degli Stati uniti per il partito democratico. Ma le cose non sono andate in questo modo. Man mano che diventa chiaro che Sanders sta diventando un serio avversario, tutto il peso della macchina del partito democratico verrà impiegato nel tentativo di fermarlo.
Hillary Clinton ha l’appoggio dell’élite del partito democratic, dai funzionari, ai leader di gruppi di attivisti più importanti. È stata appoggiata da un esercito di celebrità e di ricchi sostenitori e da tutto il resto della banda di benestanti che costituisce l’establishment borghese del partito democratico. Barack Obama ha dato tutto il suo appoggio a Clinton, profondendo lodi su di lei e bollando le idee di Sanders come “irrealistiche”. Di norma, quindi, Sanders avrebbe dovuto avere poche possibilità o addirittura nessuna. Ma è stato tutto invano. Sia a livello nazionale che nelle prime primarie di stato, Bernie Sanders è riuscito a battere Clinton pesantemente. Com’è potuto succedere?
Parte della spiegazione risiede nel fatto che Sanders è riuscito a mobiltare un appoggio di massa. Si è basato su un’enorme rete fra la gente comune e una grande base per la raccolta fondi. Sanders ha tenuto assemblee e comizi più grandi di ogni altro candidato, democratico o repubblicano. Si sono tenuti centinaia di eventi, spesso con folle straripanti che lo hanno ascoltato fare appello a una “rivoluzione politica” in America. I suoi “mi piace” su Facebook hanno superato enormemente quelli di Hillary Clinton. La principale forza trainante di tutto questo è stata la gioventù. Questo dovrebbe essere chiaro anche al più cieco dei ciechi. Ma questa stessa spiegazione dev’essere articolata.
Non può essere spiegata dalle qualità personali di Sanders, anche se ha certamente mostrato grande coraggio e capacità di recupero di fronte al fuoco di fila di attacchi e insulti. Tuttavia, è un uomo bianco anziano con un’aria un po’ eccentrica. La ragione principale va cercata nei profondi cambiamenti nella coscienza che stanno avendo luogo nella società americana.
Democrazia per i miliardari
Negli USA c’era già un senso di alienazione dai partiti politici. Ora questa alienazione si sta trasformando in odio. È qui che dobbiamo trovare la spiegazione per la rapida ascesa di Bernie Sanders. Sotto la superficie della società americana troviamo un malcontento ribollente, rabbia, e, soprattutto, frustrazione. Come le forze terribili che si sviluppano sotto la crosta terrestre, questo malcontento sta cercando una via di sfogo. Prima o poi questa via sarà trovata e potrebbe trovarsi nei posti più inaspettati.
Il crollo economico del 2008 e le sue conseguenze hanno trasformato il sogno americano in un incubo per milioni di persone. Questo riguarda soprattutto i giovani, ma sempre di più il capitalismo è messo in discussione fra larghi settori della società. L’enorme quantità di soldi pubblici dati all’un percento super ricco, lo stridente contrasto fra la ricchezza oscena e la povertà degradante, l’arroganza delle élite politiche: tutte queste cose hanno creato un bruciante senso di ingiustizia che non trova espressione nei partiti politici esistenti. Vediamo ovunque lo stesso fenomeno.
Negli Stati uniti, le elezioni si vincono o si perdono e i candidati presidenziali sono scelti o bocciati, non in base alle loro idee o alle loro qualità personali superiori, ma solo in base alla grandezza dei loro conti correnti e dei loro fondi per la competizione elettorale. Per essere il presidente del paese più ricco del mondo, una persona deve essere o miliardaria o avere alle spalle molti miliardari. Democrazia è diventata una parola vuota. È il governo dei ricchi, dai ricchi e per i ricchi. Hillary Clinton ha iniziato il 2016 con una raccolta fondi di 100 milioni dai sostenitori provenienti dalle grandi aziende.
Al contrario, Sanders ha raccolto più di cento milioni di dollari in donazioni, la grande maggioranza delle quali è inferiore ai cento dollari, dai cittadini comuni. Dopo il suo successo nello New Hampshire il suo sito per la raccolta fondi si è bloccato perché c’era troppa gente che inviava soldi. Quando gli è stato chiesto durante un dibattito di spiegare la differenza fra i suoi piani e quelli di Clinton nei confronti delle grandi banche, Sanders ha risposto: “la prima differenza è che io non prendo soldi dalle grandi banche, non prendo compensi personali per i miei discorsi da Goldman Sachs”.
Clinton ha ricevuto 675000 dollari per i suoi discorsi, solo nel 2015, da Goldman Sachs, e questa è solo la punta dell’iceberg. Bill e Hillary Clinton hanno guadagnato più di 153 milioni di dollari da discorsi pagati negli ultimi quindici anni secondo uno studio della CNN. Questo include almeno 7,7 milioni di dollari da 39 discorsi fatti a imprese di Wall Street, includendo Goldman Sachs, UBS e Bank of America. Naturalmente, Hillary ha negato indignata che questa generosità aziendale abbia esercitato alcuna influenza sulle sue preferenze politiche ma, come sappiamo, chi paga l’orchestra sceglie la musica.
