Il mulino a vento

ripreso da chiedoaisassichenomevogliono.wordpress.com

Insomma, ora è cosa che mi sarebbe anche avvenuta a noia che altro me torna sfatto come brasato stracotto da duro giorno di lavoro, che sempre s’affratella a resto di genere umano e s’occupa a quel consesso di dialettica accesa. Pure esprime suo pensiero che a quello c’è smonto collettivo, che pare Don Chichotte che persevera a carica lancia in resta per aggancio a braccio di mulino e catapultazione conseguente, con tanto di ciuco a sommo di spalla. Ch’io vado di musica che situazione m’appare scabrosa.

Ora, ch’egli è a scontro di resto di mondo è cosa ch’appartiene ad indole di carattere suo, che io non m’azzardo a dire che non si fa. Pure mi risponde male e m’addita a roba pessima di qualunquismo. Io abbozzo, ma capita che a giorni uno si, ed uno pure, si sganghera a punto tale che fa fuori scorte di quello rosso buono di contadino. Ed io a botte esausta mi metto a tristezza. Ma tant’è, che devo fare, povera creatura? L’accudisco, che a lasciarlo ad angolo di pietà mi pare cosa disdicevole, che sempre altro me è, mica uno che pesco a gioco di lotto a svolto di strada.

Insomma, ieri sera mi fa di rientro a casa passaggio a Forca Caudina per capo chino a penitenza, causa scontro con colleganza illuminata e conoscenza di saggio principio. Ch’egli – così disse – espresse parere non a richiesta di tale, ch’io più volte di tante volte gli dissi che meglio è di no. Che c’era giubilo per accolgo profugo di guerra. Egli – altro me, intendo – disse che era cosa buona e giusta che governo di migliori s’accorge di profugo se è a scappo di guerra, ma che guerra è tanta, e gli pareva che pure se donna afghana – che era a strappo di capelli collettivo pure a meno di anno fa per condizione miseranda – è profuga a scappo, dunque pure merita accoglienza. Che se famigliola per bene di Yemen o di Siria o di quello che poi non mi ricordo, s’appresenta a confine nostro, pure quello è profugo a scappo guerra, che è essere umano a carne e sangue uguale a tal altro essere umano. Pure, aggiunge – a farsi male – che dire quello no, quello si, per base etnica (che non disse di razza, che non volle essere a peso eccessivo), gli pareva un tanticchia a discriminazione razz… (ma non la disse tutta).

Che ci fu coro a sdegno per sua parola, pure non detta, assai a fuori luogo, e tale unisono si fece fine secca a “questa è retorica”. Come dire, se dico profugo ci ha targa precisa, data e luogo d’immatricolazione, mica può essere profugo il primo c’arriva, che se lo pensi, pure lo dici, è retorica, e pare assai pelosa. Ch’egli stette male assai per la faccenda del muro a muro, che gli parve che talune interlocutrici le aveva fatte più a cavillare a diritto in altra occasione, ora stavano sul crucifige andante, a desiderio di scorre sangue.

E di come solito si bevve tutto con riserva fatta esausta. Che mi venne di dire, che forse era meglio se faceva riserva ad esausta prima, a gratis, magari a corredo di pane e pomodoro, che così, di rinsavimento alcolico s’era fatto per puro godimento, che dopo quello resta di poco voglia di far baccano a conflitto, semmai d’allegrezza ti sovviene ch’è meglio ad evito mulino a vento, che è ottuso a giro sempre uguale a come soffia il vento, con direzione per cardine esatto a monto preciso, e non lo cambi.

 

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