Il ministro “delle interiora”

di Giorgio Chelidonio

«C’è o ci fa?» è un ben noto modo di dire per evidenziare come una persona avanzi pretese manifestamente inaccettabili, assurde presentandole come normali. Un tempo si diceva anche «far da scemo per non pagare il dazio» cioè fingere di non capire per non accettare un’evidenza.
Invece un vecchio detto veronese «
el d’è e el de fa» (quasi uno sciogli lingua ma traducibile con «c’è e ci fa») indica come sia facile, naturale per un prepotente (e/o per un presuntuoso) atteggiarsi a “bullo culturale”. Come esempio filmico recente potrei citare il personaggio di «Sono tornato» [LINK 1] in cui un Mussolini, misteriosamente redivivo, non poteva non manifestarsi come mussoliniano.
In questa categoria di personaggi ricadono spesso “arruffapopoli” travestiti da politici che senza nessun ritegno voltano e girano le evidenze a seconda delle convenienze immediate, tanto poi trovano sempre la faccia tosta per dire «sono stato frainteso», magari con la complicità attiva di pennivendoli stipendiati come giornalisti.
Le formule usate dai suddetti bulli sono antiche come il mondo: si basano sulla ripetizione di luoghi comuni, orecchiati alle adunate popolari dove le “opinioni da Bar Sport” echeggiano nel vuoto delle idee per essere poi travestite da «quel che pensa il popolo».
Una splendida striscia – il 10.6.2018 [LINK 2] – di Stefano Disegni su «
Il Fatto Quotidiano», intitolata “Il Comunicatore” ne ha fatto sintesi, evidenziando la strumentalità con cui gli “imprenditori della paura” spacciano meschine “parole d’ordine” per “verità” condivise da «60 milioni di italiani».
Anche Massimo Gramellini – in un suo corsivo del 18.6.2018 [LINK 3] – ha centrato questa tipologia di politicanti coniando la definizione di «ministro delle interiora», perfetta neo-sintesi di un arruffapopoli assurto a cariche governative per aver abusato delle “pulsioni profonde”, contrabbandando incertezze diffuse per paure apocalittiche. Millantate, quest’ultime, al solo scopo di far crescere a suo favore le percentuali dei sondaggi, puntualmente commissionate per alimentare un clima da elettoralismo permanente.

LINKS

  1. https://www.rollingstone.it/recensioni/sono-tornato-e-uno-schiaffo-alle-nostre-facce-da-culo/ + https://www.internazionale.it/bloc-notes/christian-raimo/2018/02/02/sono-tornato-fascismo-ambiguo
  2. https://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/il-comunicatore/
  3. https://www.corriere.it/caffe-gramellini/18_giugno_18/ricerca-spericolata-consenso-072b1cea-7337-11e8-803e-f9621adc969f.shtml
Giorgio Chelidonio

Un commento

  • domenico stimolo

    Ignazio Buttitta, sommo poeta siciliano, da maestro delle strofe, aveva sempre in mente le liriche, pronte all’uso necessari0.

    A UN FASCISTA CHE HA PRETESO LA DEDICA

    I viziusi sonnanu fimmini nudi I viziosi sognano donne nude
    i mbriacuna vutti e cantini gli ubriaconi botti e cantine
    l’usurai i dinari gli usurai i denari
    i bizzòcculi u paradisu le beghine il paradiso
    l’artisti l’alloru gli artisti l’alloro
    i cani ossa di spurpari i cani ossa da spolpare
    i scecchi pagghia e fenu gli asini paglia e fieno
    i porci sònnanu fangu i porci sognano fango
    e i fascisti morti e sangu e i fascisti morti e sangue

    ( da Ignazio Buttitta – e Il poeta in piazza Ed Feltrinelli 1974)

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