Hillary Clinton impersonifica tutto ciò che la gente disprezza maggiormente della politica americana. È l’espressione perfetta dell’establishment. Non un singolo capello è fuori posto. il sorriso lezioso è fisso in ogni momento. I discorsi sono scritti attentamente, le apparizioni pubbliche coreografate come in un balletto. In completo contrasto, Sanders fornisce l’impressione di un uomo a cui non importa niente della propria aspetto. Ed è precisamente questo che lo rende caro ai suoi giovani sostenitori. Come ha detto un giornalista: “ i suoi capelli spettinati, i suoi vestiti dalla taglia sbagliata, il suo accento rozzo di Brooklyn, la sua propensione ad urlare e gesticolare in modo maniacale. Sanders sembra essersi svegliato così. Queste qualità sono ciò che lo rendono ‘autentico’, anche ‘sincero’”
Ignoreremo l’insinuazione che lo scarso senso dell’estetica di Sanders sia solo un mezzo per farlo sembrare “autentico” (qualunque cosa questo significhi) o che la sua sincerità sia in qualche modo artificiosa. Non abbiamo alcuna ragione per dubitare della sincerità di Bernie Sanders, anche se non necessariamente siamo d’accordo con tutte le sue idee. Mentre per Hillary Clinton e le altre marionette di Wall Street, la mancanza di sincerità è sempre stata una seconda natura. È assolutamente essenziale per chi deve sembrare dalla parte della “gente comune”, mentre in effetti porta avanti politiche che favoriscono i ricchi e i potenti. E naturalmente hanno tutti un impeccabile gusto per i vestiti, come in effetti ha ogni lacchè. È naturale per il lavoro che devono fare.
Trump e Sanders
Bernie Sanders ha sfruttato uno stato d’animo di malcontento nella società americana. C’è una crescente repulsione verso l’establishment, i politici in vestiti impeccabili che si ingraziano i banchieri, cedendo grandi somme di denaro pubblico ai ricchi, mentre impongono tagli feroci alla spesa pubblica per i poveri. La gente è stanca di tutto questo e vuole un cambiamento. Il financial times del 9 febbraio ha commentato:
“Ciò che è già chiaro, comunque, è che la classe politica americana sta solo cominciando a comprendere la profondità dell’ambiente anti establishment che sta avvolgendo gli Stati uniti. Quasi otto anni dopo la crisi finanziaria, quest’ambiente sembra rafforzarsi, non indebolirsi. L’annuncio del presidente Barack Obama della scorsa settimana che il tasso di disoccupazione è ora sotto il 5 percento è stato appena notato nella campagna elettorale.”
L’attenzione dei media per queste primarie si è incentrata quasi esclusivamente su Donald Trump. In un modo distorto e reazionario, anche lui esprime questo umore. Lui coltiva un brusco modo di parlare “plebeo” che è in contrasto con la parlata pomposa e anodina degli altri candidati, che sono specializzati in vuoti luoghi comuni. Questo spiega la popolarità tra le fila repubblicane e il suo vittoria straripante su tutti i suoi rivali nello New Hampshire, tra lo sgomento dei dirigenti di partito.
Questo miliardario sbruffone e con un enorme conto in banca, appoggia le grandi multinazionali tanto quanto Marco Rubio, Ted Cruz e Jeb Bush. La differenza è che alcuni di loro cercano di nascondere le loro politiche reazionarie sotto un apparenza di moderazione, mentre Trump usa la demagogia populista e fa finta di stare dalla parte dei “più deboli”, come mezzo per tenerli legati mani e piedi alla tenera mercé delle grande capitale. Presenta se stesso nel ruolo dell’anticonformista ribelle, che combatte contro “l’establishment di Washington”. La differenza fra Trump e tutti gli altri è nello stile, non nel contenuto. Ma con un pubblico che è stanco dei politici curati che fanno attenti discorsi curati, le differenze di stile possono facilmente essere scambiate per differenze radicali nei contenuti. Qui, come nell’arte della prestidigitazione, la velocità della mano inganna l’occhio.
Come Trump, Bernie Sanders parla in un modo che è molto diverso dalle maniere dell’élite politica. Ma, diversamente da Trump, sostiene politiche che si rivolgono ai lavoratori americani senza privilegi e sottopagati. Si ribella contro l’ingiustizia economica e sociale, e si pone contro l’establishment. Gli studenti lottano per pagare debiti impagabili e i genitori devono fare due o tre lavori poco pagati per arrivare alla fine del mese. L’idea che l’economia sia “truccata” a favore dell’élite ricca è in assonanza con il pensiero di milioni di persone.
Molti elettori repubblicani sono stati colpiti da Sanders. Scrivendo sul financial times, Gideon Rachman sottolinea che sia Trump che Sanders stanno dicendo cose che sarebbero state impensabili fino a non molto tempo fa. “Eppure il fatto che entrambi siano contenti di rompere tabù retorici ha rafforzato le loro rispettive dichiarazioni di essere dei veri outsiders. Questo sembra essere ciò che gli elettori stanno cercando” (nostro corsivo).
