Il giro d’It-raele fa tappa a Catania
“Lettera aperta agli organizzatori del Giro d’Italia (in Israele) della quale richiediamo la lettura prima della partenza della tappa di Catania – 8 maggio”.
Il vero e unico spirito sportivo è quello che invita all’unità e alla pace tra i popoli. No alla partenza del Giro d’Italia da Gerusalemme!
Le seguenti associazioni solidali da mesi si sono opposte alla partenza quest’anno del Giro d’Italia (uno degli eventi più importanti dello sport europeo e tra i più amati) da Israele, Stato che continua a negare al popolo palestinese, nonostante le tante risoluzioni dell’ONU, il diritto all’autodeterminazione e alla libertà.
In qualità di amanti dello sport facciamo appello a quanti, come noi, hanno a cuore il vero spirito sportivo nel rispetto dei diritti umani, affinché si levi alta la voce della protesta, contro questa decisione che nulla ha a che fare con il ciclismo.
Infatti, malgrado l’appello sottoscritto da 120 organismi di difesa dei diritti umani lo scorso novembre, gli organizzatori di RCS Mediagroup S.P.A hanno deciso di non cancellare la “grande partenza” da Gerusalemme, la cui parte orientale è stata occupata dallo Stato di Israele nel 1967, mentre il Consiglio di sicurezza dell’ONU (risoluzione 487) ha denunciato tale atto di guerra come una violazione del diritto internazionale e un serio ostacolo al raggiungimento della pace in Medio Oriente.
La partenza del Giro d’Italia da Israele “non solo ha coperto l’occupazione militare israeliana e le sue politiche razziste contro i palestinesi, ma aumenterà anche il senso di impunità di Israele, incoraggiandolo a proseguire nella negazione dei diritti del popolo palestinese sanciti dall’ONU”. In particolare:
– La partenza da Gerusalemme ha rafforzato la pretesa di sovranità di Israele su tale città, negata dalle maggiori istituzioni internazionali e recentemente appoggiata dal presidente USA e da pochi governi satelliti. Questa scelta avalla implicitamente la pulizia etnica di cui sono vittime i/le Palestinesi che vi risiedono, messa in atto attraverso la demolizione di case, le espulsioni forzate e la revoca del diritto di residenza.
– Lo svolgimento della manifestazione sportiva nel maggio 2018 appare una chiara celebrazione del 70° anniversario della fondazione dello Stato di Israele, ma anche un evidente atto di negazione della Nakba (“La Catastrofe”) subita dagli uomini e dalle donne Palestinesi e che perdura tutt’oggi. Una catastrofe segnata dalla rimozione forzata di circa 800.000 palestinesi dalla loro terra natale,dall’avvio della politica di espropriazione delle terre e dalla negazione dei diritti fondamentali del popolo Palestinese. Un dramma che è proseguito proprio in queste settimane, con la morte di oltre 40 palestinesi e il ferimento di oltre 6000 manifestanti impegnati nella “Marcia del Ritorno”, al confine tra Israele e la Striscia di Gaza.
Il vero e unico spirito sportivo è quello che invita all’unità e alla pace tra i popoli. Questo purtroppo non è il messaggio che passa attraverso l’avvenuta partenza del Giro da Israele.
Comitato catanese di Solidarietà col popolo palestinese, Coordinamento di Solidarietà con la Palestina- Sicilia, Freedom Flotilla Italia…
Info-adesioni: cambiagiro@libero.it
LA PRIMA IMMAGINE – scelta dalla “bottega” – è di Vincenzo Apicella.
“La Gazzetta dello Sport” in questi giorni ha davvero toccato il fondo: pagine e pagine dedicate alla corsa e nessun accenno, neppure di sfuggita o per inciso, alla tragedia dentro la quale i corridori stavano pedalando. Anzi frasi del tipo “Il Giro d’Italia porta gioia”. Del resto nessun accenno anche al fatto che Froome sta correndo sub – judice per doping alla Vuelta dell’anno scorso. Altro che valori dello sport! Un caro saluto Franco
Giorno 8 maggio il Comitato Pro Palestina ha indetto in piazza Borgo a Catania ( sarà attraversata dai ciclisti del Giro d’Italia) un incontro-protesta “ per fare sentire tutto il nostro dissenso contro la strumentalizzazione dello sport da parte di uno Stato che pratica da decenni l’apartheid nei confronti dei Palestinesi” e che no rispetta le risoluzioni ONU nei territori occupati”.
L unica è promuovere azioni di sabotaggio tappa per tappa, alla partenza, durante e all’arrivo, in modo da rendere memorabile in senso negativo questo giro d’Italia. Iniziative pacifiche, s’intende, ma tali da ostacolarne il regolare svolgimento. Azioni non violente che li facciano strillare come aquile. Strillare di impotenza.
Mattinata vivace a Catania. Oltre cento persone –molti giovani – hanno partecipato al preannunziato sit-in che si è svolto in piazza Borgo, con inizio alle 10.00 in piazza Borgo, lungo il rettilineo della via Etnea, area di passaggio dei ciclisti. Due ore prima della partenza fissata a piazza Duomo.
Sit-in molto intenso, contraddistinto da reiterati cori per evidenziare lo stato di violenta oppressione subito dal popolo palestinese da parte dello stato d’Israele. Molte le bandiere palestinesi e della pace.
Situazione alquanto convulsa nel luogo del sit-in venti minuti prima del passaggio dei ciclisti e del lungo codazzo degli organizzatori costituito da circa 130 autoveicoli di grossa cilindrata, previsto per le 12.05, con intervento della polizia. Sono volate manganellate. I manifestanti sono stati “ stretti” sul marciapiede est, circondati dagli enormi furgoni della polizia. Questa situazione di “oscuramento” forzato è stata rimossa dopo il passaggio della “carovana”.
Nel link indicato sono visibili i momenti più intensi.
https://www.youtube.com/watch?v=9IxDb3KXwhw
In un palazzo a pochissima distanza dal luogo di concentramento del “circo sportivo”- piazza Duomo- sono stati esposti alcuni grandi striscioni denuncianti l’apartheid praticata da Israele.
All’arrivo di Caltagirone – zona S. Giorgio – sono state esposte parecchie bandiere palestinesi.