Il Fondo No Tav al Centro studi Piero Gobetti

La documentazione (recuperata dall’Istoreto, dopo anni di ostruzionismo) è adottata dal Centro Studi che già custodisce le carte di Piero e Ada Gobetti con gli archivi Bobbio, Galante Garrone, Guidetti Serra. Verrà catalogata e messa a disposizione del pubblico. Le indicazioni per implementare la raccolta dei materiali.

di Fabrizio Salmoni (*)

Si è risolta dopo anni di polemiche e grazie a un intervento di mediazione legale la sorte del Fondo di documentazione del Movimento No Tav assemblato dal sottoscritto e affidato in prima battuta all’Istituto Storico della Resistenza di Torino (Istoreto) con accordi verbali basati su un rapporto di fiducia e collaborazione di decenni con la famiglia Guidetti Serra/Salmoni.

Vale la pena, per i posteri, di fare un brevissimo riassunto degli accadimenti che hanno rallentato i tempi di disponibilità della documentazione.

All’annuncio della costituzione presso l’Istoreto del Fondo che doveva essere implementabile e aperto ai contributi di chiunque, si era scatenata la furibonda reazione del sen. Esposito, sentinella della lobby politica promotrice del Tav, che investiva l’Istituto in forma talmente aggressiva e impropria (si scagliava contro  l’istituzione di un “Centro” di documentazione…) da far tremare le ginocchia a quel cuor di leone che è il direttore Luciano Boccalatte il quale, in sintonia col suo Direttivo (tutto del Pd), ritrattava l’accordo e sequestrava il Fondo senza neanche catalogarlo. Dal panico generato si può presumere che le pressioni ricevute riguardassero anche i finanziamenti all’Istituto. La questione veniva dibattuta anche in Consiglio regionale. Contestualmente, il senatore si beccava una querela dal sottoscritto per i volgari insulti pubblicati sul suo blog ma in sede di indagini, il valoroso Boccalatte non esitava ad avallare in Procura la versione farlocca facilitando cosi l’archiviazione della querela.

Malgrado le ripetute richieste scritte di chiarimenti, le risposte dell’Istoreto arrivavano dopo due anni e stabilivano unilateralmente che il Fondo era da considerarsi “chiuso” (non implementabile da terzi) e non dava i tempi della catalogazione. Come da diktat politici, di Tav non bisognava parlare. Gli sforzi per dissequestrarlo hanno preso altri due anni.

Ora il Fondo è stato istituito al Centro Studi Piero Gobetti (presidente Marco Revelli, direttore Pietro Polito) che procederà alla catalogazione e alla messa a disposizione del pubblico nei tempi più brevi possibile. La sede è la stessa di altri Fondi riguardanti le lotte sociali degli anni Settanta (Fondo Vitale) e la Resistenza, accanto alle carte di Ada e Piero Gobetti, all’Archivio Bobbio, all’Archivio Galante Garrone e all’Archivio Guidetti Serra.

Inutile dire che, per espressa prescrizione del sottoscritto, utilizzo e consultazione del Fondo No Tav, come pure dell’Archivio di Bianca Guidetti Serra (per i vergognosi comportamenti tenuti collettivamente in altri momenti nei suoi confronti e della sua memoria) sono preclusi all’Istoreto e alle sue iniziative almeno fino a che sarà in carica l’attuale Direttivo.

Il Fondo No Tav è composto da volantini, libri, documenti, poster, fotografie e video, un’ampia rassegna stampa già ordinata ed è fin d’ora aperto, secondo gli intenti originari, al contributo di chiunque voglia arricchirlo. La Direzione del Centro Studi è disponibile a collegarsi con altri enti e istituti che avessero materiale riguardante la ventennale opposizione valsusina al Tav per creare una rete di consultazione più ampia possibile.

Ora che la conservazione della memoria storica delle lotte e dei sacrifici della Val Susa è assicurata, tocca a tutti arricchirla con ogni tipo di testimonianza e materiali.

Per l’affidamento, rivolgersi dunque a Alessio Bottai, Centro Studi Piero Gobetti, via Fabro 6, Torino. Tel. 011.531429, archivio@centrogobetti.it

   (F.S. 23.11.2017)

(*) tratto da https://mavericknews.wordpress.com

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