I giovani
I giovani negli Stati Uniti non dovrebbero essere interessati alla politica. Non ci sorprende. Per cosa dovrebbero mostrare interesse? La politica era noiosa: un circo senza senso in cui i democratici si cambiano di posto con i repubblicani con monotona regolarità, senza nessuno si accorga della minima differenza. Ma ora tutto è cambiato. La politica americana è diventata improvvisamente interessante.
La forza principale che sta spingendo verso il cambiamento sono i giovani. Un osservatore britannico ha descritto l’appoggio per Sanders tra i giovani come “sbalorditivo”. Questa mobilitazione, almeno inizialmente, non era tanto il risultato di uno sforzo organizzato dalla campagna di Sanders, ma più una risposta viscerale al candidato stesso. Una generazione che è stata forse la più bombardata con slogan di marketing e campagne pubblicitarie ora vede in Sanders qualcosa di diverso e stranamente attraente. Nelle interviste, i giovani sostenitori della candidatura presidenziale del senatore del Vermont offrono quasi tutti la stessa risposta quando viene richiesto il motivo per cui Sanders piace: Ecco un uomo che sembra sincero.
Eserciti di giovani stanno facendo diventare quella che sembrava una causa senza speranza una campagna molto efficace. Un volontario dice: “Ci sono cose che mai ti aspetteresti da una campagna tradizionale. Vederle è strabiliante.” La maggior parte dei giovani elettori (e molti fra i più vecchi) hanno una diffidenza profonda nei confronti dei politici. L’ostilità verso Hillary Clinton tra i giovani elettori è impressionante. Dato il loro crescente disagio economico e il peso dei prestiti universitari, veedono come sia troppo amica delle grandi banche e delle imprese americane. Ma Sanders è visto come qualcosa di diverso.
“Sembra che egli è a un punto della sua vita, che dice veramente quello che pensa”, ha detto Olivia Sauer, 18, una matricola del college che è tornata nella sua città natale, Ames, Iowa, al caucus per Bernie Sanders. “Con Hillary,” ha detto, “a volte si ottiene questa sensazione che tutte le sue frasi siano di proprietà di qualcun altro.” Questa è un’osservazione molto acuta. Le parole che usa non sono sue, sono scritte da qualcun altro. Ma non è solo i suoi discorsi che non sono sola. Il suo cuore, l’anima, la mente e la coscienza sono tutti di proprietà di qualcun altro, e questo qualcuno si chiama Wall Street.
Appoggio crescente per il socialismo
L’appoggio crescente per Bernie Sanders segnala un drastico cambiamento nel panorama politico negli Stati Uniti, e, quindi, nel mondo. E ‘tanto più notevole in un paese dove le idee socialiste sono stati soppressi e demonizzate. Come l’editorialista del Washington Post ha ammesso a malincuore Venerdì 29 gennaio, l’attuale generazione di giovani, a cui lei appartiene, “ama Sanders non malgrado il suo socialismo, ma a causa di esso … Molti di noi sono entrati nel mercato del lavoro proprio nel momento in cui il capitalismo sfrenato sembra possa far saltare in aria l’economia mondiale. Forse per questo motivo, la generazione del nuovo millennio (I cosiddetti millennials) in realtà sembra preferire il socialismo al capitalismo “. “Nel mio editoriale di oggi ho spiegato che uno dei motivi per cui i “Millennials” preferiscono Bernie Sanders a Hillary Clinton è che non solo preferiscono non fare caso al socialismo di Sanders, in realtà a loro il socialismo piace proprio. E ‘un punto a favore, non un limite “.
Un sondaggio YouGov chiesto alla popolazione se avesse un parere favorevole o sfavorevole del socialismo e del capitalismo, e i risultati sono stati suddivisi per i vari gruppi demografici:
Il 52 per cento ha espresso un parere favorevole del capitalismo, contro il 29 per cento per il socialismo. Ma questo non racconta tutta la storia. I repubblicani, quelli provenienti da famiglie che guadagnano più di 100.000 dollari, e le persone di età maggiore ai 65 sono quelli più fortemente a favore del capitalismo rispetto al socialismo. Tuttavia, i democratici valutano socialismo e capitalismo altrettanto positivamente (42 per cento per ambedue). Sono gli under 30 a considerare il socialismo più favorevolmente rispetto al capitalismo (43 per cento contro 32 per cento, rispettivamente).
Mentre “socialista” era l’unica categoria per la quale la maggior parte degli intervistati ha dichiarato che sarebbe disposta a votare, il fatto più sorprendente è che il 47 per cento ha detto che avrebbe votato per un socialista.
I giovani si sono dimostrati essere altrettanto o maggiormente aperti rispetto ai loro anziani su tutte le categorie testate da Gallup, ma il più grande divario tra giovani e anziani è rispetto ai candidati “socialisti”: Anche in questo caso la differenza è in linea con l’età degli intervistati : mentre il 34 per cento degli intervistati sopra ai 65 anni hanno detto che sarebbero disposti a votare per un socialista, la percentuale tra gli intervistati di età inferiore ai 30 era quasi il doppio, il 69 per cento.
