«Il mostro di Modena»
Un’anonima lettrice (*) sul romanzo di Giovanni Iozzoli, ispirato a 8 delitti avvenuti fra gli anni ’80 e ’90
Otto giovani donne, in maggioranza tossicodipendenti e prostitute, vengono uccise, forse dalla stessa a mano, a Modena tra gli anni ‘80 e ‘90: questo è lo scenario de “Il mostro di Modena”.
Giovanni Iozzoli parte da vicende vere per scrivere un libro a tratti avvincente, a volte eccessivamente descrittivo.
Interessante, nonché condivisa, l’analisi e il conseguente paragone tra il mondo (che fu) della tossicodipendenza e la realtà odierna. Un po’ troppo fantasiosa l’immagine del potenziale assassino… Iozzoli lo ha forse visto in sogno?A parer mio gli ha attribuito connotati e caratteristiche inverosimili. Comunque un libro da leggere; dà spazio a una realtà scomoda e quindi volutamente dimenticata e affossata da una città borghese e perbenista,
(*) La “bottega” ha ricevuto questa breve recensione da un’amica emiliana che preferisce non firmarsi. «Il mostro di Modena» (pubblicato da Artestampa edizioni) si basa sugli articoli del giornalista Pier Luigi Salinaro – il primo a ipotizzare la presenza di uno stesso killer dietro gli omicidi – e intreccia i fatti reali con l’invenzione romanzesca.
UNA NOTA STORICA
Giovanna, Annamaria, Filomena, Monica, Donatella, Marina, Claudia, Fabiana: accoltellate o strangolate fra il 1984 e il 1995 a Modena e dintorni. Poi c’è Antonietta morta in un incendio: ma si scoprì che era doloso e che le avevano messo una calza in testa, Delitti rimasti senza un colpevole. Come in casi analoghi le indagini furono “svogliate” perchè… a chi volete che interessi la vita e la morte di giovani donne che erano nel giro dell’eroina? Parlare di femminicidi e/o ipotizzare un serial killer avrebbe costretto gli inquirenti, i media, tutta la città a farsi domande scomode: meglio lasciar perdere.
Un anno fa la procura di Modena ha deciso di riaprire le indagini, anche con tecnologie investigative che all’epoca non erano disponibili. Ma di nuovo è calato il silenzio.