Questo indica un cambiamento importante nella coscienza fra i giovani, ma non si limita ad essi. Nonostante la raffica colossale di propaganda anti-socialista a cui il pubblico americano è stato sottoposto per molti decenni, il fatto che oltre un terzo degli elettori più anziani siano disposti a votare socialista è di per sé piuttosto notevole. E dovremmo tenere a mente che questo sondaggio si riferisce al giugno scorso, prima che la campagna Sanders acquistasse slancio. Non ci può essere alcun dubbio che l’appoggio per il socialismo è aumentato da allora. Il risultato in Iowa era già un’indicazione di ciò, ed è stato confermato dal risultato del New Hampshire.
L’Establishment è in allarme
Da sempre, il capitalismo americano si è basato su due solidi pilastri: i Democratici e i Repubblicani. Ora questo edificio apparentemente solido si sta sgretolando alle fondamenta e la borghesia è in allarme. Bloomberg View il 5 Febbraio riporta un articolo con il titolo: Bernie Sanders, Pericolo Pubblico. Nell’articolo è scritto: “Il senatore Bernie Sanders è una persona per bene e un politico appassionato. Ma è anche una grave minaccia alla moderazione e all’empirismo razionale. Di conseguenza, la forte campagna di Sanders per le presidenziali è una minaccia agli Stati Uniti interi.”
Ma le cose non vanno meglio con l’altro partito delle grandi aziende:
“Il Partito Repubblicano è stato indebolito, sia per quanto riguarda la linea politica sia come partito di governo, dalle richieste sempre più stringenti che l’ala radicale, potente e ostinata, impone al settore di centro ridotto e indebolito nei numeri. Si è arreso a tal punto allo stile paranoico della politica che il primo candidato alla Presidenza della cosiddetta ala dell’establishment afferma abitualmente che il Presidente Barack Obama sia un efferato fautore della rovina della nazione. Questa oratoria rancida e delirante è diventata così comune a destra che non fa più alcun effetto”.
La più grande paura degli strateghi del capitale americano è che la crisi del capitalismo porti a una netta polarizzazione a destra e a sinistra, ovvero a una polarizzazione su linee di classe. È questo ciò che vogliono dire quando si riferiscono a un “centro ridotto e indebolito”. Soprattutto, temono Bernie Sanders, non tanto per la sua figura (hanno molti modi di distruggere o annullare i singoli uomini politici) ma per le forze che ha scatenato.
L’articolo dice che Sanders ha “caratteristiche sgradite”. Quali sono? Il fatto che egli sia “quasi esclusivamente spinto dalla diseguaglianza economica e dell’ingiustizia”. Che cosa terribile! Un candidato alla Presidenza che si oppone alla diseguaglianza e all’ingiustizia! L’articolo poi continua:
“L’economia americana, un colosso da 18 migliaia di milioni di dollari, che si espande a macchia d’olio, che si allarga e contrae contemporaneamente in più direzioni di quelle che chiunque potrebbe comprendere, tanto meno controllare, è ‘truccata’, dice Sanders. Anche questa affermazione deve molto a uno stile paranoico. Chi avrebbe truccato questo gigantosauro di beni disparati e servizi infinitamente vari? Forse “Wall Street”. O forse “le corporazioni”.
L’indignazione di Bloomberg View non ha limiti. Come potrebbe qualcuno sano di mente pensare che le grandi banche e le corporazioni hanno manipolato l’economia per i loro interessi? A ciò rispondiamo: come potrebbe qualcuno sano di mente pensare qualcosa di diverso? Ma le vere paure dell’America delle grandi multinazionali sono espresse nel passaggio seguente:
“In politica, qualunque forza troppo “spettrale” per potere essere definita con un nome preciso è troppo sfuggente per essere contenuta entro confini precisi dal governo o dalla legge. Sanders non fa che ammettere questo. Afferma che la sua elezione alla Casa Bianca, dove controllerebbe le potenti leve dell’esecutivo, non sarebbe sufficiente per cambiare le cose. Una maggioranza dei voti alle elezioni può bastare a una “moderata” come Hillary Clinton; Sanders, invece, richiede una ‘rivoluzione’.” (nostra enfasi)
Si potrebbe dire che l’appello di Sanders a una rivoluzione politica è poco chiaro. Può darsi, ma il suo significato è molto chiaro agli strateghi del capitale. Se Sanders fosse mai eletto Presidente dovrebbe affrontare un Congresso ostile – non ultimo tra i Democratici, la maggior parte dei quali lo odia e lo teme. Tenterebbero inizialmente a cercare di comprarlo, di tirarlo dalla loro parte, una tattica che hanno sviluppato fino a renderla un’arte da generazioni. Ma cosa accadrebbe se non ci riuscissero? Il problema è qui illustrato, con il cinismo più sorprendente:
“Nessuno di questi problemi è un ostacolo a Sanders al Senato, dove è un senatore su 100. Ma Sanders non si accontenta più. Sta provando a costruire un movimento per prendere il controllo del Partito Democratico e per arrivare fino alla Casa Bianca. I Democratici possono difficilmente permettersi questo esito.”
Portando avanti costantemente l’idea della rivoluzione, Sanders ha toccato un tasto sensibile per molte persone, che comprendono che il sistema attuale è marcio e corrotto fino al midollo. Questa idea sta penetrando nella mente delle persone, crescerà e acquisterà una dimensione di massa man mano che la crisi del capitalismo si approfondirà. Le conseguenze sono incalcolabili. Gideon Rachman ha sottolineato i pericoli per la classe dominante – e non solo negli USA:
“Se il desiderio dell’America di avere dei leader anti-establishment provenienti dalle frange politiche radicali continua, le implicazioni saranno profonde – per gli USA e per il mondo. Il sistema, dominato da Democratici e Repubblicani, ha sempre rimandato al mittente gli estremismi politici. Questo significa che, al di là dei drammi quotidiani, la nazione ha tratto benefici da una profonda stabilità politica, che ha ampiamente contribuito alla sua potenza economica e al suo potere a livello globale. Se l’immunità dell’America dall’estremismo sta terminando, il mondo intero ne subirà le conseguenze.”
“Sessismo”
Ci si aspettava che le donne sostenessero la candidatura di Hillary Clinton, ma le donne più giovani sono state conquistate alla causa di Bernie Sanders. Questo ha causato scandalo e risentimento tra alcune femministe come la scrittrice Gloria Steinem, una devota sostenitrice di Hillary Clinton. Assieme ad altre vecchie femministe ha finanziato una campagna contro Sanders per il suo presunto sessismo. Qui, però, la signora Steinem si è trovata davanti a un problema spinoso: un gran numero di giovani donne stanno facendo campagna per Bernie Sanders in maniera attiva.
Una sporca campagna diffamatoria è stata lanciata dall’entourage di Clinton per insinuare che l’esercito entusiasta dei social media che supporta il socialista indipendente (i “Bernie Bros”) abbia allontanato le elettrici femminili. L’ultima di queste creature che è strisciata fuori dal bosco è l’ex Segretaria di Stato Madeleine Albright che è recentemente apparsa a una manifestazione in favore della Clinton dove non ha fatto altro che accusare le giovani donne di “tradire il proprio genere”. “C’è un posto speciale all’inferno per le donne che non si aiutano a vicenda!”, ha annunciato, nella speranza che questa minaccia di mandare tutte le sostenitrici di Bernie in un posto caldo e sgradevole avrebbe funzionato dove tutti gli altri tentativi avevano fallito.
Quale posto speciale all’inferno sia riservato a una donna che ha servito la causa dell’imperialismo USA per tutta la sua vita e che ha sostenuto che la morte di mezzo milione di bambini iracheni come risultato delle sanzioni statunitensi “erano necessarie”, la signora Albright non si è degnata di comunicarcelo. Queste calunnie hanno immediatamente provocato una tempesta di proteste da parte di molte donne. Nonostante molte avrebbero naturalmente apprezzato una donna in lizza per la Presidenza, capiscono che la scelta del candidato non deve basarsi unicamente sul genere. Preferiscono di gran lunga Bernie Sanders alle loro varie Hillary Clinton e Madeleine Albright. E chi potrebbe biasimarle per questo?
Le povere Steinem e Albright, accerchiate da ogni parte, comunque, hanno ricevuto rinforzi da qualcuno che è molto famoso per il suo atteggiamento rispettoso verso le donne – William Jefferson Clinton, conosciuto anche come Bill. L’ex occupante della Casa Bianca si sta attualmente godendo una pensione moderatamente confortevole, avendo accumulato una ricchezza stimata di 80 milioni di dollari per i sui servizi resi all’America (ovvero, ai banchieri e ai capitalisti americani). Dal momento in cui la ricchezza netta di Hillary è intorno ai 31.3 milioni di dollari, la ricchezza combinata dei coniugi si attesta sui 111 milioni di dollari. Certamente, se Hillary tornasse alla Casa Bianca le fortune della famiglia migliorerebbero considerevolmente. Perciò, non sorprende molto che il vecchio Bill sia riemerso dalla pensione per esprimere il suo fervente sostegno alla moglie.
L’ex presidente ha parlato per quasi 50 minuti, e più parlava, più si scaldava. La natura accesa delle sue osservazioni esprimeva chiaramente la frustrazione che i Clinton provavano due giorni prima delle primarie in New Hampshire – uno Stato che li aveva ricompensati in passato, ma che si preparava a consegnarli una cordiale sberla in faccia. Il vecchio Bill è sembrato particolarmente irritato dal fatto che il New Hampshire, dopo aver sollevato la candidatura di lui nel 1992 e porto a lei una nuova vittoria nel 2008, stesse ora gettando via sua moglie. La sua rabbia a questo pensiero ha raggiunto il parossismo quando ha finalmente tirato fuori quella che considerava come la sua arma più efficace: la questione di genere. I sostenitori di Sanders, ha detto, usano un linguaggio misogino per attaccare la signora Clinton. Non sappiamo come il pubblico abbia reagito a questa performance. Ma per quanto riguarda i votanti del New Hampshire, non ha fatto nessun effetto. Ciò che la campagna di Bernie Sanders ha dimostrato è che una volta che le masse cominciano a muoversi, rompono tutte le divisioni di genere, razza, religione e nazionalità. Quelli che cercano di dividere e disorientare il movimento saranno spazzati via senza pietà. La classe lavoratrice e i giovani rivoluzionari hanno bisogno dell’unità per cambiare la società.
Il programma di Sanders
Mentre tutti gli altri candidati continuano a tessere le lodi del capitalismo, Bernie Sanders pone strane questioni sull’attuale modello di società. Ha attaccato senza pietà le grandi banche e Wall Street, sottolineando come la vasta maggioranza della ricchezza prodotta dalla classe lavoratrice americana vada nelle tasche dell’uno percento più ricco. Ha proposto l’aumento del salario minimo federale a 15 dollari l’ora e la rottura con le grandi banche di Wall Street. Ha descritto Wal-Mart come un beneficiario dello stato sociale. La stessa cosa si può dire di tutte le banche statunitensi e delle grandi società per azioni.
Questo è quello a cui si riferisce come un’”economia truccata, un sistema” in cui una ricca e potente élite esercita il proprio dominio sulle persone comuni, non solo economicamente ma anche politicamente. Questa è una descrizione corretta del capitalismo del 21° secolo negli USA e ovunque il Capitale la faccia da padrone. Sanders vorrebbe aumentare le tasse per chi guadagna più di 250mila dollari, aumentandole al 37%. Quelli in cima alla scala del reddito – che guadagnano più di 10 milioni all’anno – pagherebbero il 52% di tasse. Sanders aumenterebbe anche altre tasse, incluse le tasse per i servizi sociali sui redditi più alti. Inoltre, vorrebbe tassare le plusvalenze alla stessa percentuale applicata al reddito che un contribuente guadagna col suo lavoro.
Spiega come tutti i giovani dovrebbero avere l’opportunità di ricevere un’istruzione, trovare un lavoro, e guadagnarsi da vivere; che dovrebbe esserci un’istruzione gratuita e di qualità per ogni singolo individuo in America. Afferma che attraverso l’istruzione i giovani americani potrebbero avere accesso a un più ampio spettro di professioni e potrebbero diventare membri più produttivi della società. La sua proposta di un sistema sanitario finanziato da un unico ente pubblico va molto più in là del modello Obamacare.
Ci sono molte cose nel programma di Sanders che possono essere molto interessanti molte persone negli USA. Siamo d’accordo con molte di queste proposte, come per esempio il servizio sanitario per tutti, l’istruzione gratuita, la riduzione del debito studentesco e il salario minimo a 15 dollari l’ora. Ma la grande domanda a cui bisogna dare risposta è: come si possono ottenere queste cose senza spezzare il potere delle grandi banche e dei monopoli?
Sanders ha proposto di dividere le banche più grandi del paese, dicendo che le sei più grandi detengono troppo controllo sull’economia. Ha anche proposto di non permetter agli amministratori delegati delle banche di essere impiegati nei 12 uffici regionali della Federal Reserve, dicendo che la loro appartenenza a questi uffici crea un conflitto di interessi e mina la regolazione dei servizi finanziari. Ma proposte simili sono già state fatte molte volte, in particolare da Theodore Roosevelt un centinaio di anni fa, senza il minimo effetto a lungo termine.
L’idea di smembrare i grandi trust è ancora più antica. Questa idea sfida le leggi fondamentali del capitalismo che Karl Marx ha spiegato del Manifesto del Partito Comunista. Marx spiegò che la competizione inevitabilmente porta al monopolio. Le aziende più grandi divoreranno sempre le più piccole. I Marxisti dicono che il controllo è possibile solo espropriando le grandi banche e aziende. Ma Bernie Sanders non propone questo. Propone di smembrare le grandi banche e di regolamentare il capitalismo. Dice che Franklin D. Roosevelt è il suo presidente preferito.
Questa è un’osservazione interessante, come lo è la sua affermazione rispetto al fatto che il socialismo che ha in mente è quello scandinavo, ovvero una specie di capitalismo regolamentato con uno stato sociale e meno diseguaglianza. Il problema di questa idea è che ciò non esiste più, nemmeno in Scandinavia. Noi marxisti spieghiamo che lotteremo per ogni riforma che rappresenti un reale miglioramento delle condizioni di vita di lavoratori e giovani, ma dobbiamo essere preparati per trarre tutte le conclusioni necessarie.
Quando i critici borghesi di Sanders avvertono che il suo programma può essere portato avanti solo da una rivoluzione dal basso, hanno ragione. Se questa lotta vuole essere vittoriosa, dovrà concludersi col rovesciamento della dittatura di Wall Street, delle grandi banche e aziende. L’unico modo per rompere il potere dei grandi monopoli privati è di sostituire a tali monopoli un monopolio di Stato delle banche e delle grandi aziende. Invece della dittatura di una manciata di padroni, un’economia pianificata socialista sarebbe sotto il controllo democratico e la gestione della classe lavoratrice.
Sanders può vincere?
La battaglia per la presidenza USA ha cambiato marcia mentre i caucus e le primarie si svolgerannno stato dopo stato fino a Giugno. Quindi potrebbe Sanders vincere la candidatura a Presidente? Questo dipende da molte cose. La sua vittoria in New Hampshire non si ripeterà per forza in altri Stati, soprattutto al Sud dove, almeno per il momento, Sanders è in una posizione più debole rispetto alla sua avversaria.
Dopo la vittoria in New Hampshire Sanders ha detto: “ Mi stanno tirando addosso qualunque cosa a parte il lavandino della cucina, e ho la sensazione che anche il lavandino arriverà tra poco.” Questa sensazione è fondata. Tireranno ogni sporco tiro che hanno nel loro repertorio e mobiliteranno tutte le loro risorse per fermarlo. Hillary Clinton ha detto che combatterà per ogni voto in ogni Stato, e non dubitiamo che questa sia la verità. Ha l’appoggio della potente macchina del Partito Democratico.
Il cosiddetto sistema dei “super delegati” implica che Sanders avrà probabilmente bisogno del 60-70% per vincere. Si tratta di un compito mastodontico. Nonostante ciò, non è inconcepibile che alla fine possa vincere. Il clima di rabbia contro l’establishment è così forte che la macchina di partito potrebbe non essere l’ostacolo formidabile che sembra. La situazione è così volatile che può succedere quasi tutto.
Cosa accadrà se Bernie Sanders non vince la candidatura? Dipende da come reagirà. Ha affermato pubblicamente che se verrà sconfitto sosterrà Hillary o qualunque altro candidato scelto dal Partito. Se lo farà, provocherà un’ondata di delusione tra i suoi seguaci. Il movimento che ha ispirato potrebbe evaporare come una goccia d’acqua calda sulla stufa. Ma questa non è affatto l’unica possibilità.
Il movimento attorno a Bernie Sanders ha creato una grande pressione, che tenderà a accelerare e crescere nei mesi a venire. C’è un’interazione dinamica tra Sanders e il crescente movimento che guida. Se alla fine saranno privati della vittoria dalle manovre della macchina di partito, ci sarà un’esplosione di rabbia che dovrà produrre un effetto su Sanders, che sarà sottoposto a un’immensa pressione per non accettare il risultato.
Ciò che questa campagna ha già dimostrato è che quelle che erano considerate le leggi della politica negli USA erano in realtà solo abitudini e tradizioni che possono essere spezzate e che stanno appunto venendo spezzate. Non può perciò essere escluso che questo possa portare a una rottura di Sanders con il Partito Democratico e a un movimento nella direzione della formazione un nuovo partito alla sinistra dei Democratici. Questo rappresenterebbe un cambiamento fondamentale nell’intera situazione.
Sanders e il Partito Democratico
Lenin ha sottolineato che la storia conosce ogni tipo di trasformazione peculiare, e ce ne sono state molte recentemente. Il modello della politica tradizionale si è rotto in un paese dopo l’altro: Grecia, Spagna, e Gran Bretagna per citare solo gli esempi più ovvi. Questo non è un caso. La crisi che è iniziata nel 2008 e che sta continuando ancora ha avuto un profondo effetto sulla coscienza. Le strutture politiche tradizionali sono state sottoposte a pressioni irresistibili e in molti casi sono state distrutte da esse.
In una situazione simile è necessario esaminare molto attentamente i processi ed assicurarci che la nostra tattica, i nostri slogan e il nostro orientamento siano coerenti con una situazione che sta cambiando rapidamente. Questo è vero in USA come nel resto del mondo. Abbiamo detto molte volte che non c’è una reale differenza tra Repubblicani e Democratici. È ancora così? Certamente sì. Per usare le parole del grande scrittore Americano Gore Vidal: “La nostra Repubblica ha un partito – il Partito della Proprietà – con due ali destre.” Ciò è assolutamente corretto e deve essere preso come punto di partenza di qualunque analisi marxista.
In ogni caso, il punto di partenza non è tuttavia la fine del viaggio, e questo viaggio può prendere ogni tipo di strani sentieri che né noi né chiunque altro si era aspettato. La campagna di Sanders ha effettivamente rappresentato un nuovo, importante fattore nell’equazione. Una cosa è il Partito Democratico, un’altra è la campagna di massa che si è sviluppata attorno alla figura di Bernie Sanders. Dobbiamo stare attenti a fare questa distinzione. È già stata fatta da molti di coloro che seguono Sanders, non perché è un Democratico ma perché è un socialista.
Sanders non è un Democratico da molto tempo. Era un socialista indipendente, ex sindaco di Burlington, Vermont, che ha partecipato ai caucus dei Democratici al Congresso. L’establishment del Partito Democratico l’ha accettato come candidato perché pensavano sarebbe stato utile per attirare qualche progressista nel Partito e sembrava non ci fossero possibilità che venisse eletto. Un errore simile è stato fatto in Gran Bretagna dai leader del Labour Party, quando hanno permesso che il nome di Jeremy Corbyn fosse inserito tra le candidature a leader del Partito. Ed è stato fatto esattamente per la stessa ragione: queste persone sono completamente distaccate dall’ambiente reale nella società. Come negli altri paesi, l’élite politica statunitense è lontanissima dalla realtà.
Noi sosteniamo la creazione di un partito dei lavoratori negli USA. Diciamo che il Partito Democratico è un partito borghese che non può essere riformato. Questo è vero, ma non è abbastanza. È anche necessario spiegare concretamente come si può costruire un partito dei lavoratori. In passato abbiamo sostenuto che sarebbe probabilmente nato dai sindacati che avrebbero rotto i propri legami politici con i Democratici. Era un’ipotesi ragionevole da fare. Ma come tutte le ipotesi, va messa alla prova dei fatti.
Ci sono stati molti tentativi di creare un partito dei lavoratori basato sui sindacati, ma non hanno portato a nulla. La degenerazione delle direzioni sindacali negli USA si è probabilmente spinta più in là che da ogni altra parte. I dirigenti sindacali non hanno nessuna intenzione né di rompere con i Democratici né di creare un partito dei lavoratori. In realtà, la sola idea li riempie di terrore.
Il movimento per un’alternativa alla sinistra dei Democratici, bloccato dalla burocrazia sindacale, non è svanito. La delusione nella dirigenza del Partito Democratico non è mai stata grande come oggi ed è emersa nel movimento attorno a Bernie Sanders. Naturalmente, dobbiamo sempre partire dai principi della teoria marxista se non vogliamo essere trascinati fuori rotta da sviluppi effimeri. Ma è perfettamente chiaro che qualcosa sta accadendo nella situazione politica USA e dobbiamo analizzarlo attentamente e trarre le conclusioni necessarie.
Una cosa sono il programma e le idee complete del marxismo, ma un’altra cosa, totalmente differente, è la incompleta, confusa e contraddittoria coscienza delle masse. Non possiamo aspettarci che i giovani che si stanno appena affacciando alla vita politica abbiano una chiara comprensione della natura delle cose. È il compito dei marxisti fornire la chiarezza necessaria. Ma questo non può essere fatto semplicemente ripetendo le affermazioni generali del marxismo (anche se potrebbero essere corrette al 100%). È necessario impegnarsi attivamente nel movimento, entrare in un dialogo significativo con esso, condividere la sua esperienza collettiva e, naturalmente, spiegare con pazienza in termini che possono essere compresi.
Il lavoro dei marxisti sarebbe veramente molto semplice se le masse entrassero nella lotta politica con una coscienza socialista bell’e pronta. In quel caso, non ci sarebbe bisogno di prendersi il disturbo di costruire un’organizzazione marxista. Ma sappiamo che non è questo il caso, che le masse entrano nella lotta con idee molto confuse e che solo lentamente, sulla base dell’esperienza, iniziano a capire la reale natura della situazione.
Mentre spieghiamo pazientemente i limiti del riformismo di sinistra e difendiamo le idee del marxismo rivoluzionario, è essenziale creare un dialogo con i giovani che sostengono Bernie Sanders. I compagni della Workers international league, la sezione della Tmi in Usa, hanno correttamente sottolineato che “in questa epoca di crisi del capitalismo, tra lottare confusamente per diritti basilari e riforme modeste e trarre conclusioni pienamente rivoluzionarie il passo è breve. Il crescente interesse per il socialismo è un fenomeno diffuso in tutto il mondo, con diverse modalità che derivano dalle tradizioni e dalla storia di ogni paese: la candidatura di Jeremy Corbin a leader del Labour Party in Gran Bretagna; Pablo Iglesias e l’ascesa di Podemos in Spagna; Tsipras e l’elezione di Syriza in Grecia. Ora negli USA stiamo sperimentando la nostra personale variante, distorta attraverso il prisma di un paese con un passato anti-comunista e senza un partito tradizionale di massa dei lavoratori.”
“In mancanza di un’alternativa percorribile, e con i leader del movimento operaio che non offrono una soluzione basata sull’indipendenza di classe, molti lavoratori si trovano a votare i Democratici durante la stagione elettorale. Bernie Sanders, il senatore indipendente del Vermont, sta gareggiando come Democratico per la candidatura alla Presidenza di quel partito. Il suo appello a una rivoluzione politica e al socialismo democratico risuona in milioni di Americani delusi dalle false promesse di cambiamento di Obama. Dopo anni di “ripresa” anemica, austerità, e scandalosa diseguaglianza, la sua corsa contro la “classe miliardaria” ha toccato un tasto sensibile da Minneapolis al Maine.”
Tutto ciò mostra che sotto la superficie della politica americana le placche tettoniche si stanno muovendo. Prima o poi produrranno un terremoto. Ciò a cui stiamo assistendo sono i primi tremori che annunciano l’arrivo di una catastrofe.
Lo spirito di “Sacco e Vanzetti” si è forse “incarnato” in Sanders, pur nelle grandi contraddizioni americane?
Le anime libere del suol patrio italico dei due anarchici guardano con commozione.
C’è sempre una vendetta, nella storia degli oppressi.